Com'è andata la stagione della Fiorentina dopo il ritorno di Iachini?

Beppe Iachini, allenatore della Fiorentina
Beppe Iachini, allenatore della Fiorentina / Gabriele Maltinti/Getty Images
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Quando Beppe Iachini è tornato a sedersi sulla panchina della Fiorentina, ha trovato una squadra impaurita e sotto pressione per la pessima classifica. Era compito suo infondere nuovamente fiducia al gruppo, fargli credere che la salvezza era una cosa perfettamente alla loro portata. E doveva farlo fin da subito o poteva perderli definitivamente. Il primo test dello Iachini bis è stato il Genoa, trasferta ostica perché i rossoblù lottavano per lo stesso obiettivo. Intelligentemente non ha stravolto la squadra, scegliendo la via della continuità e rinunciando a schierare quei giocatori imprescindibili dello Iachini 1.0. Quindi spazio a Venuti sulla fascia, Pulgar al centro e Vlahovic in attacco.

Gli influssi e la grinta di Iachini sembravano aver fatto subito effetto: all’insensato fallo di Ribery su Zappacosta i Viola non si sono disuniti. Sono rimasti compatti, cercando di sfruttare le occasioni a loro disposizione. Ma quella durezza mentale era solo apparenza. I giocatori viola sono stati prima annullati in casa contro un’Atalanta incontenibile, sebbene una piccola reazione c’era stata. Successivamente la Fiorentina ha spento completamente la luce nella gara contro il Sassuolo. Tutte le debolezze della squadra sono venute a galla: dai titolari ai panchinari, passando per lo stesso allenatore.

Quest’ultimo non ci aveva capito niente e al Mapei ha vissuto il momento più basso da quando è tornato alla Fiorentina. Ma più in basso di così non poteva andare e, fortunatamente, è iniziata una faticosa risalita. Infatti, dalla terribile sconfitta con il Sassuolo, la Fiorentina non ha più perso: 2 vittorie e 3 pareggi.

Maxime Lopez
La pesante sconfitta contro il Sassuolo ha svegliato la Fiorentina / Alessandro Sabattini/Getty Images

A Verona era il momento della verità e la vittoria era necessaria quanto l’ossigeno per respirare. Iachini, stavolta, ha saputo leggere bene la partita. Senza più cambi insensati nel finale, Ambrabat, invertito con Bonaventura, è tornato ad essere lo straripante giocatore dello scorso anno. Jack, invece, ha avuto più libertà di inserimento, procurandosi il rigore che ha sbloccato la partita. Un Bonaventura che così è diventato una pedina fondamentale per la risalita viola. Mancava però proprio contro la Juventus. Una gara dove Iachini è riuscito a dare le giuste motivazioni ai calciatori, non dandola già per persa. Loro lo hanno seguito, giocando un ottimo primo tempo, chiudendo gli spazi e concludendo in vantaggio. Nel secondo hanno tenuto duro, strappando un ottimo pareggio.

Nello scoppiettante derby dell’Appennino, invece, si sono rivisti i fantasmi del passato. Se il punto di forza di Iachini è la difesa, contro il Bologna ha fatto acqua da tutte le parti. Drammatica e da film horror, quella che dovrebbero far vedere nelle scuole calcio per far capire ai bambini come non difendere. Milenkovic, Pezzella, Caceres e Biraghi (mai propositivo, mai pericoloso) hanno subito tre goal identici da un giocatore che, seppure forte, ormai ha una certa età. In più hanno lasciato troppe occasioni a un Bologna che avrebbe potuto segnare di più. Se la Fiorentina non ha perso, è stato merito della sua qualità in attacco, in particolare di un Vlahovic che non smette più di segnare e di un Bonaventura in palla.

Giacomo Bonaventura
Vlahovic e Bonaventura hanno tenuto la Fiorentina a galla contro il Bologna / Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images

Un pari che, però, non ci voleva. Perché servivano i 3 punti, perché la prossima partita era con una squadra che la Fiorentina ha sempre trovato difficile affrontare: la Lazio. E invece è stata la partita (quasi) perfetta. Un po’ troppo affanno all’inizio, ma la Viola si è comportata da grande squadra: difendendo quando necessario e colpendo cinicamente al momento giusto. Due sono state le certezze: quella ritrovata di un Castrovilli schierato a sorpresa e quella di un Vlahovic che ha segnato dall’inizio del 2021 gli stessi goal di Messi. E Ribery, per una volta, ha fatto il Ribery, per la gioia di tutti i tifosi di calcio.

Il pareggio con il Cagliari e la vittoria dell’Atalanta contro il Benevento ha permesso a Iachini la conquista dell’obiettivo per cui era stato richiamato: la salvezza. Ma sono soprattutto i meriti dell’allenatore marchigiano che devono essere evidenziati, con quel cambio di marcia decisivo nel momento più complicato della stagione. Certo, con il Cagliari voleva vincere ma aver mantenuto la porta inviolata e non aver concesso niente agli avversari è positivo. Perché ormai la Fiorentina è salva matematicamente e non era scontato. C’è solo un’ultima cosa da dire: grazie Beppe. Firmato tutti i tifosi viola.


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