L'astro nascente e il mentore stanco: la Fiorentina di Vlahovic e Prandelli
Che lo scontro diretto contro il Benevento fosse un crocevia per la Fiorentina, a questo punto e con questo calendario, è di certo il segreto di Pulcinella: stavolta i viola ne sono usciti indenni e persino con qualche ragione d'entusiasmo, un vero toccasana in un periodo tendente al nero. La ragione maiuscola per sorridere la consegna Dusan Vlahovic, in una delle sfide che di certo ne tratteggiano l'esplosione in modo dirompente e, si spera, definitiva: una tripletta in quarantacinque minuti di gioco non è cosa da tutti, l'ultimo a riuscirci in viola fu Hamrin e parliamo dunque dell'Olimpo gigliato, ma non è solo il numero dei gol a dare il senso della crescita del classe 2000, per quanto anche i numeri reclamino giustamente un ruolo centrale per un centravanti.
Il serbo sembra aver completato un percorso, o comunque una parte di strada, per ampliare le frecce al proprio arco e per diventare sempre più completo: il terzo gol è stato una magia da stropicciarsi gli occhi, il secondo è stato d'istinto e di prontezza mentre il primo, da centravanti che si rispetti, ha visto Vlahovic trovare il giusto spazio in area, beffando i centrali. Quindi alla tecnica e al mancino educato, mai in dubbio, si stanno unendo la necessaria scaltrezza e la capacità di segnare anche gol più di rapina, meno belli ma ugualmente importanti.
L'esplosione di Vlahovic, che poi avrà sicuramente i suoi risvolti anche dal punto di vista contrattuale e di mercato, registra però una sorta di contrappasso: proprio Cesare Prandelli, colui che di fatto ha consegnato al serbo le chiavi dell'attacco dandogli fiducia e continuità, ha reso esplicito un aspetto che (anche solo osservando il tecnico) appariva evidente. L'allenatore viola è stanco, si è detto "svuotato", come se l'esperienza fiorentina ricominciata a novembre stesse richiedendo riserve di energie davvero eccessive per chi vive in modo così forte le faccende di casa vola.
Una salvezza ancora da conquistare, le tante critiche per i risultati deludenti, l'assenza del sostegno dei tifosi allo stadio e i numerosi casi per il futuro del club (tra centro sportivo e nuovo stadio) stanno dunque assorbendo forza al tecnico di Orzinuovi, senza contare le continue voci sul possibile successore e su quello che sarà il futuro. Proprio l'artefice numero uno della consacrazione di Vlahovic sembra pagare lo scotto più pesante per il momento difficile dei viola: l'augurio è che i tre punti di ieri riescano a ricaricare le batterie del tecnico, allentando tensioni e pressioni nella fase più decisiva, verso lo sprint salvezza.
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