Baroni presenta la sfida contro l'Udinese e spiega dove deve crescere la sua Lazio

Marco Baroni
Marco Baroni / Silvia Lore/GettyImages
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Conferenza stampa della vigilia per Marco Baroni. A circa 24 ore dal match in casa dell'Udinese, il tecnico della Lazio ha parlato ai giornalisti in sala stampa presentando la partita contro i friulani, esaltando alcuni singoli e dando alcune indicazioni su come giocheranno gli avversari e su cosa dovrà migliorare la squadra giorno per giorno. Queste le sue parole.

"Per prima cosa facciamo gli auguri a Pellegrini di riprendersi presto, fortunatamente sappiamo che sta bene. La squadra ha lavorato e ogni giorno è prezioso, abbiamo messo alle spalle l'ultima gara e pensiamo alla trasferta di Udine, sarà complicata. Sarà un bel test, giochiamo contro una squadra che ha struttura fisica, che ha calcio in verticale e lavora sulla pressione. Ci saranno delle difficoltà che la squadra ha preparato. Sarà una sfida accesa, noi dobbiamo migliorare nella velocità della manovra, la squadra sta lavorando con dedizione e per me è importante. Tutti, chi ha giocato e chi è rimasto fuori, tutto l'organico sta andando nella stessa direzione, mi aspetto una partita importante".

"Dobbiamo trovare maggiore compattezza ed equilibrio, ci serve aggressività e pressione in avanti. La squadra mi è piaciuta dal punto di vista mentale, non è facile andare sotto dopo tre minuti per una situazione evitabile. La squadra è rimasta dentro la partita e non si è scomposta, chiedo sempre alla squadra di rimanere in partita perché la gara può cambiare in qualsiasi momento e portare gli episodi dalla tua parte".

"Non dobbiamo migliorare nella manovra ma nella velocità. Abbiamo fatto tanti passaggi e questo lo richiedo, ma avere più velocità di manovra ci permette di creare ancora di più. Rovella e Vecino sono giocatori diversi, c'è anche Cataldi e sto valutando a seconda della partita chi far giocare. Rovella ha fatto molto bene secondo me: è rientrato da un infortunio e aveva perso molta mobilità, ho messo Vecino che è entrato molto bene perché è un giocatore importante, così come Cataldi. Cerco di gestire al meglio la rosa, non dobbiamo pensare a undici titolari perché quando ogni giocatore sa quello che deve fare sul campo, ci saranno partite in cui si possono fare leggeri cambiamenti, anche in base all'avversario".

"Lavoriamo ogni giorno per migliorarci e ogni settimana c'è una verifica del lavoro svolto. È impossibile fare tutto insieme, la squadra deve arrivare alla partita con l'atteggiamento voglioso e desideroso di essere presente dentro il match. La cosa principale è avere la possibilità di condurre la gara con aggressività. Castrovilli e Nuno Tavares stanno lavorando: mettiamo dentro settimane di lavoro per raggiungere la condizione ottimale. Dia sta bene, ha lavorato a parte 2-3 giorni dopo la partita di coppa con la Salernitana. Sta bene e lo stiamo portando dentro le nostre richieste, si è calato molto bene perché ha le caratteristiche che ricerchiamo, ha grande mobilità, attacca la profondità e sa fare gol. Non escludo una sua coesistenza con Castellanos, ci dobbiamo lavorare".

"Castellanos per me è un giocatore forte che deve giocare con ferocia, questo lo sa e lo sta facendo. Lavoro molto bene per la squadra, credo che l'ultima partita oltre al gol che è stato cercato ha fatto bene. Ha indotto l'avversario all'errore, ha avuto altre due occasioni ed è stato presente dentro la partita. Lì davanti sanno che devono portare le prime pressioni, sul campo è voglioso e desideroso. Quando parlo di ferocia per l'attaccante è questo che fa la differenza, si segna solo con questa cattiveria".

"L'Udinese è una società che stimo, è lungimirante e lavora con una programmazione. All'interno ci sono giocatori strutturati e bravi. C'è una ricerca di un calcio diverso, più verticale, ci sono le condizioni per far bene ma dipende tutto da noi. Sono molto curioso perché ci aspetta una partita complicata. Io parto sempre per far gol, ho giocato spesso anche con quattro attaccanti. Il problema non è il numero degli attaccanti ma il lavoro che fanno, se stanno fermi non possono giocare in quattro. Se portano pressione e hanno mobilità ci possiamo arrivare, senza equilibrio non si può giocare a calcio".

"Non metto un giocatore o un altro perché vado sotto, stiamo cercando l'equiibrio e lo troveremo nel lavoro. Non mi piace parlare neanche di gerarchie: chi si allena forte e dimostra di voler andare in campo, va in campo. Conosco bene Runjaic, l'ho studiamo ed è un allenatore che tendenzialmente gioca con il 3-4-2- o 3-4-2-1, o al massimo con il 3-5-2".

"Dele-Bashiru va costruito, ha delle potenzialità fisiche e tecniche importanti, ma viene da un calcio e un modo di allenarsi diverso. Ho visto una crescita importante nell'applicazione e nella ricerca di fare le cose che chiediamo. Quando dico che non abbiamo tempo, spesso abbiamo visto campioni che hanno avuto bisogno di sei mesi o un anno di adattamento. Qui non c'è tempo, dobbiamo anticipare le tappe e ho bisogno di partecipazione".