Barzagli parla della Juve attuale e delle similitudini con quella del 2016

 Andrea Barzagli
Andrea Barzagli / Marco Canoniero/GettyImages
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Andrea Barzagli, ex difensore della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. L'ex calciatore non poteva non parlare della Juve attuale: Barzagli rivede nell'attuale squadra bianconera alcune similitudini con quella degli anni precedenti, oltre a sottolineare l'importanza dei pochi gol subiti e la cosiddetta "operazione remuntada". Ecco le sue parole.

Su nessun gol subito: "La Juventus che non subisce gol non mi stupisce: la difesa forte è lo storico marchio di fabbrica del club e di Allegri. Il passaggio al 3-5-2 pre Mondiale ha trasmesso maggiore solidità alla squadra, diversi giocatori rendono meglio con questo assetto. Poi, al di là del sistema di gioco, trovare continuità di risultati fa la differenza. E quando ingrani ti girano bene anche gli episodi, come i due pali colpiti l’altro giorno dalla Cremonese".

Sul trio verdeoro in difesa: "Leo è lì da una vita ed è sempre il capitano, ma i tre brasiliani hanno dimostrato di sapersi compensare al meglio giocando a tre. Danilo e Alex Sandro in questo momento della carriera sono più a loro agio come centrali, ma grazie alle loro qualità e al passato da terzini garantiscono anche palleggio in costruzione. Conosco bene entrambi. Sono brasiliani sì, ma anche un po’ italiani: sempre sul pezzo. Danilo ha una dote incredibile: non sbaglia mai la partita e all’interno dei novanta minuti è spesso protagonista di salvataggi preziosi. È un giocatore di livello internazionale, intelligente e abile nelle letture: certo che sarebbe stato bene anche con noi della Bbc".

Su Bremer: "È tosto, duro, bravo nell’anticipo e veloce: uno dei top del campionato. Ma è giovane e ha ancora ampi margini di miglioramento nel palleggio. Se la Juventus dovesse vincere lo scudetto, anche i tre brasiliani entreranno di diritto nella storia del club e dei grandi difensori che hanno vestito la maglia della società".

Gleison Bremer
Gleison Bremer / Francesco Scaccianoce/GettyImages

Sui pochi gol: "I numeri non dicono tutto, ma tanto sì. Storicamente gli scudetti si conquistano con la miglior difesa. La solidità aiuta parecchio, aumenta le probabilità di successo. E per solidità intendo anche il lavoro di attaccanti e centrocampisti. Questa Juventus, dopo un avvio difficile e forse un po’ troppo euforico per l’arrivo di alcuni giocatori, l’ha ritrovata".

Sull'ipotetica rimonta: "Noi eravamo partiti pure peggio in quell’annata… Le squadre sono diverse, non paragonabili. Però qualcosa di simile c’è, anzi molto: è sempre la Juventus e in panchina c’è Allegri. Sì, la rimonta come nel 2016 è possibile. Il Napoli fin qui ha fatto un campionato straordinario, ma lo scudetto è ancora apertissimo. La Juventus c’è e lotterà con la squadra di Spalletti, con il Milan e con l’Inter fino alla fine".

Su Kiwior: "È un profilo giovane, ma ha qualità importanti. Va ancora un po’ lavorato, però senza dubbio è un difensore interessante".

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