90min difficili, 38ª giornata di Serie A: il Frosinone

Un finale tragico.
90min difficili per il Frosinone
90min difficili per il Frosinone / 90min
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Ultimo giro, ultima corsa e ultima squadra di Serie A in difficoltà.

Ecco 90min Difficili, una serie in cui verrà evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre del massimo campionato italiano. Un viaggio che si conclude qui, almeno per la stagione 2023-24, un percorso che magari riprenderemo nella prossima annata, ma con il quale per il momento ci salutiamo con l'invito a distaccarsi, almeno per qualche settimana, dalle vicende del calcio italiano.

Il campionato si è concluso, eccezion fatta per quel recupero tra Atalanta e Fiorentina del prossimo 2 giugno che non potrà cambiare alcun verdetto. La Serie A è finita e con essa anche i weekend degli appassionati incollati al televisore. E l'ultimo atto della nostra rubrica l'abbiamo riservato, in una scelta forse banale ma inevitabile, all'ultima retrocessa in B: il Frosinone di Eusebio Di Francesco.

Il finale peggiore possibile

Essere salvi prima della gara, avere due risultati a disposizione su tre con la possibilità di restare in Serie A anche perdendo l'ultima sfida. Era questo il contesto in cui tutta Frosinone attendeva la 38ª giornata di campionato. Il finale di una stagione travagliata, ma con tanti spunti positivi. Dalla crescita evidente dei giovani approdati nel Lazio a un'identità forte se confrontata a quelle di molte rivali, confermata dalla volontà di proseguire con la stessa guida tecnica anche nei momenti più duri.

Una lotta per non retrocedere che, a differenza di altri, non si era tradotta in una corsa contro il tempo, ma in un cammino con Di Francesco verso risultati che fin dall'inizio sembravano premiare lo stile di gioco propositivo dei ciociari. Poi, negli ultimi minuti del 26 maggio 2024, tutto si è sgretolato andando in pezzi; ogni certezza ha perso significato, ridotta all'osso dal verdetto finale. Udinese ed Empoli salve, Frosinone giù.

Nel finale peggiore possibile ci sono tanti aspetti frustranti che non hanno fatto dormire gli abitanti di Frosinone dopo una serata tragica. La delusione per le innumerevoli occasioni sprecate nella stagione e negli ultimi 90 minuti, i rimorsi per tante partite in cui la squadra di Di Francesco avrebbe potuto ottenere risultati diversi. Ci sono l'abbraccio dei Cannavaro all'allenatore ex di Roma e Sassuolo, visibilmente disperato, gli sguardi increduli dei tifosi sugli spalti, le lacrime contenute a stento dai calciatori di casa. C'è la sensazione che il Frosinone meritasse questa salvezza almeno quanto le altre, che quando una grande dose di sfortuna si mette di traverso, è difficile uscire dal campo con un risultato a favore.

Mentre in Toscana maturava l'inevitabile, in ciociaria Di Francesco ha provato a rendere i suoi giocatori padroni del proprio destino. Ci ha provato con il destro a giro di Harroui di poco e a lato, con il mancino potente di Zortea da fuori area, e ancora con il colpo di testa di Okoli salvato dal miracoloso Okoye. Si è avvicinato al gol con il calcio di punizione stampato sulla traversa da Matias Soulé e con il destro di Brescianini deviato sul palo nel secondo tempo. Con il tiro-cross del talento argentino su cui non è arrivato nessuno, e infine con le conclusioni potenti ma imprecise di Cheddira e Valeri.

Ci ha provato fino all'ultimo e di lui resterà una squadra divertente e capace di esaltare i vari Brescianini, Soulé, Barrenechea e Cheddira, una squadra giovane e spensierata, ma allo stesso tempo fragile e troppo poco cinica. La retrocessione è arrivata come una doccia gelata nell'ambiente bollente preparato dai tifosi dello Stirpe. È giunta in uno scontro diretto in cui i rivali hanno festeggiato nel clima di tragedia che ha avvolto lo stadio come un macigno impossibile da digerire a breve.

Frosinone Calcio v Udinese Calcio - Serie A TIM
Frosinone Calcio v Udinese Calcio - Serie A TIM / Giuseppe Bellini/GettyImages

Servirà del tempo per accettare il verdetto finale. Il Frosinone ripartirà dalla Serie B, con un bagaglio di esperienza diverso rispetto alle altre e tanta rabbia sportiva da trasformare presto in energia per tornare a calpestare il palcoscenico che ha dimostrato di meritare.