Blasfemia calcistica di un assurdo ritorno: Bernardeschi-Fiorentina, si può sperare?
Se volessimo generalizzare e schematizzare i diversi atteggiamenti di tifosi e addetti ai lavori nei confronti di un possibile ritorno, verso cioè un giocatore pronto a indossare nuovamente la casacca di una sua ex squadra, potremmo individuare chi da un lato si scalda, animato dall'effetto revival e dalla voglia di riallacciare un discorso, e chi invece - per contrapposizione - non digerisce le proverbiali minestre riscaldate e le rifugge per principio.
Potremmo poi aggiungere qui un ulteriore spunto per i detrattori dei ritorni ad effetto: l'idea, cioè, di un complicato pentimento calcistico e della necessità vitale di ripulirsi dal "peccato originale" costituito idealmente (nella mente del popolo viola) dal passaggio dalla Fiorentina alla Juventus. Si ragiona, in questi giorni e in queste ore, del futuro di Federico Bernardeschi con la maglia della Juve: si fa sempre più concreta l'idea di un addio a parametro zero in estate, dell'interruzione dell'avventura bianconera iniziata nel 2017/18 e segnata fin qui da 173 presenze e da 11 gol tra le varie competizioni.
Numeri certo distanti da ciò che si poteva presagire al momento dell'arrivo dai viola, col marchio di giovane (e costosa) promessa tra le più intriganti del panorama italiano, in rampa di lancio verso un futuro da big. Una schizofrenica ricerca del ruolo ideale, il peso delle aspettative di un club come la Juventus e la continuità non sempre garantita hanno composto, nel tempo, in quadro tutt'altro che idilliaco e, anzi, hanno contribuito a costruire un rapporto di rari alti e abbondanti bassi col popolo bianconero.
Esiste, oggi, una possibilità concreta di rilancio e di "redenzione" per il classe '94, ormai ex talento divenuto solo in parte quel giocatore che, a suo tempo, aveva lasciato intravedere nei viola di Sousa? Gli spazi per un riscatto, considerati i 28 anni di età, le doti tecniche e la versatilità del 33 bianconero, sembrano ancora ampi ma, a margine di tale interrogativo, può avere senso immaginare un clamoroso ritorno al passato colorato di viola? Niente voci di mercato, non si tratta qui di indiscrezioni, ma di una potenziale suggestione assolutamente impopolare (ai limiti del blasfemo) che potrebbe però offrire motivi di logico interesse.
I motivi per sperarci
Esistono, neanche troppo tra le righe, possibili ragioni per ritenere virtuoso un Bernardeschi 2.0 in maglia viola, esistono e si connettono in maniera salda al ruolo di Vincenzo Italiano nel mondo Fiorentina e all'impatto che il tecnico ha saputo avere nel capoluogo toscano. Un tratto distintivo del nuovo corso gigliato, fin dagli albori della stagione e dunque dal ritiro di Moena, si esprime nella capacità di Italiano di sancire il riscatto di elementi dati per persi, indicati ormai ai margini del progetto e meramente a caccia di un'occasione altrove.
Fardelli di cui liberarsi, un monte ingaggi da alleggerire e, di fatto, motivazioni tecnico-tattiche ormai azzerate. Una situazione rovesciata in toto, soprattutto osservando il rendimento di elementi come Saponara e Duncan ma anche il rilancio di Sottil, dopo il prestito di Cagliari, o la fiducia riposta in Callejon nella prima parte della stagione. I casi di Duncan e Saponara, in particolare, chiariscono il ruolo di Italiano come possibile mentore di chi vive un momento critico della propria carriera: il fronte delle motivazioni, di un gruppo in cui tutti sono utili ma nessuno è necessario, è tra i punti di forza dell'attuale tecnico viola.
E proprio in questo contesto Bernardeschi, in linea teorica, potrebbe riscoprire dentro di sé quelle qualità e quella fiducia che in passato lo portarono al centro del progetto viola, poi "tradito" per seguire le sirene bianconere. C'è poi un fattore slegato dall'aspetto psicologico e connesso invece alle idee tattiche di Italiano, rispetto al novero di esterni che l'allenatore vuole in rosa: il ruolo chiave degli esterni offensivi riguarda anche, anzi soprattutto, la natura varia e complementare degli interpreti a disposizione.
Italiano vuole cioè una batteria di esterni che offra più soluzioni: giocatori a piede invertito per accentrarsi e andare al tiro, talenti in grado di saltare l'uomo e di creare superiorità numerica, elementi più disciplinati e in grado di portare maggiore equilibrio (come Callejon), registi offensivi veri e propri impiegati sulle fasce (è il caso di Saponara). Proprio Callejon e Saponara - a fronte della permanenza di Gonzalez, Ikoné e Sottil, potrebbero lasciare i viola in estate e un profilo simile a Bernardeschi potrebbe offrire a Italiano ulteriori armi sugli esterni.
Infine emerge chiaramente un discorso che trae dal passato le proprie ragioni: in viola Bernardeschi sembrava poter diventare leader, alla Juve tale auspicio non si è concretizzato ma, tornando appunto in Toscana, il talento di Carrara potrebbe ritrovare la fiducia e la continuità a lungo mancate all'Allianz.
I motivi per evitare
Si entra poi in un terreno spinoso e colmo di ovvi ostacoli, persino scontati anche a una lettura superficiale: Bernardeschi, al pari di Chiesa e di Vlahovic, è percepito in casa viola come reo di aver tradito le attese e i sentimenti di un'intera piazza, di aver accantonato l'idea di un futuro da bandiera viola per preferire il ruolo di comprimario nella rivale di sempre.
Diventa dunque evidente come, agli occhi del 99% del mondo viola, l'ipotesi di un ritorno possa risultare del tutto illogica e persino deleteria, una deriva da tenere ben distante. Al contempo, va da sé, un impatto deludente sul campo potrebbe rinvigorire e tenere vivo l'ostracismo nei confronti del giocatore, potrebbe enfatizzare ancora un rapporto compromesso da quanto accaduto nel 2017 (dalle voci sul rinnovo all'addio in direzione Juve).
L'altra faccia della medaglia, certo, sarebbe un potenziale smacco alla Juve: la possibilità di ridare luce a chi in bianconero non ha brillato, riprendendo a parametro zero chi a suo tempo portò 40 milioni di euro nelle casse viola, tenendo fuori ogni discorso campanilistico e di cuore. Tra le ragioni per cui restare scettici, infine, citiamo l'ingaggio del giocatore: 4 milioni di euro, cifra che anche i viola - così come i bianconeri - non garantirebbero a Bernardeschi che, tra l'altro, si sta allontanando dalla Juve proprio per il poco gradito rinnovo "al ribasso" e per una situazione che potrebbe ricordare da vicino quanto accaduto la settimana scorsa con Dybala (con epilogo analogo).
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