Antonio Paganin ricorda Vialli: "Solare e unico nella sua semplicità"
ESCLUSIVA - La morte di Gianluca Vialli ha scosso il nostro calcio. L'ex calciatore di Sampdoria, Cremonese e Juventus è morto all'età di 58 anni, stroncato da un tumore al pancreas. Noi di 90min abbiamo contattato telefonicamente Antonio Paganin, per farci raccontare il Vialli calciatore oltre al Vialli uomo. Ecco quanto emerso dal suo ricordo.
Ieri (6 gennaio, ndr) è morto Gianluca Vialli, come ha appreso la notizia?
"Al di là che magari negli ambienti si era un po' a conoscenza della difficoltà degli ultimi tempi. Non si conosceva, o meglio, io non conoscevo la gravità della situazione però era abbastanza nell'aria la notizia e questo mi dispiace. Ho passato quattro anni con lui alla Sampdoria dal 1984 al 1988, ed essendo una Samp quella dell'epoca Mantovani prettamente giovane è ovvio che il cameratismo che c'era tra noi ragazzi era molto stretto, però qualche volta ci ha dato un punto d'incontro. In quegli anni la Samp aveva cominciato a vincere: mi ricordo che con loro avevo vinto due Coppe Italia, però la soddisfazione e - in questo caso - il dispiacere sono stati indubbi".
Qual è il ricordo più bello e nitido che ha di Gianluca Vialli?
"Lui era una persona solare. L'ho sentito da più parti in questi giorni, soprattutto leggendo i vari messaggi che sono stati scritti. Con lui ti potevi confidare, potevi ridere, scherzare e al tempo stesso diventava serio e affrontava i problemi di petto. Una bellissima persona".
Si ricorda il primo allenamento con Vialli?
"Sì, eravamo in ritiro. Io arrivavo dal settore giovanile del Bologna, mentre lui dalla Cremonese. Lui era già aggregato alla prima squadra, io facevo spola tra primavera e prima squadra. Ero stato aggregato per fare la preparazione, e in quegli anni poi sono arrivati Sounes e Francis, per cui a primo impatto era come trovarsi in una famiglia. C'era anche Enzo Gambaro, che arrivava dal Milan ed eravamo in camera assieme. All'epoca ci riunivamo nelle camere perché non c'erano televisioni per fare due chiacchiere e poi dal primo allenamento capivi subito perché la Samp aveva preso un Vialli così giovane ma al tempo stesso così forte".
Quando è stata l'ultima volta che ha visto Gianluca Vialli?
"Se non ricordo male l'ho visto tre o quattro anni fa negli studi Sky e c'eravamo incrociati nei corridoi di Sky".
Se dovesse scegliere un aggettivo per descrivere Vialli quale sceglierebbe?
"Era unico, nella sua semplicità e nel modo di giocare. Unico anche nel calarsi in un ruolo di spalla tecnica e di commentatore, ma anche di suggeritore per quello che poteva essere un ammodernamento della programmazione. Si rifaceva molto a Sky Uk, e chiedeva di fare delle modifiche. Era molto pignolo, attento ai dettagli. Quando si staccava però si faceva festa, era molto portato a un divertimento "sano". Tante volte si divertiva giocando a carte, ridendo, scherzando e bevendo due birre, era unico in questo senso".