Bergomi: "Inter, ti serve un Matthäus! La differenza tra Conte e Trapattoni"

Giuseppe Bergomi
Giuseppe Bergomi / Gabriele Maltinti/Getty Images
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L'ex capitano dell'Inter, ora opinionista di Sky Sport, Beppe Bergomi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole:

INTER DEI RECORD VS QUELLA ATTUALE - "Si fa sempre fatica a paragonare squadre di epoche diverse. Nella mia c’erano tanti nazionali italiani e per costruire una mentalità vincente furono aggiunti campioni come Brehme e Matthäus. Ecco, ci fosse uno come Lothar non avrei dubbi: l’Inter arriverebbe prima".

Giuseppe Bergomi
Giuseppe Bergomi / Pier Marco Tacca/Getty Images

IL SEGRETO DELLA GRANDE INTER - "La compattezza, un’unione eccezionale che ci portò a vincere contro tante rivali fortissime, dal Napoli al Milan. Anche allora come oggi l’Inter non era partita benissimo. La critica stava massacrando Trap e un giorno una delegazione di giocatori italiani — io, Zenga, Baresi, Matteoli e Ferri — andammo a bussare alla sua porta. Gli dicemmo solo “Siamo con lei” e lui si commosse. Gli scese una lacrimuccia: fu un momento bellissimo e quel gruppo si unì ancora di più"
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Giovanni Trapattoni
Giovanni Trapattoni / Boris Streubel/Getty Images

CONTE E TRAPATTONI – "Sono molto diversi, anche perché la professione di allenatore è cambiata davvero tanto. Trap sapeva motivare parecchio, ma aveva anche la capacità di allentare la presa. Viveva la sconfitta in maniera diversa rispetto a Conte, che è un grandissimo allenatore ma in quei momenti, per carattere, va un po’ in difficoltà".

ANTONIO CONTE – "Conte è il valore aggiunto di quest’Inter: non ha la rosa più forte della A ma, con tutte le difficoltà del caso, sta costruendo una squadra solida che ha tutto per arrivare in fondo al campionato. Lo capisco quando prova a combattere contro la negatività che a volte si respira nell’ambiente: a modo suo, vuole solo che tutti remino dalla stessa parte. Noi eravamo più pronti e coperti in tutte le caselle: fu più facile risalire la corrente".

IL MIGLIORE – "Oltre ai tedeschi, dico Matteoli. Mi diceva “Beppe, passami la palla anche se sono marcato…”: era uno sfogo eccezionale per noi difensori. Allora prese il posto di Beppe Baresi e in quel momento sterzò la stagione. Fu un cambio di uomo, mentre questa volta è stato decisivo un cambio del modulo: quando Brozovic ha preso il posto da regista in uno schieramento senza il trequartista la squadra è andata molto meglio".

BASTONI – "Ho recentemente detto a Ferri che oggi io e lui saremmo dei nani… I difensori sono ormai molto più alti e Bastoni ne è un esempio: interpreta il ruolo in maniera moderna, ma noi eravamo molto più marcatori. Di capitan Handanovic mi sono piaciute le ultime dichiarazioni: non ha cercato scuse, come fa un vero leader".

I CAMPIONI ANNI ’80 – "Da loro c'è da imparare Il senso di appartenenza, l’amore infinito per la maglia. Se capiranno i valori dell’Inter, il suo Dna che è diverso da tutti gli altri — non migliore o peggiore, ma diverso –, possono spostare le montagne e giocarsela contro tutto e tutti. E a quel punto lo scudetto sarà una conseguenza".


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