Angelino come Rodriguez? Perché funziona e perché è un rischio
La Roma è in evoluzione. Lo era con Daniele De Rossi, sbarcato a gennaio scorso sulla panchina giallorossa e lo è soprattutto oggi, dopo l'esonero del tecnico capitolino e il suo avvicendamento con Ivan Juric. È trascorsa una settimana completa dall'ufficialità dell'ex allenatore granata, una vittoria convincente all'Olimpico con l'Udinese e soltanto poche novità rispetto alla proposta di gioco del suo predecessore.
Normale se si riflette sul clima vissuto a Roma in questi giorni. Toccare un simbolo giallorosso con decisioni così forti e impopolari ha avuto delle conseguenze sull'ambiente che probabilmente non saranno limitate ai gesti di disapprovazione della sfida contro l'Udinese. Far bene in una situazione del genere non è quindi banale e le prossime gare saranno decisive per capire se Ivan Juric riuscirà a tenere saldamente in mano lo spogliatoio capitolino.
In un contesto caotico è emerso un leader tecnico che con De Rossi svolgeva un ruolo fondamentale; un ruolo che Ivan Juric potrebbe aver già deciso di confermare. Angeliño da terzo centrale ha dimostrato di essere più un'opportunità che un rischio nelle prime uscite stagionali. Ai dubbi riguardanti le caratteristiche, che ne trasmettono un'identità da terzino di spinta, meno conservativo rispetto alla media, ha risposto annullando Florian Thauvin, uno dei più in forma del campionato, in una gara uomo su uomo dominata tecnicamente e tatticamente dallo spagnolo.
Le statistiche di Angeliño
Nella sfida contro l'Udinese è stato il calciatore che ha toccato il maggior numero di palloni (insiema a Ndicka), statistica emersa già nella partita contro il Genoa. La Roma, e accadeva spesso anche nella passata stagione, cerca l'uscita palla sulla corsia sinistra, accentrando lo spagnolo che diventa così un centrocampista aggiunto che offre maggiore fluidità alla manovra. È il primo sbocco di gioco nella propria metà campo e sulla trequarti avversaria, l'uomo che arriva da dietro e che riesce a far circolare la sfera con più liberta degli altri.
Se analizziamo le sue statistiche, lo spagnolo figura al primo posto in Serie A per passaggi progressivi e per distanza dei passaggi progressivi, per distanza progressiva di trasporto palla e ancora per passaggi nell'ultimo terzo e passaggi in area di rigore. Soffermandoci sull'ultimo dato, per chiarire la bontà delle sue prestazioni, Angeliño condivide la prima posizione con giocatori offensivi come Rafael Leao, Florian Thauvin e Charles De Ketelaere, oltre all'esterno nerazzurro Federico Dimarco.
Dati fbref.com
Incide non solo nella costruzione giallorossa, ma anche come rifinitore nella metà campo avversaria. Operando da braccetto di sinistra è generalmente meno marcato rispetto a un quinto di centrocampo e in quella posizione, guardando anche allo scacchiere difensivo su cui può contare Juric, potremmo vederlo spesso. Se Mancini è intoccabile, gli altri due posti verrano divisi tra Ndicka, Angeliño, Hummels ed Hermoso, ma soltanto quando gli ultimi due giungeranno allo stato di forma che consentirà di apprezzarli come titolari.
La sensazione però è che sia per la rapidità in fase di costruzione e in non possesso, sia per la qualità nei piedi, Angeliño sia una risorsa unica in questa Roma. De Rossi non vi rinunciava quasi mai e Juric potrebbe trasformarlo definitivamente in un terzo centrale, come accaduto con Ricardo Rodriguez a Torino (ruolo replicato con successo con la Nazionale svizzera). Dopo una buona impressione nei primi 6 mesi di prestito, la società giallorossa l'ha riscattato per pochi milioni e ora può godersi un jolly difensivo con piedi sensibili e l'idea di verticalità propria solo di alcuni centrocampisti creativi.