Bentancur: "Sento la fiducia di Conte. La Juventus? Aveva perso fame e rabbia"

Rodrigo Bentancur
Rodrigo Bentancur / Marc Atkins/GettyImages
facebooktwitterreddit

"Dite che sono uno dei migliori interpreti del mio ruolo? Vi ringrazio di cuore, ma non credo di essere così speciale". È uno dei passaggi della lunga intervista rilasciata a Tuttosport da Rodrigo Bentancur, capace di rilanciare la sua carriera in Inghilterra.

Rodrigo Bentancur
Rodrigo Bentancur / Catherine Steenkeste/GettyImages

IL TOTTENHAM E CONTE - "La verità è che sono felice, contentissimo, assai soddisfatto di quanto sto realizzando con il Tottenham. Ho già segnato 3 gol in questa stagione (due in Premier e uno in Champions, ndi) e non siamo nemmeno a metà di questo campionato. Ora che il tecnico, il manager come si dice qui in Inghilterra, Antonio come lo chiamano con enorme affetto i nostri tifosi, ha cambiato sistema di gioco, puntando su una mediana con 3 centrocampisti, mi chiede di spingermi con più costanza nei pressi dell’area avversaria, di provare maggiormente ad andare al tiro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: credo che sia un discorso di confidenza, di sicurezza nei propri mezzi. Quando senti che credono in te senza se e senza ma perdi ogni tipo di timidezza e ci provi. Conte mi ha ritagliato un ruolo importante nella squadra, avverto la sua fiducia in ogni momento, in allenamento e in partita. Poi, chiaro, a volte ci sono i momenti no, i periodi grigi: succede in qualsiasi squadra, ma a livello personale sono strafelice, mi sento in una forma divina e Conte mi ha regalato un ruolo fondamentale. Farò di tutto perché non cambi mai idea, darò il massimo per continuare così. Certo, giocare con dei crack assurdi come Harry Kane o Son Heung-Min in avanti mi facilita non poco il compito. La verità è che, dal primo momento in cui ho messo piede al Tottenham loro due mi hanno stupito: sapevo che erano fortissimi, ma non pensavo fino a questo punto. Una cosa è vederli in tv, un’altra è condividere con loro il lavoro durante la settimana, lo spogliatoio, il giorno dopo giorno. Sono dei mostri, dei fuoriclasse totali con il pallone tra i piedi, ma sono pure due ragazzi semplici e molto molto disponibili. Giuro: mi hanno stupito. Il segreto di questo Tottenham? È cambiata la mentalità: è proprio su questo aspetto che Conte ha insistito, martellandoci continuamente. Non dobbiamo arrenderci, mai, fino al triplice fischio dell’arbitro: abbiamo appreso perfettamente la lezione e infatti varie volte in questa stagione abbiamo centrato il successo negli ultimi minuti di gioco, abbiamo trionfato in 6 o 7 partite segnando tra il 90' e il 95'. Per quanto mi riguarda, io continuerò a dare il 150% delle mie possibilità per il bene del Tottenham, per aiutare i miei compagni".  

LA JUVE - "Vedo il Boca e la Juve in tv, compatibilmente con i miei impegni con gli Spurs. Mi viene più facile, per motivi di fuso orario, guardare i miei ex compagni bianconeri. Con molti sono in contatto, mi sono rimaste amicizie fortissime. Pensate che con Alex Sandro, Danilo, Cuadrado e Dybala abbiamo un gruppo whatsapp, attivissimo. No, ma va: Paulo non l’abbiamo espulso dal gruppo dopo che è andato alla Roma. Cosa ricordo della mia esperienza alla Juventus? Bene: credo che i primi tre anni, parlando personalmente, siano stati di crescita, di miglioramento gara dopo gara. Gli ultimi due, invece, non sono stati soddisfacenti. Penso che quella Juve avesse perso un po’ di fame, di rabbia. Quando vinci molto, il rischio è che il gruppo si abitui ai trionfi, abbia la pancia troppo piena e vengano meno le motivazioni. Volevamo sollevare la Champions: non esserci riusciti ci ha frustrato, e molto. Il giudizio generale sui miei anni bianconeri è però che sono stati fantastici, sono cresciuto tantissimo, il club mi ha dato tutto sotto ogni aspetto, la tifoseria mi è sempre stata vicina. La Juve è stata la mia famiglia, il sentimento non muta né cambierà mai. Auguro loro trionfi in serie e ogni bene, ma la realtà era che, dopo essere rimasto alla Juve così a lungo, avevo bisogno di un cambio. Di aria, di campionato, di obiettivi, di tipo di calcio. Arrivare in Premier è stato un salto di qualità importante: se non avessi fatto le cose per bene, adesso non sarei qui a parlare con te... Dei ragazzi del Boca ogni tanto sento El Pipa Benedetto: con lui ho giocato a La Bombonera è abbiamo un rapporto idilliaco. Quando posso e l’orario è accessibile, ovvio, guardo il Xeneize, che è stato una tappa fondamentale".