Bremer torna sulla decisione di rifiutare l'Inter accendendo il Derby d'Italia

Gleison Bremer
Gleison Bremer / Nicolò Campo/GettyImages
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È Gleison Bremer il protagonista di "My Skills", il format trasmesso da DAZN. La scelta non è affatto casuale, visto che il brasiliano, oggi pilastro della difesa della Juventus, è stato vicinissimo all'Inter, squadra che i bianconeri affronteranno domenica sera in un Derby d'Italia dal sapore di Scudetto. Nel corso dell'intervista, Bremer è tornato proprio sulla decisione di aver preferito la corte della Juve a quella dellInter, ma ha anche elogiato le qualità di Vlahovic e Yildiz.

Pensi mai che avresti potuto giocare nell'Inter? "No, sono dalla parte giusta. Con l'Inter sarà un duello fino alla fine. Fare risultato a Milano non è mai facile. Secondo me chi vince, non vince il campionato - ci sono ancora tante partite - però è un passo importante".

Su Giuntoli: "L'anno scorso abbiamo giocato ogni tre giorni, c'era la Champions League, era difficile anche per me che venivo dal Torino. Giocare ogni tre giorni, se non stai bene fisicamente, è complicato. Sto facendo bene e ho molta più fiducia in me stesso. Quest'anno è arrivato il direttore Giuntoli e ha portato molta serenità". 

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Su Vlahovic e Yildiz: "Dusan è un attaccante fisicamente forte, quando giochiamo insieme in partitella gli do molti consigli. È bravo e sta migliorando tanto. Anche Yildiz è un bell'attaccante, in allenamento entriamo duro su di lui, ma non si lamenta e continua a giocare. Ha grande forza nelle gambe e può fare una bella carriera".

Su Chiellini: "Giorgio mi ha suggerito di guardare molti video e di conoscere molto bene l'avversario. La Juventus mi aiuta tanto in questo, ho anche una persona in Brasile che mi segue. Ci sono attaccanti che non si possono mai lasciare tranquilli, come Osimhen e Lukaku, loro sono di livello internazionale. È importante far innervosire l'attaccante, perché poi in pochi rimangono concentrati tutta la partita. Ci sono tanti difensori forti in circolazione, come van Dijk. Lui è due gradini sopra di me perché ha vinto la Champions e gioca in un campionato tosto come la Premier League. Alla fine, quando un giocatore si ritira, contano solo i trofei vinti, se non hai vinto niente non puoi dire di esser stato il migliore".