90min difficili, 24ª giornata di Serie A: la Juventus
Un'altra settimana, un'altra squadra di Serie A in difficoltà.
Ecco 90min Difficili, una serie in cui verrà evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre del massimo campionato italiano. Tornando indietro nel tempo ci concentreremmo sul Genoa alla 1ª, poi Torino e Fiorentina, e ovviamente Empoli e Milan (insieme), per concludere con la Juventus. Di seguito invece la lista degli episodi precedenti, dalla sesta giornata in poi.
- 90min difficili, 6ª giornata di Serie A: la Roma
- 90min difficili, 7ª giornata di Serie A: la Lazio
- 90min difficili, 8ª giornata di Serie A: il Torino
- 90min difficili, 9ª giornata di Serie A: il Sassuolo
- 90min difficili, 10ª giornata di Serie A: il Frosinone
- 90min difficili, 11ª giornata di Serie A: il Milan
- 90min difficili, 12ª giornata di Serie A: il Napoli
- 90min difficili, 13ª giornata di Serie A: la Lazio
- 90min difficili, 14ª giornata di Serie A: la Salernitana
- 90min difficili, 15ª giornata di Serie A: il Milan
- 90min difficili, 16ª giornata di Serie A: la Roma
- 90min difficili, 19ª giornata di Serie A: il Napoli
- 90min difficili, 21ª giornata di Serie A: il Monza
- 90min difficili, 22ª giornata di Serie A: il Sassuolo
- 90min difficili, 23ª giornata di Serie A: il Cagliari
Per la 24ª giornata di Serie A c'erano più opzioni. Dalla Salernitana che venerdì ha rimediato una sconfitta che sa di retrocessione, al Cagliari fragorosamente caduto in casa con la Lazio. La manita rimediata dal Frosinone al Franchi contro la Fiorentina o ancora i poker subiti da Lecce e Genoa rispettivamente contro Bologna e Atalanta.
La scelta di ogni settimana però, non ce ne vogliano i tifosi bianconeri, non si basa soltanto sul numero di gol subiti, ma anche sull'importanza delle singole sfide, sul peso specifico di una prestazione in un determinato momento della stagione. E la Juventus ieri è inciampata in casa, in una rincorsa Scudetto che ora si propone molto più frastagliata di prima.
Le due settimane peggiori della stagione
Era arrivata la settimana peggiore dell'anno, e nel postpartita di San Siro Massimiliano Allegri aveva lasciato intendere fosse un qualcosa che poteva capitare, e sarebbe capitato, a chiunque. La Juventus aveva appena perso lo scontro diretto contro un'Inter che si era dimostrata superiore. Era stato un autogol di Gatti a bruciare i pochi tentativi bianconeri nella sfida dell'anno.
Una settimana più tardi il tonfo è arrivato in casa contro l'Udinese, la quindicesima (oggi) forza del campionato. 16 giorni dopo quel pareggio casalingo di fine gennaio contro l'Empoli, la sedicesima (oggi) forza del campionato. Un punto nelle ultime tre ha allontanato di 7 lunghezze (potenziali 10) la Juventus dall'Inter, e per i molti tifosi pessimisti già dopo lo scontro diretto, questa dovrebbe apparire come una sconfitta cruciale nella rincorsa Scudetto.
Ne ha parlato Allegri provando a rasserenare gli animi e confrontando la diversa costruzione del club nerazzurro rispetto a quello bianconero, i diversi obiettivi che soltanto grazie a una Juventus straordinaria nella prima parte di campionato, erano riusciti a diventare gli stessi, a correre nei medesimi binari. Un treno, ampiamente equipaggiato, con più benzina e personale, ha però accelerato in pieno inverno lasciando sensibilmente dietro quello bianconero.
"Attraverso questi momenti si cresce perché ti fortifichi e bisogna continuare a lavorarci". Tuttavia, dopo quello con il Sassuolo, dopo l'Empoli e il Derby d'Italia, in molti credevano che per altri momenti complicati si poteva attendere qualche altra giornata. Invece la doccia gelata è arrivata in un inizio febbraio tremendamente caldo e nella sfida più inaspettata.
Cosa non ha funzionato?
La Juventus non ha sofferto molto. Ha subito qualche occasione e ne ha create il doppio, ha segnato, ma si è vista annullare la rete per una traiettoria troppo curva, ha poi reclamato un calcio di rigore che il nuovo regolamento stabilisce di non assegnare.
Era viva, ha pagato un po' sfortuna, qualche scelta e forse anche il poco aiuto dal calciomercato. Gli assenti principali erano capitan Danilo e il bomber Dusan Vlahovic, due mancanze che la squadra di Allegri ha accusato nel corso della gara. La sentenza l'ha pronunciata, ironia della sorte, Lautaro Pupi Giannetti, risolvendo una mischia in area di rigore, originata da un calcio di punizione e un successivo errore di Alex Sandro, il sostituto di Danilo. La porta l'ha chiusa Okoye e l'ha centrata troppo centralmente Arkadiusz Milik, il sostituto di Dusan Vlahovic. In una gara tirata, contro un'Udinese ostica e quasi abbonata al pareggio, la differenza l'hanno fatta i dettagli, molti dei quali analizzati da Allegri nel postpartita di Dazn.
Dagli spunti di Cambiaso e Chiesa a sinistra, a cui è mancata la finalizzazione dei giocatori della parte destra del campo, ai pochi inserimenti in area di rigore. La lettura sbagliata della punizione di Samardzic - aggiungiamo noi - con una Juventus forse leggermente troppo bassa in relazione al punto di battuta, e poi la mancata reazione della seconda parte in confronto a un primo tempo tutto sommato sufficente.
Alla prestazione individuale sopra le righe di Andrea Cambiaso è mancata quella degli altri 13 giocatori di movimento scesi in campo. Sono mancati gli uno contro uno di coloro a cui è affidata la fantasia, e ancora gli strappi istintivi a cui avevano abituato McKennie e Rabiot; infine, non ha prodotto esiti positivi nemmeno il doppio fantasista Chiesa-Yildiz, visto solo per un quarto d'ora.
Si tratta di un passo falso pericoloso per lo Scudetto, imprevedibile nella stagione della Juventus. Il focus va ricercato nelle possibilità e negli obiettivi della squadra. La media bianconera nella Serie A 2023-24 è di 2.21 punti a partita. Se Allegri e la Juventus dovessero mantenerla anche nelle prossime 14 sfide, chiuderebbero il campionato a 84 punti (31 in più rispetto ai 53 odierni), 12 in più rispetto a quelli ottenuti nella passata stagione (senza considerare i 10 di penalizzazione).
L'obiettivo ora per i bianconeri sarà quello di guardare avanti, partita dopo partita, per dimenticare un momento che Allegri ha definito pericoloso e sperare che quella settimana negativa (diventate due) citata dal tecnico di Livorno, capiti anche alla diretta rivale.