90min difficili, 5ª giornata di Serie A: l'Inter

Gli approcci sbagliati e la crisi di gol di Lautaro Martinez.
90min difficili
90min difficili /
facebooktwitterreddit

È vero, la quinta giornata di Serie A non è ancora terminata, manca Atalanta-Como rinviata a stasera per l'impossibilità di giocare in seguito alle condizioni climatiche avverse. Potevamo decidere di attendere un eventuale debacle clamorosa dei bergamaschi di Gasperini o una sconfitta esagerata dei lariani di Fabregas, ma abbiamo deciso di non piegarci anche noi al maltempo e di confermare la nostra uscita il martedì come (quasi) sempre.

90min Difficili è una serie nella quale viene evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre di Serie A, in ogni giornata, dalla 1ª alla 38ª. Un viaggio, un appuntamento settimanale da non perdere accompagnato da una nuova grafica e altre novità che saranno sviscerate nel corso della stagione. 

In una settimana ricca di sfide interessanti, in cui Gudmundsson è tornato in campo per ribaltare le sorti viola contro la Lazio, in cui Juric ha vinto la prima sulla panchina della Roma dopo giorni intensi e in cui Juventus e Napoli non si sono fatte del male, la gara che ha rispettato maggiormente le attese di spettacolarità è stata il derby di Milano. Un derby nel quale l'Inter, dopo sei vittorie consecutive, è crollata al termine di una prestazione non all'altezza.

Il problema degli approcci

Una sconfitta che prima o poi sarebbe arrivata. L'ininterrotto dominio nel derby di Milano era destinato a finire. L'Inter è caduta e ha perso meritatamente la stracittadina in casa in una sfida che alla vigilia era considerata tutt'altro che equilibrata. Dopo aver festeggiato il 20° Scudetto nell'ultimo derby, Simone Inzaghi aveva un'altra occasione ghiotta per chi vive la rivalità come danneggiamento sportivo del rivale: riaprire la crisi rossonera calmierata solo in parte dalla convincente vittoria del Milan contro il Venezia.

Non solo non ci è riuscito, ma il contraccolpo ha portato una sconfitta bruciante che impone all'Inter di cambiare subito marcia. Nel postpartita sono emersi alcuni punti chiave. Dalla preoccupazione per l'inizio stentato in Serie A (solo 8 punti in 5 partite) alla sensazione di non essere riuscito a trasmettere l'identità degli ultimi 3 anni. Tuttavia il tema principale ha riguardato gli approcci, devastanti in negativo sia nella prima che nella seconda frazione.

Abbiamo approcciato male tutti e due i tempi e siamo stati poco squadra. Ho provato a cambiare, ma non è andata bene. Abbiamo fatto gli ultimi 25 minuti del primo tempo meglio, ma siamo rientrati nel secondo come eravamo entrati male nel primo. Gli approcci sono fondamentali nelle partite.

Simone Inzaghi a Dazn nel postpartita

Dall'altro punto di vista viene giustamente raccontato il quarto d'ora di fuoco di un Christian Pulisic in versione supereroe Marvel, di un Milan aggressivo e compatto che non ha dato respiro alla manovra nerazzurra. Tuttavia, comprese le difficoltà e accettato lo svantaggio, l'Inter era riuscita a cambiare l'inerzia grazie a un gol del pari frutto di tre giocate da fenomeni dei suoi interpreti con più qualità. Il lancio di 60 metri in diagonale di Barella a spezzare ogni idea di pressione, la perfezione del primo tocco di Dimarco per Lautaro e l'assist fantastico di ritorno dell'argentino per il 32. Tre giocate spaziali connesse per un gol che aveva risollevato i padroni di casa e spaventato gli ospiti.

Poi, nel secondo tempo è successo di nuovo. Mariani fischia e dopo 50 secondi il Milan sfiora il vantaggio. L'inerzia cambia definitivamente, senza possibilità di invertirla per i nerazzurri. Quella carattestica capacità di aggirare il pressing avversario mantenendo le distanze anche molto lunghe tra i reparti e sfruttando lo spazio in profondità non si è mai apprezzata nel primo derby dell'anno e un parziale più pesante è stato evitato soltanto da Yann Sommer e dagli errori dei rossoneri nel finale. Il gol di Gabbia su palla inattiva non è casuale, rappresenta il giusto premio (o la giusta punizione) per una differenza di atteggiamento nei duelli che ha inciso in maniera determinante sulla sfida.

La crisi di gol di Lautaro

Non ha ancora segnato nella Serie A 2024-25 ed è una notizia dato che si tratta del capocannoniere della precedente edizione. Una condizione fisica in ritardo rispetto ai suoi colleghi e una difficoltà nella lucidità che ne sta condizionando inevitabilmente la precisione sotto porta. Lautaro Martinez fatica a segnare e l'Inter fatica a vincere, una conseguenza naturale che soltanto la bellezza delle trame nerazzurre e il gioco corale espresso nella passata stagione avevano in parte nascosto.

Contro il Milan sembrava l'appuntamento perfetto per restituire anche ai suoi tifosi di club l'esultanza del toro apprezzata costantemente nell'estate da protagonista nella Copa America dell'Argentina. Invece occorrerà attendere ancora, l'Inter è chiamata a innovarsi, a sfruttare 90 minuti complicati per capire come non crollare ancora e concedere sempre meno agli avversari.

Lautaro Martinez, Matteo Gabbia
FC Internazionale v AC Milan - Serie A / Marco Luzzani/GettyImages

La sensazione è che non si sia ancora aperta nessun tipo di crisi, che società, tifosi, squadra e allenatore remino tutti nella stessa direzione. Le sconfitte fanno parte del calcio, alcuni dicono servano a ricordarsi l'umiltà dell'avere i piedi per terra. Guardando al passato del ciclo Inzaghi si fa presto a trovare spunti dolorosi per recuperare quell'atteggiamento che ha spinto i nerazzurri ad essere apprezzati non solo come Campioni d'Italia, ma anche come una delle squadre migliori al mondo. Per riaccendere la scintilla a volte bisogna girare lo specchio e soffermarsi sui propri difetti.