Atalanta, Pessina: "Al Milan ero giovane e senza esperienza, era giusto che la facessi altrove.
"Il club è partito dal settore giovanile, poi ha fatto il centro sportivo e lo stadio. È una società solida, lungimirante, organizzata. E noi siamo un gruppo unito e con un unico pensiero: farci entrare in testa le idee di Gasperini. Corriamo l’uno per l’altro". Lo assicura Matteo Pessina, nuovo gioiello esploso nell'Atalanta e protagonista di una chiacchierata con i colleghi de La Repubblica: "Cosa abbiamo di speciale? Forma fisica e organizzazione tattica. Lavori di forza e atletici che nessun altro fa in A e pressing altissimo, sull’uomo. Così gli avversari vanno in difficoltà, soprattutto nel secondo tempo. E poi fase difensiva: la nostra parte dal primo attaccante e arriva fino al portiere".
LA SFIDA IN CHAMPIONS CON IL REAL - "Forse era il sogno più grande. Io, poi, mi ispiro a Toni Kroos. Real decimato? Lasciamo perdere le assenze del Real. L’essenziale è affrontarlo come abbiamo sempre fatto con tutti, senza snaturare il nostro gioco".
IL PAPU GOMEZ - "Il suo addio dopo la mia esplosione? Ma no, quello che ho fatto io non è nemmeno paragonabile a quello che ha fatto qui il Papu".
LA MATEMATICA E LA SCUOLA -"Mi piace pensare che lo studio mi sia servito a tenere la mente allenata sul campo. E a mantenere il distacco necessario. Se mi considero ancora uno studente che gioca a calcio, tengo i piedi per terra. L’ho detto ai ragazzi del mio vecchio liceo: se uno punta tutto sul pallone, rischia di ritrovarsi allo sbando. La scuola penalizza gli sportivi? Sono d’accordo. Nelle scuole pubbliche, in genere le più importanti, spesso si pensa che uno debba studiare e basta. Dad? Ne usciremo, vedo una luce. Serve l’aiuto di genitori e professori: i ragazzi non devono mollare. Vale anche per gli allenamenti degli sport non professionistici, bloccati".
L'ESPERIENZA AL MILAN -"Ero giovane e senza esperienza, era giusto che la facessi altrove. Col Milan ho cercato di fare i passi più giusti in quel momento: non è andata nel migliore dei modi, ma nel calcio succede. Oggi sono contento di essere all’Atalanta e di tutto il mio percorso. Credo anche di avere lasciato buone tracce ovunque io sia stato".
IL SOGNO EUROPEO - "Io sto dando tutto. Siamo in tanti, ma così è ancora più stimolante. Facta, non verba: lo dico da sempre. È il modo migliore per dimostrare le cose, in questo mondo dove tanti parlano troppo".
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