Le 5 tracce del mito Maradona fuori dal campo
Quando ci si interroga sulle ragioni di un mito, quando lo si fa attorno a questioni calcistiche, diventa fisiologico percorrere i decenni in lungo e in largo a caccia di numeri, di statistiche e record, di titoli messi in bacheca. La lingua madre di un campione non può che essere quella, sempre quella lingua si trova poi a raccontare spesso le ragioni di un impatto più o meno rimarchevole sul mondo del calcio, a prescindere dal contorno, spesso ridotto a lustrini e qualche notte brava.
Nel caso di Diego Armando Maradona però, pur in presenza della dote di statistiche e numeri da sciorinare, esiste la spinta più potente che elevi da fuoriclasse tra tanti a simbolo, a figura debordante, tanto da superare i ristretti confini del pallone e da diventare altro (già in vita come anche adesso). Un impatto, quello di Maradona al di fuori del calcio, tanto dirompente da toccare anche chi di pallone sa poco o niente, chi non se ne interessa, tanto intenso da occupare uno spazio anche in racconti e storie affidate al cinema o alle note, tracciando un solco ancor più indelebile e dalla formidabile eco.
1. Cinema
La selezione di È stata la mano di Dio di Sorrentino come rappresentante dell'Italia agli Oscar 2022 ha riportato in auge un rapporto, quello tra Diego e il cinema, che non si è certo scoperto solo come postumo, solo come omaggio fatto dopo la morte, ma che ha percorso la vita dell'argentino, che lo ha visto intrecciare la propria strada anche con Emir Kusturica.
Insieme al regista Diego ha ripercorso la propria vita in un film/documentario protagonista anche a Cannes nel 2008: un ritratto dell'uomo, fatto di radici, di famiglia e di passioni, il tutto filtrato dall'alchimia che subito si scatenò con lo stesso regista.
Ma è evidente come il panorama di film, fiction televisive e documentari a tema Maradona sia vasto e multiforme: dal documentario Netflix realizzato da Asif Kapadia, grazie al materiale inedito fornito dalla famiglia, fino al Biopic di Marco Risi Maradona – La mano de Dios del 2007, il tutto condito dalla partecipazione diretta del Pibe de Oro a Tifosi di Neri Parenti nel 1999 e da omaggi e riferimenti disseminati in film di successo (basti pensare a Youth di Sorrentino).
2. Musica
Se il cinema riesce a rendere ancor più vivo e duraturo un ricordo, consegnandolo al futuro sotto forma di racconto tra realtà documentaristica e pura fiction, la capacità e la forza evocativa delle note non è di minor conto e, anche in questo senso, Diego Maradona ha saputo toccare e segnare musicisti che hanno scelto di dedicargli una loro canzone, di scrivere proprio per lui.
Omaggi e devozione che percorrono una strada ideale che da Buenos Aires arriva fino a Napoli, che attraversa i generi oltre all'Atlantico. L'emblema più esplicito di Maradona che si fa musica è La mano de Dios, scritta da Alejandro Romero e portata al successo dal compianto Rodrigo Bueno, apprezzata (e cantata) poi anche dal Pibe de Oro in persona. Un brano che passa dai folli sogni di un ragazzino alla vittoria di un Mondiale, da trascinatore di un popolo, racchiudendo in sé sofferenza e trionfo.
Al contempo non mancano omaggi da parte di artisti italiani: c'è ovviamente Pino Daniele con Tango della buena suerte ma anche Francesco Baccini e gli Stadio, oltre a riferimenti più recenti da parte dei Canova (Maradona) dei Thegiornalisti (Maradona y Pelé).
3. Letteratura
Anche la traccia di parole impresse sulla carta permette alla memoria di farsi più duratura, di diventare ancora più salda, proponendo inoltre un infinito arco di retroscena, racconti spassionati e dietro le quinte di quel che tutti hanno (in presa diretta oppure a posteriori) visto da fuori.
Come nel caso dell'impatto sul cinema si può apprezzare il carattere più che mai multiforme dei tributi e dei riferimenti letterari a Maradona: dall'autobiografia Yo soy el Diego fino a Ho visto Diego di Ciro Ferrara, senza dimenticare Messico ’86. Storia della mia vittoria più grande o la recente biografia Diego, di Paolo Castaldi (2019).
Al di là del tributo biografico e della quantità potenziale di racconti connessi alla vita di Maradona, sul campo come fuori, è evidente che il suo impatto sia stato tale da intrecciarsi poi con la biografia di tutti, appassionati di sport e non solo, tanto da scandire il tempo delle loro vite, da lasciare una traccia indelebile non solo tra le persone conosciute direttamente dal fuoriclasse argentino.
4. Cultura popolare
In questo senso esistono immagini e impressioni che, a tutti gli effetti, sanno risuonare di una speciale energia, ben superiore a quella più limitata e parziale delle parole. Esistono murales, altari, immagini di Maradona per le strade di Napoli o negli angoli di mondo più remoti: esiste la traccia potente di un volto divenuto icona, davvero come fosse quello di un riferimento spirituale, di un leader politico, ben oltre il tocco magico impresso sul pallone.
C'è poi la dicotomia tra alto e basso, l'estetica della perfezione calcistica, la voglia di farsi storia e dunque cultura ma, al contempo, esiste anche lo show, la piena partecipazione di Maradona a un mondo "di tutti", senza mai ostentare la voglia di sentirsi qualcosa di più o di diverso dalla gente, offrendosi a sprazzi anche attraverso partecipazioni televisive a programmi più che mai popolari, tra l'Argentina e l'Italia.
Nella storia impressa sui muri, nella collettività del lutto in quel 25 novembre 2020, nel volto impresso sulla maglia del suo Napoli e nel nome che adesso appartiene al San Paolo...chi ha descritto Maradona come incontenibile e sorprendente forse non sapeva, a suo tempo, di rivelarsi profetico e di anticipare anche quel che sarebbe accaduto anche dopo la sua scomparsa.
5. L'amicizia coi grandi
Esiste infine una questione prettamente biografica, l'emblema di una vita che supera il confine di un rettangolo da gioco e aspira in modo naturale a farsi altro, a distaccarsi dallo sport come mera competizione agonistica.
Diventa poi evidente come la politica stessa abbia vissuto Maradona come simbolo e icona, sulla scia dei rapporti instaurati dallo stesso fuoriclasse e dalla vicinanza con personaggi come Fidel Castro o Hugo Chavez.
Anche in questo suo tratto, in questo suo essere incontrollabile nelle relazioni e nei contenuti dei suoi incontri, Maradona ha saputo tracciare il proprio profilo "scomodo", un'indole umana costantemente intrecciata con quella politica (in senso lato ma anche in senso più stretto) che ha portato l'argentino ad affacciarsi su mondi e su scenari altrimenti preclusi a chi è "solo" un calciatore. Anche qui si trova, in parte, la capacità di farsi icona e simbolo capace di superare la consueta venerazione calcistica, esplorando (persino invadendo) spazi generalmente posti troppo in alto.
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