Alla fine ha avuto ragione Xavi
L'aveva annunciato Jurgen Klopp, ha proseguito sulla stessa scia Xavi e poi è toccato anche a Thomas Tuchel. Allenatori che hanno in comune la guida di Top Club europei che non alleneranno nella prossima stagione, Liverpool, Barcellona e Bayern Monaco. Non ipotesi e rumor classici della stampa riguardo in panchina, bensì comunicazioni ufficiali degli stessi allenatori o dei club.
Motivazioni diverse se confrontiamo gli ultimi due con Klopp, ma stesso esito. Xavi ha annunciato l'addio a fine stagione il 27 gennaio 2024, al termine della sconfitta casalinga per 5-3 maturata contro il Villarreal. Un risultato amaro preceduto dall'eliminazione dalla Coppa del Re di qualche giorno prima, con i blaugrana che avevano visto sfumare l'ultimo trofeo a disposizione a Bilbao nei Quarti di Finale contro l'Athletic dell'ex Valverde (4-2 a San Mamés).
9 gol subiti in meno di una settimana hanno spinto Xavi, dopo le vaghe ipotesi, a sbottonarsi ufficialmente, con una decisione che sicuramente è stata sofferta e diffiicile. Una decisione da tifoso: "Ho ragionato da tifoso e da uomo del club. Sono io il responsabile, ora giocatori più liberi. Ho preso questa decisione già da giorni, la squadra ha bisogno di un cambio di rotta. Voglio ringraziare il presidente per la fiducia, sono un tifoso del Barça e desidero il meglio per il club".
Cosa è cambiato in un mese?
Dal 27 gennaio al 27 febbraio. Un mese in cui il Barcellona è sceso in campo sei volte tra Liga e Champions League. Nel massimo campionato spagnolo ha ottenuto 4 vittorie e un pirotecnico pareggio con il Granada (3-3), a cui si è aggiunto il pari del Diego Armando Maradona nella sfida di andata degli Ottavi contro il Napoli.
I blaugrana hanno messo una distanza significativa sul quinto posto occupato dall'Athletic Bilbao, hanno convinto in varie occasioni, anche in Champions League, superando un momento di crisi con le varie armi a disposizione. Dalla ritrovata centralità di Robert Lewandowski, 4 gol nelle suddette gare, alla scoperta di Vitor Roque, in rete consecutivamente con Osasuna e Alavés, fino al buon livello dimostrato dai vari Yamal, Raphinha e Joao Felix.
La squadra ha ritrovato quella serenità che aveva condotto alla vittoria della Liga nella stagione passata. E soltanto in determinati posti, come ricordato da Guardiola, Valverde e anche Bordalás, la pressione è così esagerata. Gli errori della gestione Xavi Hernandez sono comuni a molti allenatori dei Top Club europei; possono essere riassunti nel calo di rendimento di una squadra dopo una vittoria significativa. Il Barça ha perso la solidità che gli ha regalato la Liga, ma il lavoro svolto dal catalano è stato cruciale per riportare i blaugrana a festeggiare nuovamente un trofeo ed essere competivi.
Inoltre, la squadra è migliorata quando è stata svuotata dagli obiettivi principali, quando la Liga è diventata irraggiungibile, la Supercoppa e la Coppa del Re sono sfumate, e la Champions è apparsa come un cammino in cui difficilmente il Barcellona potrà giungere all'ultimo atto. Xavi si è assunto tutte le responsabilità, togliendole ai suoi calciatori e sacrificandosi prematuramente per non gettare alle ortiche quanto di buono costruito. Per lasciare un buon ricordo, ma soprattutto un buon lavoro alla sua gente.
Se Gavi e Pedri li ha trovati pronti, Pau Cubarsí, Hector Fort, Fermín Lopez, Lamine Yamal e Marc Guiu sono sue creazioni. Una scuderia di giovani per ricostruire il DNA Barça, quello che lui incarna a tal punto da prendere una decisione che in pochi avrebbero preso. Mentre, da un mese e più, si ragiona su un successore che sia al livello del catalano e che allo stesso tempo incarni il sentimento di cui sopra, una cosa risulta essere abbastanza certa. Se a Barcellona non ci sono cicli lunghi e duraturi come nei Top Club inglesi, forse uno dei motivi risiede nel caotico ambiente blaugrana, che non perdona periodi di crisi nemmeno alla sua leggenda più lucente e che dimentica in fretta.