Agnelli: "Provo vergogna. Allegri? Assolutamente confermato"

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli / Marco Canoniero/GettyImages
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Massimiliano Allegri continuerà a essere l'allenatore della Juventus. Nessun esonero, dunque, per il tecnico neanche dopo l'incredibile tonfo dei bianconeri contro il Maccabi Haifa. A rinnovare la fiducia nei confronti del tecnico è stato Andrea Agnelli in persona, intervenuto ai microfoni di Sky Sport al termine del match di Champions League; ecco cos'ha dichiarato il presidente della Juve (Fonte: ilbianconero.com):

È il periodo più difficile della sua presidenza? "Serata difficile, è un periodo e va analizzato nel suo contesto. È uno dei periodi più difficili, è il momento dell'assunzione delle responsabilità. Provo vergogna oggi per quanto sta succedendo, sono decisamente arrabbiato, ma consapevole che il calcio è uno sport di squadra. Si gioca in 11, da questo principio si riparte".

Ancora fiducia in Allegri? "Assolutamente. In una situazione come questa, ascoltavo i commenti, non è un solo uomo, non è un giocatore, dottore, fisioterapista, è una questione di gruppo e ripartiamo da qui. Abbiamo 9 partite in 30 giorni, posizioniamoci bene e ci devono vedere protagonisti".

Parallelismi con il ritorno di Capello al Milan: "Ho visto anche grandi ritorni, come Lippi. Parlare di analogie è difficile. È una questione di gruppo, di atteggiamento generale, contro squadre tecnicamente più abbordabili ma così non è stato. È mentale, fisico. Facciamo gruppo, sapendo che c'è anche da provare vergogna, chiedere scusa ai tifosi che fanno fatica a girare per strada. Un tifoso vuole sentire appartenenza e non lo stiamo dando. Serve profonda riflessione. Sappiamo di avere le qualità per uscirne, individuali e di gruppo".

Pesa il contratto di Allegri? "Fuori linea, parlo di gruppo, non può essere problema dell'allenatore se non vince un tackle. La Juve ha sempre fatto le verifiche a fine anno se volete mettere un orizzonte temporale. Faccio fatica a pensare a un cambio in corso. Allegri rimarrà, abbiamo 50 persone nello staff, dirigenti, 80-90 persone che devono avere la capacità di raggrupparsi e ritrovare identità e di mettere in campo le qualità che questa rosa ha".

La Juve in questi anni ha venduto il futuro? "Su questo no, avete dei giocatori in studio e sono più idonei a rispondere. Ci sono giocatori che non riescono a emergere ed è meglio per loro cambiare squadra. Abbiamo ragazzi che rappresentano il futuro, penso a Soulé, Fagioli, lo stesso Vlahovic è stato un grande investimento. E' un gruppo di 80 persone, deve ritrovare quella compattezza che permette di mettere in campo le qualità che la squadra ha per vincere le partite".

Che svolta ci sarà nel concreto? "Non sono io a gestire, verrà l'allenatore e a lui spetta sempre la decisione. È fondamentale il rispetto dei ruoli, e i ruoli saranno rispettati. Per me è un discorso collettivo".


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