90min difficili, 28ª giornata di Serie A: il Lecce
Un'altra settimana, un'altra squadra di Serie A in difficoltà.
Ecco 90min Difficili, una serie in cui verrà evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre del massimo campionato italiano. Tornando indietro nel tempo ci concentreremmo sul Genoa alla 1ª, poi Torino e Fiorentina, e ovviamente Empoli e Milan (insieme), per concludere con la Juventus. Di seguito invece la lista degli episodi precedenti, dalla sesta giornata in poi.
- 90min difficili, 6ª giornata di Serie A: la Roma
- 90min difficili, 7ª giornata di Serie A: la Lazio
- 90min difficili, 8ª giornata di Serie A: il Torino
- 90min difficili, 9ª giornata di Serie A: il Sassuolo
- 90min difficili, 10ª giornata di Serie A: il Frosinone
- 90min difficili, 11ª giornata di Serie A: il Milan
- 90min difficili, 12ª giornata di Serie A: il Napoli
- 90min difficili, 13ª giornata di Serie A: la Lazio
- 90min difficili, 14ª giornata di Serie A: la Salernitana
- 90min difficili, 15ª giornata di Serie A: il Milan
- 90min difficili, 16ª giornata di Serie A: la Roma
- 90min difficili, 19ª giornata di Serie A: il Napoli
- 90min difficili, 21ª giornata di Serie A: il Monza
- 90min difficili, 22ª giornata di Serie A: il Sassuolo
- 90min difficili, 23ª giornata di Serie A: il Cagliari
- 90min difficili, 24ª giornata di Serie A: la Juventus
- 90min difficili, 25ª giornata di Serie A: il Milan
- 90min difficili, 26ª giornata di Serie A: la Salernitana
- 90min difficili, 27ª giornata di Serie A: il Sassuolo
Per la 28ª giornata non mancavano opzioni valide. Dal Frosinone scosso da un'altra sconfitta dolorosa e finito al terz'ultimo posto dopo un avvio di stagione straordinario, fino alla Lazio che nonostante gli xG creati, ha perso in casa contro l'Udinese di Cioffi, nella 12ª debacle dell'intera annata in Serie A. Tuttavia il nostra sguardo è sceso più a sud, precisamente in Puglia, dove il Lecce è crollato in un scontro diretto con l'Hellas Verona in cui è andato tutto male.
Si è spento qualcosa
A Lecce si è ripresentato Baroni, con una squadra rivoluzionata nel mercato invernale e le chances salvezze spezzettate in un puzzle che è riuscito a ricomporre in brevissimo tempo, nell'incredulità generale. È tornato nello stadio in cui l'anno scorso ha festeggiato la permanenza in Serie A e ha spogliato il Lecce delle sue certezze, lasciandolo ferito a Via del Mare, con 0 punti in cassa e con seri e invadenti dubbi sulla permanenza nel massimo campionato italiano.
Nei 90 minuti tristi della squadra giallorossa è mancato l'approccio, è mancata la reazione e l'assedio finale. È mancato quello sguardo agonisticamente disperato nel volto di una formazione nervosa per la situazione di classifica. Il Verona ha sfruttato la giornata ventosa e la condizione del club di casa, offendendo con l'asse Suslov-Folorunsho che ha non solo originato il gol, ma ha anche più volte piegato l'equilibrio della squadra di D'Aversa.
Il Lecce ha risposto calciando verso la porta, ma non ha mai dato l'impressione di poter in qualche modo instaurare un dominio prolungato sull'avversario. E se nel primo tempo sono arrivati i tentativi di Banda, Almqvist (traversa) e Krstovic (bella parata di Montipò), nella seconda frazione il Lecce ci ha provato altre 8 volte, senza però mai riuscire a inquadrare lo specchio.
E il bilancio, al fischio finale, è risultato abbastanza tragico. Il Lecce in trasferta non ha ancora mai vinto (l'unica in Serie A assieme al Frosinone) e nelle ultime 12 è riuscito a ottenere il bottino pieno soltanto una volta (nella pazza rimonta contro la Fiorentina). La squadra pugliese non era mai stata così vicina alla zona retrocessione come in questo momento, in cui un solo punto la separa dalla 18ª posizione occupata dal Frosinone di Eusebio Di Francesco.
Il finale peggiore possibile
E il finale è stato addirittura peggiore rispetto ai 90 minuti più recupero offerti a Via del Mare. La tensione Henry-Pongracic, visibile durante la gara, è sfociata nel deprecabile gesto dell'allenatore pugliese Roberto D'Aversa, che ha colpito con una testata l'attaccante veronese, da lui stesso poi corretta come contatto fisico, pessimo esempio e immagine anti sportiva figlia della grande tensione e dell'adrenalina. Il conseguente e prevedibile caos per il gesto inaccettabile e i risultati del 2024 hanno poi portato il Lecce alla scelta di sollevare il proprio allenatore dall'incarico. La società ha condannato il gesto di D'Aversa con un comunicato sui propri canali ufficiali e ora si attende la nota riguardante l'arrivo del suo sostituto, individuato in Luca Gotti.
Un segnale di svolta per una squadra con dei valori individuali importanti, che nel corso dei mesi ha perso completamente quella solidità che l'aveva contraddistinta nella passata stagione e nell'inizio di quella corrente. Un adeguamento al modus operandi di Sassuolo e Salernitana, e ancora di Empoli e Udinese, tra le altre società di bassa classifica ad aver cambiato in corsa, anche se in periodi diversi dell'anno.
Il Lecce è l'ultimo club (almeno finora) a maturare questa decisione, con un calendario e un calcio contemporaneo che non lasciano tempo e che obbligheranno i pugliesi a cambiare atteggiamento fin da subitio. Restano, escludendo il prossimo turno con una Salernitana condannata alla B, quattro scontri diretti con Empoli, Udinese, Sassuolo e Cagliari, in una lotta per non retrocedere che coinvolge direttamente sette squadre (per due posti) e in cui, a dieci giornate e 30 punti dal fischio finale della Serie A, ogni passo falso potrà risultare fatale.