90min difficili, 26ª giornata di Serie A: la Salernitana

Una sconfitta che diminuisce ancora la percentuale salvezza.
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Un'altra settimana, un'altra squadra di Serie A in difficoltà. 

Ecco 90min Difficili, una serie in cui verrà evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre del massimo campionato italiano. Tornando indietro nel tempo ci concentreremmo sul Genoa alla 1ª, poi Torino e Fiorentina, e ovviamente Empoli e Milan (insieme), per concludere con la Juventus. Di seguito invece la lista degli episodi precedenti, dalla sesta giornata in poi.

Nell'episodio 26 la scelta sarebbe potuta ricadere sul Sassuolo, la cui sconfitta per 3-2 contro l'Empoli di Nicola ha portato all'esonero di Dionisi, ma la caduta, ancora una volta all'Arechi della Salernitana ha deviato i nostri pensieri sul club campano per diversi motivi.

La differenza dell'Arechi

Che fosse uno stadio caldo era noto a molti, ma da quando il club granata si trova in Serie A, una situazione di classifica così disastrosa non si era mai vista. I tifosi hanno sostenuto la squadra in quasi 20.000 per poi contestarla al termine della gara in seguito all'ennesima sconfitta stagionale.

Alla 26ª giornata della stagione 2021-22 la Salernitana vantava 20 punti e inseguiva la salvezza (poi raggiunta) a 2 lunghezze di distanza; in quella passata il club di Paulo Sousa era addirittura fuori dalla zona caldissima con 26 punti totali e 7 di distanza dallo Spezia 18°. Oggi, il bottino totale è di 13 punti, il posto è l'ultimo della classifica di Serie A e il distacco dalla soglia salvezza è di 7 lunghezze.

Matteo Pessina
US Salernitana v AC Monza - Serie A TIM / Francesco Pecoraro/GettyImages

Mancano 12 partite e 36 punti disponibili, ma guardando alle prestazioni granata la percentuale di non retrocedere si abbassa domenica dopo domenica. La Salernitana ha avuto due grandi chances di ricucire il parziale, ma le ha fallite entrambe davanti ai propri sostenitori. Prima l'Empoli dell'eroe del 2022 Davide Nicola, ora il Monza di Raffaele Palladino. In 14 partite all'Arechi il club di Iervolino ha vinto soltanto una volta, pareggiando in 4 occasioni e perdendo in 9. Un totale di 7 punti per una media esatta di 0.50 a partita. Un bilancio casalingo disastroso che marca una differenza netta con il passato.

La Salernitana, nonostante tre allenatori diversi e il rimpasto della rosa, non è stata capace di rendere l'Arechi il fortino che aveva condotto alla salvezza per due stagioni consecutive in una Serie A in cui di punti, per restarci, non ne servono molti. A evidenziare quanto sia determinante questo dato, c'è prorpio quello opposto. La squadra, oggi di Liverani, non è la peggiore del campionato in trasferta: a pari merito c'è il Verona con 6 punti, sotto il Lecce con 5, poi il Cagliari con 4 e il Frosinone con 3.

L'atteggiamento con il Monza

Il risultato finale è stato di 2-0 per la squadra brianzola con reti di Daniel Maldini e Matteo Pessina. Un risultato in linea con gli xG creati e con le statistiche prepartita. Eppure la sensazione intorno al club campano era diversa. Uno stadio così pieno e una gara da dentro-fuori con quel retaggio degli ultimi due anni a indicare che se non era arrivato con l'Empoli, il segnale di svolta sarebbe arrivato con il Monza.

E invece non è arrivato. E le avvisaglie si erano avute già nei primi due minuti. Due cross e due volte il Monza vicino alla rete tramite le palle aeree. L'impossibilità di marcare il colosso Djuric e la difficoltà nel trattenere anche gli altri avversari. Lo spavento si è affievolito nel corso della gara, ma non è mai scomparso, appeso sopra l'area di Ochoa come una spada di Damocle destinata prima o poi a cadere.

La pressione e la mancata serenità nel giocare la sfera era visibile e soltanto per Candreva e pochi altri interpreti la temperatura sembrava essere quella giusta per gestire le emozioni. Il Monza è stato annullato per larghi tratti di gara, ma è proprio quando la Salernitana ha creato la palla-gol più importante della sua partita con un doppio tiro di Tchaouna parato da Di Gregorio e con una conclusione centrale di Zanoli sul successivo corner, che la partita è irrimediabilmente cambiata. La ventata di positività che origina una grande occasione ha distratto gli interpreti campani, che nell'azione seguente sono andati sotto in modo molto ingenuo.

Quando inizia l'uno-due tra Maldini e Gagliardini, quattro giocatori della Salernitana si fanno attrarre dalla palla. Ci sono Zanoli, Legowski, Coulibaly e Pasalidis piatti per difendere uno spazio troppo stretto, che ne crea uno troppo invitante per l'ex Milan. Maldini attacca l'area di rigore e il passaggio di prima di Gagliardini è intelligente ed efficace. Ochoa non riesce a esaltarsi ancora e arriva il primo colpo duro della giornata.

Per il secondo occorre attendere poco, circa 5 minuti. E la modalità lascia nuovamente interdetti. La Salernitana prova a reagire e nei secondi che trascorrono tra le due reti va segnalato il tentativo di Bradaric a lato di diversi metri. Rimessa dal fondo. Di Gregorio cerca il suo gigantesco riferimento offensivo e il Monza raddoppia con un lancio lungo e una spizzata. Senza passaggi puliti o trame particolari, e ancora una volta a difesa schierata.

La sofferenza sulle palle alte è un problema evidente, e la spada, di cui sopra, che cade poco il centrocampo fa ancora più male. Sul rinvio di Di Gregorio, la Salernitana ha 5 giocatori, il Monza 2. Su Djuric combatte Boateng e nessuno degli altri si stacca per coprire la diagonale o seguire l'inserimento di Pessina, a cui basta un tocco morbido per superare Ochoa in uscita.

È la fotografia di un'annata in cui la svolta sta tardando troppo ad arrivare, in cui le scelte dirigenziali di metà stagione non ripagano come sperato. In cui, dopo il 7% e la tranquillità dell'anno scorso, al club campano è chiamato a un miracolo ogni giorno più impossibile.