Cagliari, comunque vada serve una rivoluzione
Dopo la stagione 2020-21 tutti credevano che il Cagliari avesse imparato la lezione, ma osservando gli ultimi avvenimenti forse non andata proprio come si sperava. A distanza di un anno infatti, la situazione è forse anche più critica e le decisioni prese dalla società fanno acqua da tutte le parti. Certo, per certi versi il brivido di salvarsi all'ultimo istante può essere considerato interessante, può dare una scarica di adrenalina, ma non è detto che poi le cose vadano come uno immagina.
La sconfitta esterna contro il Genoa è stato un suicidio vero e proprio e a quattro giornate dalla fine della Serie A, i rischi di non riuscire a mantenere la categoria si fanno sempre più alti. Preoccupa soprattutto l'atteggiamento, quello che ha visto una squadra cercare un semplice pareggio piuttosto che i tre punti per allungare su una diretta concorrente.
Cambiamento radicale
Che sia salvezza o retrocessione, il Cagliari a fine stagione deve effettuare un cambiamento radicale, che parta dalla base per arrivare fino al vertice. Facile in questi casi dare la colpa esclusivamente a uno o più calciatori, ma la situazione è più complessa.
Una rivoluzione è necessaria per creare una rosa completa e sempre a disposizione. Un privilegio che il Cagliari - da diverso tempo - non ha, arrivando a fine campionato con i giocatori stremati dall'utilizzo eccessivo.
Il primo colpevole quindi potrebbe sembrare l'allenatore, ma anche in questo caso Mazzarri deve fare i conti con i titolari e con alcune riserve - forse - non all'altezza della situazione. Insomma, per certi versi il mister rossoblù sembra quasi obbligato ad utilizzare sempre gli stessi giocatori.
Perciò, qualunque sia il destino dei sardi, la prima saggia scelta del club dovrebbe essere quella di rivedere il progetto tecnico e tattico, andando a rimpolpare e rinforzare tutti i tre reparti.
Pericolosa è anche la dipendenza ai gol di Joao Pedro. Con le difficoltà del 10 rossoblù di andare a segno, nessuno nella rosa del Cagliari è stato in grado di sopperire alla sua "assenza dalla rete", andando in gol con continuità e dando ancora più stress al brasiliano, costringendo Mazzarri anche ad utilizzarlo non al meglio perché in quel momento nessuno poteva sostituirlo per qualità e carisma.
Ulteriori cambiamenti
La rivoluzione però deve toccare anche parte della dirigenza del club, perché è diventato fin troppo semplice parlare di progetti a medio/lungo termine, ma i fatti? Da qualche anno si arriva a fine stagione con l'ambiente carico di malumori, fastidi e ripensamenti.
E il cambiamento non deve passare da un ritiro pre-gara o da qualsiasi decisione momentanea per salvare la barca che affonda. Serve una profonda analisi degli errori commessi in questi anni, serve sapersi prendere responsabilità - nel bene e nel male - per le scelte. Insomma, servono persone non solo in grado di progettare, ma che abbiamo la consapevolezza di passare ad un ipotetico Piano B in caso di emergenza, senza però vivere alla giornata e sperare nell'ennesimo miracolo.