90min difficili, 1ª giornata di Serie A: il Napoli

Un crollo inaspettato all'esordio per Antonio Conte.
Napoli
Napoli /
facebooktwitterreddit

È tornata la Serie A e siamo tornati anche noi con la serie che vi ha accompagnato per tutta la scorsa stagione. Una breve ma intensa deviazione sull'Europeo disputato in Germania e, circa un mese dopo, il focus che svolta ancora in direzione del massimo campionato italiano, edizione 2024-25.

90min Difficili è una serie nella quale viene evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre di Serie A, in ogni giornata, dalla 1ª alla 38ª. Un viaggio, un appuntamento settimanale da non perdere accompagnato da una nuova grafica e altre novità che saranno sviscerate nel corso della stagione.

Ci eravamo lasciati con il Frosinone, retrocesso negli ultimi minuti della 38ª giornata e ripartiamo oggi con la squadra che nell'annata precedente ha deluso più di tutte le altre: il Napoli, allenato in questa stagione da Antonio Conte.

Le scuse dopo soli 90 minuti

Una sconfitta così sonora rientra senza dubbio tra le sorprese del campionato di Serie A, tra quelle partite da ricordare tra 9 mesi con un significato diverso in base all'esito della stagione sia del Napoli che del Verona. Le scuse di Antonio Conte verso i suoi nuovi tifosi testimoniano ancor di più la difficoltà nell'accettare un esordio così amaro, maturato tra nervosismo per l'andamento della gara e un mercato (offensivo) che ha forse tardato un po' troppo.

Innanzitutto prima sentivo della notte di festa per il Verona e per noi invecedeve essere una notte in cui avere l'umiltà di chiedere scusa al popolo napoletano perché è un secondo tempo veramente difficile da valutare. Sul discorso tattico, nel primo tempo c'era una sola squadra in campo mentre nella ripresa siamo scesi in campo forse soddisfatti e non saprei cosa, di quanto fatto nella prima frazione di gioco.

E ancora. Non ho visto lo stesso atteggiamento, la stessa voglia, la stessa attenzione al dettaglio e alla prima difficoltà ci siamo sciolti come neve e questa è la cosa più preoccupante. Una squadra forte prende e tiene botta. È successo, ora ripartiamo e continuiamo a fare le cose per le quali lavoriamo. Mi prendo tutte le responsabilità e ripeto: chiedo scusa alla nostra città.

Un secondo tempo disastroso

Nei primi 45 minuti del Bentegodi abbiamo apprezzato un buon Napoli, è impossibile negarlo. La squadra partenopea ha calciato 8 volte, mantenendo il 71% del possesso palla, operando principalmente nella metà campo avversaria e negando al Verona ogni possibilità di concludere verso la porta difesa da Meret (0 i tiri totali della squadra di casa nella prima frazione). Un primo tempo senza gol, ma comunque a senso unico.

Poi però, digerito un intervallo di 15 minuti, tutte le certezze azzurre costruite nella preseason si sono sgretolate nelle transizioni negative, dove la squadra di Antonio Conte è apparsa incredibilmente impreparata. Troppo lunghi i tempi di recupero dei contropiedi ospiti, troppi i calciatori sopra la linea della palla (concetto più volte espresso da Ciro Ferrara nel commeento tecnico a Dazn) e, aggiungiamo noi, troppo deboli le marcature preventive in determinate situazioni.

Il gol di Livramento poi, arriva in un momeno molto preciso. Al 50° Antonio Conte aveva già valutato che qualcosa non andasse ed era pronto ad operare il secondo cambio della partita, inserendo dalla panchina Mathias Olivera. Il tempo non c'è, in transizione la difesa scala male e quando l'uruguaiano compie il suo ingresso sul terreno di gioco gli azzurri sono già sotto di una rete. Poi il Napoli accenna una reazione che senza Kvaratskhelia arriva soltanto a sprazzi, mancando di quella costanza negli attacchi che aveva caratterizzato il primo tempo.

I minuti scorrono e la frustrazione di non trovare la rete allunga le distanze e sposta gran parte delle energie in fase offensiva. L'Hellas si difende con orgoglio e colpisce alla stessa maniera. La volontà di recuperare concentra troppi giocatori del Napoli sulla palla e apre spazi che Mosquera, subentrato al posto di Tengstedt, non perdona.

Nel crollo partenopeo non c'è soltanto un disastroso approccio nel secondo tempo, ma anche la prestazione lodevole di una squadra cambiata molto rispetto al recente passato. Un Verona contropiedista capace di segnare tre gol a una squadra di Antonio Conte, che nei suoi precedenti sei esordi non aveva mai perso (5 vittorie e un pareggio). Dal mercato in questa settimana arriveranno segnali importanti e la sensazione è che, dopo quanto accaduto nella stagione precedente, il bonus sconfitta a sorpresa sia già stato utilizzato. È ancora presto e senza le coppe europee il Napoli avrà tempo ed energie per aggiustare la rotta ed evitare di scivolare ancora e creare una crisi, fin dalle prossime uscite.

feed