90min difficili, 23ª giornata di Serie A: il Cagliari

Un poker che mina la fiducia dei sardi.
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Un'altra settimana, un'altra squadra di Serie A in difficoltà. 

Ecco 90min Difficili, una serie in cui verrà evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre del massimo campionato italiano. Tornando indietro nel tempo ci concentreremmo sul Genoa alla 1ª, poi Torino e Fiorentina, e ovviamente Empoli e Milan (insieme), per concludere con la Juventus. Di seguito invece la lista degli episodi precedenti, dalla sesta giornata in poi.

Per questa giornata avevamo un paio di opzioni. La serata complicata della Fiorentina, culminata nella clamorosa rimonta del Lecce a Via del Mare, o ancora il pomeriggio negativo della Lazio di Sarri, caduta fragorosamente al Gewiss Stadium contro l'Atalanta di Gian Piero Gasperini.

Abbiamo invece virato sull'ultimo match del 23° turno, quello del lunedì, in cui la Roma di De Rossi ha esagerato sul Cagliari di Claudio Ranieri.

Approccio e palle inattive

Chi ben comincia è già a metà dell'opera. È il proverbio con cui si può riassumere in negativo il primo minuto di gioco di Roma-Cagliari. A battere è la squadra di casa che gira palla per 20 secondi prima che Angeliño verticalizzi per El Shaarawy; Zappa si fa trovare impreparato e concede un corner. Passano altri 30 secondi, tempo di preparazione per la battuta, e poi Dybala calcia: Paredes sfila sul primo palo e spizza in completa libertà, Petagna ciancica il pallone e Pellegrini, preso in consegna da nessuno, può ribadire in rete con facilità.

Un'azione e il Cagliari è in svantaggio, alla prima palla inattiva. Se fosse stato un caso isolato avremmo magari fatto riferimento alla singolarità delle combinazioni, ai rimpalli, alla generica sfortuna dell'evento. La Roma ha giocato meglio, ha meritato i 4 gol producendo 3 xG, ha imposto il suo ritmo in diverse fasi della gara andnado su un parziale di 2-0 nel primo tempo che sarebbe potuto essere anche più ampio.

La seconda rete è frutto di una grande azione in ripartenza condotta benissimo dai giallorossi e che non può essere sminuita da letture migliorabili dei sardi. Poi, a inizio secondo tempo, lo stesso problema. Il Cagliari muove la palla con più calma, va al tiro con Azzi e batte una punizione dalla trequarti, qualcosa sembra cambiato ma è soltanto un'illusione. Dybala argina il pressing alto e spezzato a metà degli ospiti e la Roma vola in contropiede: un 5 contro 4 che Cristante gestisce male e da cui ottiene solo un corner.

Angolo sul quale si verifica praticamente la stessa situazione. È il primo del secondo tempo, il Cagliari marca sempre a zona con Lapadula che prende Paredes e con Petagna che, nel tentativo di schermare Cristante colpisce con la mano: calcio di rigore trasformato Dybala e 3-0. Due corner, due gol nelle battute iniziali a cui fa seguito quello del poker. Il primo cross di Dybala viene sventato in corner, ma sul seguente la Roma non perdona: Huijsen è liberissimo e colpisce a rete, 4-0.

Delle quattro reti subite dalla squadra di Ranieri tre sono arrivate da palla inattiva, originate da corner. Una situazione difficilmente comprensibile per una squadra che lotta per la salvezza e che in queste dinamiche dovrebbe avere un'attenzione molto alta; squadra che inoltre, per centimetri, non è nemmeno male guardando alle altre di Serie A.

Nervosismo e poche reazioni

Perdere in questo modo, fragorosamente e con la sensazione di non poter reagire, espone al nervosismo. Tuttavia, a 15 turni dal termine della Serie A, sarebbe tremendamente ingenuo sciupare l'occasione di giocarsi la salvezza con tutte le armi a disposizione. E se Yerry Mina ha vissuto una battaglia lunga e personale con Lukaku e a tratti con Paredes, anche capitan Nandez era tra i più nervosi, insieme a Zito Luvumbo che è riuscito con un briciolo di lucidità a contenere una gomitata che se affondata gli avrebbe regalato diverse giornate di squalifica.

Romelu Lukaku, Matteo Marcenaro, Yerry Mina
AS Roma v Cagliari - Serie A TIM / Paolo Bruno/GettyImages

Un nervosismo e una frenesia da rintracciare soprattutto nello spreco di alcune ripartenze e nell'atteggiamento poco costruttivo di entrambe le fasi di gioco. Contenere la Roma nel picco di fiducia allo Stadio Olimpico sarebbe stato un compito arduo per tutte le piccole, ma concedergli 20 tiri e 3 xG previsti senza praticamente mai essere pericolosi (salvo nell'occasione del rigore revocato), fargli chiudere i giochi in meno di un'ora, è frutto di una prestazione negativa su tutti i fronti.

Il Cagliari ha dimostrato più volte di non essere questo, anche contro avversarie nettamente più forti, anche in trasferta. Dell'Olimpico il match perso di misura contro la Lazio, salvata da un miracolo di Provedel su Pavoletti con gli ospiti in 10; del Maradona la sfida quasi pareggiata contro il Napoli, decisa da Osimhen ma con tante occasioni nel finale di gara; dello Stadium il palo di Dossena che stava per negare la vittoria alla Juventus con una clamorosa doppietta.

Il Cagliari ha qualità offensiva e non si arrende mai, regalando spesso minuti finali iconici. Caratteristiche che nella trasferta di Roma sono mancate. La squadra di Ranieri è attualmente al terzultimo posto ma la lotta salvezza è ancora lunga e coinvolge diverse squadre. I rossoblù, oltre che in letture tattiche, hanno peccato nell'atteggiamento.