Cabral, Jovic, Kouamé: occhio alle bocciature lampo e alle infatuazioni
In un momento di crisi succede di tutto, si rimettono in discussione le certezze e si ripensa col nostalgia al passato (si stava meglio quando si stava peggio, o giù di lì). In presenza di centravanti a digiuno o caricati a salve, accade dunque che si vada a scomodare un Pedro ormai lontano (bomber del suo Flamengo) o che ci si trovi persino a rivalutare quel Kokorin che - solo fino a poche settimane fa - raccoglieva sorrisini sarcastici o sguardi perplessi da parte dei tifosi.
Ma anche senza essere così estremi accade che si manifestino infatuazioni inattese, che scoppi un idillio non pronosticabile: Luka Jovic? Arthur Cabral? Macché, il centravanti del futuro della Fiorentina è Christian Kouamé. Lo stesso Kouamé derubricato a lungo come esubero, ritenuto poco adatto al 4-3-3 di Italiano poiché "non è un centravanti ma neanche un'ala".
Il fascino delle rivoluzioni
La voglia di cambiare rotta o persino di rivoluzione spinge anche a vedere ribaltoni dove non esistono: un "cambio di modulo" che in realtà è una diversa interpretazione del ruolo di mezzala da parte di Barak, una "bocciatura" di Cabral e Jovic che in realtà è solo una risorsa dalle caratteristiche diverse - come appunto Kouamé - da utilizzare all'occorrenza come prima punta più dinamica.
Temi che si intersecano poi con quotazioni che salgono e scendono, con un gradimento a dir poco vacillante e ondivago sulla base del singolo risultato: dall'estasi per un colpo dal Real Madrid, come Jovic, all'esaltazione di un giocatore spesso snobbato e reduce da un prestito all'Anderlecht.
Risorse su cui contare
Il rendimento sorprendente di Kouamé e la fiducia (inattesa) da parte di Italiano sono sotto gli occhi di tutti, al contempo il dualismo Cabral-Jovic non sembra giovare ai due e non ha fin qui scatenato quella virtuosa concorrenza che tifosi e addetti ai lavori si aspettavano. Ci sono diversi "ma" da prendere adesso in considerazione, per prendere le distanze dall'idea di Kouamé come nuovo centravanti viola e da un accantonamento prematuro di Jovic e Cabral.
Il serbo non può essere una meteora, non è finito a giocare nel Real Madrid per caso e merita la fiducia dell'ambiente, al netto di una condizione fisica non del tutto convincente. Il livello tecnico non può essere in discussione, piuttosto è utile capire quanto Jovic sia o meno adatto al 4-3-3 in senso assoluto o quanto - invece - possa giovargli la presenza di un'altra punta a suo fianco (Cabral o lo stesso Kouamé, persino Nico Gonzalez), di qualcuno che lo renda comunque meno isolato.
Per quanto riguarda Cabral occorre invece sottolineare con favore quanto mostrato col Twente, sia a livello realizzativo nella sfida d'andata che come abnegazione e capacità di caricarsi la squadra sulle spalle, di rivelarsi votato al sacrificio.
Qualità e valori che la Fiorentina non può disperdere per assecondare un'infatuazione, per il solo gusto di cambiare o di rimescolare le carte: valorizzare gli outsider e tenere tutti sul pezzo è certamente un bonus, guai però a dimenticare le potenzialità dei più attesi, a dare già per perso chi ha dimostrato di valere.
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