Boban torna sull'addio alla UEFA, commenta le big e ridimensiona Koopmeiners

Le parole dell'ex centrocampista del Milan sulle big del nostro calcio
Sky Event Photocall at Palazzo Reale
Sky Event Photocall at Palazzo Reale / Stefania D'Alessandro/GettyImages
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La Serie A è ripartita e un ex protagonista del calibro di Zvonimir Boban, ormai lontano dal proprio ruolo alla UEFA lasciato in modo burrascoso, ha parlato a La Gazzetta dello Sport della stagione appena iniziata e delle proprie sensazioni sulle big che la caratterizzeranno. Boban si è espresso innanzitutto sul proprio recente percorso e sull'epilogo dell'esperienza all'interno della UEFA. Queste le sue parole:

Addio alla UEFA: "Ho fatto tanti compromessi nella mia vita, di qualcuno mi vergogno anche, ma di fronte alla usurpazione e alla pura politica di chi per difendere un proprio interesse infanga tutto il calcio e le sue istituzioni, non era possibile continuare. E mi creda, nonostante il mio ruolo fosse prestigioso e importante, la decisione di farmi da parte seguendo il mio credo è stata inevitabile anche se sofferta. Purtroppo, da anni vediamo che la tecnocrazia calcistica imperversa nel sistema, privandolo dei valori che invece dovrebbe rappresentare e difendere sempre. Questa gente pensa di essere più importante del gioco, dei calciatori, degli allenatori, del pubblico, delle stesse istituzioni calcistiche. In questo senso, lo dico amaramente, pur lottando per i cambiamenti nella Uefa, come prima nella Fifa, non sono servito a niente".

La nuova Champions: "Nonostante questo formato sia nato per avere più introiti, fregandosene dei giocatori e del calendario già intasatissimo, mi piace e credo divertirà tanto. È stato votato prima del mio arrivo in Uefa. Io ho litigato con tanti per far ridurre le partite nei gruppi perché inizialmente ne erano previste dieci e per me non permettevano l’integrità della competizione visto che ci sono 4 fasce di squadre come livello di forza. Alla fine sono state ridotte a otto".

Le italiane in Champions: "L’Inter ha dimostrato di poter competere con tutti, le altre non le vedo a questo livello. Inter favorita per lo Scudetto? Assolutamente sì, è la più forte e completa".

Sul Milan: "Rispetto tanto il lavoro fatto da Fonseca allo Shakhtar, al Lilla e al suo inizio a Roma. È appena arrivato a Milano e bisogna dargli tempo, ma quello che mi preoccupa è che non abbia ancora la certezza che questa squadra può e deve giocare solamente con il 4-3-3. Così le mezzali possono dare equilibrio e aiuto agli esterni super offensivi come Leao e Pulisic. Reijnders non può giocare a due in mezzo, Loftus non è creativo per fare il dieci. Sono due mezzali, sono dei cursori e portatori di palla, non veri organizzatori di gioco. Fonseca è all'inizio, è intelligente e spero si possa correggere perché al di là dei risultati il problema è il gioco, che per ora non esiste".

Su Ibrahimovic: "Zlatan è un genio e lo ringrazierò a vita perché per amore del Milan accettò di tornare cambiando la storia recente rossonera e di tutti noi. Detto ciò, ora non ho capito cosa fa, quali sono le sue responsabilità e le sue competenze per poterlo giudicare. Spero le abbia capite lui, perché alla fine, sarà lui quello giudicato, mica Moncada. Resta il fatto che la squadra dello Scudetto e della semifinale della Champions è stata imprudentemente smantellata, su quelle basi si poteva costruire tanto. Per me è stato un errore madornale".

La Juve di Motta: "Motta mi piace tantissimo, quello realizzato col Bologna è stato un capolavoro. La Juve è già una squadra compatta e ordinata che cerca di giocare un bel calcio. Un altro discorso è la qualità e la classe dei giocatori a certi livelli, ma attenzione: sta nascendo una bella Juve con un grande allenatore".

Su Koopmeiners: "Koopmeiners non vale 60 milioni. Siamo parlando di un ottimo giocatore ma non di un fuoriclasse che cambia la dimensione di una squadra, in particolare non una squadra come la Juventus".