Amantino Mancini: "De Rossi scelta giusta per la Roma. Il Lione mi cercò dopo quel gol"
Esclusiva 90min - Una vita a Roma, poi una breve parentesi a Milano con le maglie di Inter e Milan. Amantino Mancini non ha dimenticato la sua esperienza in Italia. Adesso vive in Brasile, un Paese dove il calcio viene ancora vissuto in maniera viscerale tra una capirinha e una picanha a Belo Horizonte o a Rio.
Noi di 90Min Italia abbiamo intervistato l'ex calciatore brasiliano che ci ha raccontato alcuni interessanti aneddoti, ci ha spiegato come si vive il Derby della Capitale e ha dato la sua benedizione sulla scelta della Roma di affidare la panchina al suo ex compagno Daniele De Rossi. Abbiamo parlato anche di José Mourinho e dei suoi progetti a Minas Gerais.
Amantino tu sei arrivato dal Brasile alla Roma, ti ricordi ancora la tua accoglienza a Trigoria?
"Mi ricordo l'accoglienza a Trigoria, sono stato accolto bene da tutti. Poi c'erano tanti brasiliani come Emerson e Lima e quindi devo dire che mi hanno accolto benissimo, pure Mister Capello e altri giocatori in squadra".
Al tuo primo anno in giallorosso hai segnato un gol di tacco nel derby contro la Lazio. Puoi descrivere di nuovo quell’azione?
"È stato il mio primo gol in campionato, è stato un gol meraviglioso, un gesto tecnico veramente splendido. È stato anche un anno importantissimo perché venivo dal calcio brasiliano ed ero appena arrivato in Italia".
Cosa vuol dire giocare e vincere il derby?
"Vincere un derby è importantissimo, perché comunque ti dà la forza e ti dà fiducia per affrontare il campionato e chi ti sta davanti. Vincere un derby è totalmente diverso rispetto a vincere una qualsiasi altra partita in campionato".
Qual è il clima pre-derby in città?
"Il clima pre-derby è eccezionale, mi ricordo ancora quando sono arrivato a Fiumicino in aeroporto a luglio e la partita con la Lazio era a novembre. I tifosi mi dicevano: "Mi raccomando per il derby!", e quindi si vive una atmosfera diversa rispetto a qualsiasi altra parte".
Tre anni dopo un gol d’antologia contro il Lione in Champions. Si può dire che quello è il tuo gol più bello?
"È stato un gol meraviglioso anche quello conto il Lione: doppio passo e poi gol. È stato meraviglioso perché giocavamo una partita così importante contro un club che era fortissimo però il più bello è stato con la Lazio perché un gol come quello, in una gara così importante e particolare, è indescrivibile".
Ma è vero che il Lione ti ha cercato dopo quel gol?
"Sisì! Il Lione mi ha cercato! Mi voleva in Francia, ma la Roma non ha voluto cedermi e poi io non me ne volevo andare perché stavo benissimo. Roma è la mia casa e la trattativa col Lione non è andata se si può dire a buon fine".
Tu hai giocato con De Rossi. Puoi offrirci un ritratto di Daniele? Ti aspettavi questa “seconda vita” come allenatore da parte sua?
"L'arrivo di De Rossi è avvenuto in un momento importante dove la Roma aveva bisogno di un allenatore che conosceva bene la città e i tifosi e poi lui è romanista. Penso che il suo arrivo abbia dato più anima alla squadra, penso anche che abbia dato più atmosfera allo spogliatoio e anche ai tifosi. Penso che scegliere un simbolo e un ex calciatore per la panchina per guidare la "Magica" sia stata la scelta giusta".
Dalla Roma all’Inter, tu eri un giocatore di Mourinho. Che tipo era José?
"È un uomo che "entra dentro" di te, che riesce a togliere qualcosa di più dai giocatori, è un allenatore che ha vinto tanto in carriera. Io ho imparato tantissimo da lui, è stato un privilegio essere allenato da Mourinho".
Ti ha sorpreso il suo esonero a Roma?
"A me non ha sorpreso perché cambiare allenatore nel calcio è più facile che cambiare trenta giocatori. Lui veniva da un periodo difficile, dove la Roma non riusciva a giocare bene e a non fare punti. L'esonero è stata una cosa normale ma lui ha portato la Roma in due finali europee ed ha contribuito tantissimo alla crescita della Roma a livello europeo".
Dall’Inter al Milan, con Ronaldinho come compagno. Qual è la cosa più curiosa che hai visto fare al fenomeno brasiliano?
"All'Inter non giocavo più e Leonardo mi aveva subito chiamato e ho accettato l'invito perché volevo giocare. Ho avuto subito però un problema al flessore ma comunque è stato un piacere indossare quella maglia, anche perché c'erano tanti brasiliani come Thiago Silva, Pato e poi Ronaldinho che comunque è un ragazzo eccezionale, felice, allegro e dunque è stato eccezionale e un onore giocare con questi giocatori al Milan".
Adesso sei in Brasile, quali sono i tuoi progetti? Sogni di ritornare in Italia?
"Ho un progetto con una squadra a Minas Gerais e l'obiettivo è quello di fare un settore giovanile importante e fare crescere i giovani".
Feyenoord-Roma, vedrai come sempre la partita?
"Partita calda, importante e anche la prima di Daniele in Europa. La cosa che mi preoccupa è l'atmosfera dei tifosi che l'anno scorso hanno avuto dei problemi. Mi auguro che non ci sia il fattore campo e che la Roma possa portare a casa un risultato utile per passare agli ottavi".