Aurelio De Laurentiis a ruota libera su Rudi Garcia, Osimhen, nazionali e scommesse

Il presidente del Napoli ha parlato ai giornalisti nel centro sportivo del club.
Aurelio De Laurentis
Aurelio De Laurentis / Maurizio Lagana/GettyImages
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Chiacchiere in libertà tra Aurelio De Laurentiis e i giornalisti presenti a Castel Volturno. Il patron del Napoli ha voluto chiarire la posizione di Rudi Garcia, ha smentito l'ipotesi Antonio Conte e ha parlato anche del futuro di uno dei calciatori più importanti presenti in rosa (Victor Osimhen) oltre, naturalmente, al caso scommesse che sta tenendo banco in queste due settimane di sosta nazionali. Ecco le sue parole riportate da Sport Mediaset:

"Dopo la sconfitta contro la Fiorentina ho letto di tutto. Nella vita si possono avere dubbi e va valutato il proprio operato, se c'è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità. Ma da qui a dire di cambiare allenatore... Ho teso la mano a Garcia e gli ho detto di andare avanti e di non preoccuparsi: tutti fanno errori e mi auguro che non si ripetano più. Da noi avrà supporto. Il cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la difesa alta, come Sarri e Spalletti. Su Antonio Conte non voglio domande, sarebbe un'azione di disturbo. Con lui ho fatto una vacanza anni fa alle Maldive e c'era anche la sua famiglia, da quel momento abbiamo mantenuti i rapporti. Ma mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez e Reja. Il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e questo mi infastidisce".

"Giuntoli da sei mesi si era messo in branda e mi continuava a ripetere di mandarlo alla Juventus. Un direttore sportivo deve avere la cultura dell'umiltà e del lavoro e lui ce l'aveva. Il colpo Kvara non è suo ma è stata una segnalazione a mio figlio Edoardo che poi è arrivata a Giuntoli. Lui qui ha indovinato tanti giocatori e altrettanti ne ha sbagliati, così va la vità. È un ottimo professionista che è andato alla Juventus con mia grande sorpresa. Su Osimhen non sono mai stato sereno nei suoi confronti: io sono rimasto lo stesso, se il suo umore è cambiato non posso farci nulla. Se dopo la stretta di mano le cose cambiano, la cosa dispiace, ne prendiamo atto e andiamo avanti. Con lui ci sono ottimi rapporti, la scadenza del contratto è nel 2025 e c'è tempo. Non dimenticate che ho venduto Koulibaly nell'ultimo momento utile".

"Tre anni fa parlai di un libro americano Calcio Mafia, argomento poi ripreso da Raffaele Cantone in Football Clan, dove si trattava di scommesse. Eppure non si è approfondito l'argomento, adesso se ne torna a parlare anche se non si sa ancora bene in che termini. Non parlo della ludopatia, di vizi o di troppi soldi che girano: io sono sempre stato molto attento ad assumere calciatori la cui realtà familiare e provenienza geografica mi assicurassero una certa tranquillità psicologica e una certa tutela. Tengo molto alla cultura del lecito. Il Napoli va anche azioni di vigilanza sugli atleti, poi chiaro che gestire una ricchezza improvvisa è un problema, non tutti lo sanno fare. Se una persona non ha altri interesi poi può essere abbagliato da altro. Non è giustificabile ma si può essere preda da altre allucinazioni o altre attenzioni".

"In questo periodo ho avuti tanti impegni e ora sono tornato e mi sono riavvicinato alla squadra per dare serenità. È una mia colpa non essere stato sufficientemente vicino alla squadra ad inizio stagione, ma avevo altre incombenze. Una volta risolte, mi sono dedicato al Napoli e sarà così per tutto il resto del campionato. L'anno scorso abbiamo vinto con 16 punti di vantaggio dalla seconda, ma chi l'ha detto che quest'anno accadrà la stessa cosa, tra l'altro con un altro allenatore? Lo speriamo, certamente, ma tutto ciò non è scritto da nessuna parte. Ci siamo qualificati in Europa per quindici anni di fila".

"Non è che tutti gli allenatori vogliono rischiare di venire in un posto dove c'è un paragone con Spalletti, che ha vinto con un vantaggio di 16 punti. Chi glielo fa fare? Io dico solo che non sanno cosa si perdono a non venire a Napoli: l'energia che c'è qui non si trova da nessuna parte. Dal 2013 ad oggi abbiamo incassato circa 4 milioni di euro di rimborsi come partecipazione dei nostri giocatori alle partite delle loro nazionali, pur avendo sempre più di dieci calciatori convocati. Questo secondo me non va bene. Oggi abbiamo calciatori fortissimi già a 18 anni, ma se non li facciamo giocare, come diventano campioni? Non voglio l'Under 19 o Under 21 che hanno poca visibilità internazionale, quindi meno valorizzazione. Voglio una Nazionale unica con tutti i giocatori giovani, di massimo 22 anni. Dovrebbe essere lasciata la scelta ai club di poter mandare o meno in nazionale un giocatore, con la possibilità di dire no se si tratta di una gara amichevole. Se io ho pagato un giocatore 50 milioni di euro e mi torna infortunato, dovrebbero risarcire il club del costo per ogni giorno di assenza. Pensate a Neymar...".

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