Arthur si è finalmente preso la Juventus: numeri incredibili, ma con Pirlo può crescere ancora
110 palloni giocati (secondo solo a Cuadrado con 122), 100 passaggi, 96% di questi sono stati positivi, a cui vanno aggiunti 11 possessi guadagnati e una grande occasione creata. Parliamo di Arthur, il nuovo regista della Juventus di Pirlo. C'è di più, il 57% dei passaggi è stato effettuato nella metà campo avversaria. C’è stato tutto, insomma, nella gara del mediano cresciuto nel Gremio: costruzione e interdizione e un dialogo maggiore, come testimoniano i numeri, con Danilo (17 passaggi), Ronaldo (14), Rabiot (13) e Cuadrado (12). L’aspetto forse più importante in ottica futura riguarda le responsabilità che Arthur si è assunto e la personalità: sempre nel vivo del gioco, sempre coinvolto dai compagni e sempre pronto a “chiamare” il pallone. E la squadra, evidentemente, si fida e si affida sempre più a lui.
Numeri assimilabili a quelli del miglior Pjanic, anche se il controllo che Arthur esercita sulla partita è differente da quello del bosniaco: l’ex Barcellona non perde mai il possesso della palla ed è bravo ad attirare la pressione avversaria e gestire la sfera col suo controllo di altissimo livello portando gli avversari a commettere fallo per permettere alla Juve di respirare. Per contro, il brasiliano lancia decisamente poco, sebbene quasi sempre in maniera precisa, e pesca l’uomo in verticale solamente quando è certo che la squadra possa trarne vantaggio.
L’integrazione di Arthur nel gioco della Juve e, viceversa, l’adattamento dei compagni alle giocate del 5 verdeoro, non hanno logicamente ancora raggiunto un livello ottimale: ci sono alcuni problemi per il giocatore in fase di copertura e a volte sorge qualche incomprensione anche nel dialogo con l’altro centrocampista, che non si aspetta ripetuti passaggi ravvicinati. Spesso infatti i vari Rabiot, Bentancur e McKennie quando vengono pescati in mezzo a molti avversari non hanno la lucidità per ridarla di prima ad Arthur, fondamentale che ha appreso alla grande a Barcellona.
Tuttavia l’apporto di Arthur in fase di possesso palla è assolutamente vitale per il raziocinio e la compattezza che ha donato al reparto mediano, fin troppo frenetico in molte occasioni. Il brasiliano non è un assistman vero e proprio, ma il giocatore che fa il passaggio prima dell'assist e spesso è proprio quella la giocata decisiva ai fini del gol.
Ma tornando alla partita contro il Cagliari, il 96% dei passaggi riusciti e la sola singola chance creata, confermano la tendenza di essere sì una certezza in mezzo al campo, ma con pochi rischi presi in verticale. Circa l'80% dei propri passaggi sono infatti diretti verso i due lati e soltanto il 18% sono proposti in avanti. È in questo dato, nel coraggio di provare ad accelerare e verticalizzare, in cui può ancora crescere. Sporcherà un po' quelle percentuali mostruose, ma la Juventus non potrà che goderne con i suoi attaccanti che amano l'attacco della profondità. Toccherà a Pirlo quindi provare a trasformarlo in un vero e proprio play "alla Pirlo".
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