Cabral vs Piatek: perché i gol non sono tutti uguali

Esultanza viola
Esultanza viola / MB Media/GettyImages
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Il successo della Fiorentina sul Napoli, un Napoli preso nelle spire della consueta ansia da corsa Scudetto, presenta una ricca dote di significati rilevanti agli occhi del mondo viola: se è vero che il peso dei punti e dei gol si può valutare soltanto a posteriori, nel raggiungimento o meno di un obiettivo, rimane altrettanto chiaro come un gol possa davvero avere un valore speciale in base al proprio autore, possa scoprire un peso specifico differente e maggiore a seconda di chi, per l'appunto, butta il pallone in porta.

Cristiano Biraghi
3-2 viola a Napoli / MB Media/GettyImages

Un peso diverso

Il dualismo Piatek-Cabral, assoluta costante del dopo-Vlahovic che ha visto il vantaggio del polacco farsi sempre più ristretto col passare delle settimane, ci parla del resto di protagonisti dal profilo ben diverso e non solo tecnicamente: Piatek, prontamente arrivato in viola ancor prima dell'addio di Vlahovic in direzione Juve, aveva ed ha il sapore dell'affare conveniente, del riferimento sicuro di gol su cui contare senza doversi proiettare oltre, senza doversi figurare scenari tattici futuribili a medio-lungo termine.

Una risorsa per il presente, risorsa già utile e valida tra campionato e Coppa Italia, priva però - fosse anche solo per la formula del trasferimento - di quella curiosità che sa di futuro, che fa galoppare l'immaginazione. I gol non sono tutti uguali, dunque, poiché alcuni di essi aprono scenari e non si limitano a farti vincere: il timore che Arthur Cabral divenisse l'ennesimo Godot, quello atteso in eterno senza che si arrivi davvero a un punto, iniziava già a serpeggiare tra tifosi e addetti ai lavori, con l'ansia di capire quanto l'investimento fatto (15 milioni circa) fosse o meno avveduto, fosse o meno saggio.

Finestra sul futuro

Cabral sarà il centravanti della Fiorentina di domani, Piatek dal canto proprio deve ancora conquistarsi un riscatto tutt'altro che scontato (ora più che mai): logico, dunque, capire il senso liberatorio del morbido destro sul secondo palo che il brasiliano ha disegnato al Maradona, per il provvisorio 1-3 viola, dopo aver scavalcato Lobotka.

Ma non finisce qui: esiste anche una logica di natura tecnico-tattica dietro al peso dei gol di Cabral, con finestra sul domani, una logica che ora più che mai premia le scelte di mercato del club nel loro insieme (Cabral, Ikoné e Gonzalez in gol nella stessa partita, il miglior timbro possibile) e che lascia intendere quale sia il patrimonio offensivo a disposizione di Italiano per la prossima stagione, potendo dunque costruire qualcosa di solido e duraturo, con interpreti assolutamente funzionali alle idee del tecnico.

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Cabral dopo il gol / ANDREAS SOLARO/GettyImages

Ripensando poi all'effetto Vlahovic, con mesi attraversati dalla surreale sensazione di provvisorietà tale persino da macchiare la gioia dopo il gol, dà assolutamente ristoro la convinzione di scoprire, finalmente, reti che sanno anche di domani. Reti che non richiedono più alcun tipo di pudore o di distinguo, trascendendo il richiamo del presente.


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