Milan su Ceballos, l'ex tecnico assicura: "Dategli una chance e non vi deluderà"
Ne ha fatta di strada Dani Ceballos. Nonostante un'esperienza poco esaltante all'Arsenal, di cui ha vestito la maglia per due lunghe stagioni, il centrocampista classe '96 resta uno dei prospetti più interessanti del panorama calcistico europeo. E poiché non rientra nei piani a breve termine del Real Madrid, si sta guardando intorno per trovare una squadra che lo esalti al massimo: su di lui è forte l'interesse del Milan. Quale potrebbe essere il club che si sposa appieno con le caratteristiche di Dani Ceballos? Domanda a cui Pepe Mel, ex allenatore dello spagnolo ai tempi del Real Betis, ha provato a dare una risposta. Queste le sue dichiarazioni ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
PRIMA IMPRESSIONE - "Per convincerlo bastò un’entrata borderline, più dura del solito: “Dani aveva 18 anni, ma stregò tutti per la personalità”. Esempio pratico: “Scese in campo a cento all’ora ‘picchiando’ tutti, a ogni azione chiedeva il pallone sui piedi. Il Betis era in B spagnola, puntavamo alla promozione, avevamo bisogno di ragazzi senza paura, Mi stregò il coraggio. Nel 2014 avevamo l’obbligo di salire in Liga, lui era un ‘chaval’ con appena una partita tra i professionisti l’anno prima. A lui i 45 mila del Villamarin non mettevano alcuna ansia, giocava come un veterano: gli dicevo sempre che era un ‘vistoso'. Appariscente, protagonista. In fondo aveva 18 anni e una grande ambizione, ora ne ha 24 e non è cambiato. Chiama sempre il pallone come faceva da ragazzino, fa gruppo, cerca di controllare il gioco. A volte lo schieravo in mezzo insieme a Fabian Ruiz, oggi al Napoli. Si completano".
PREGI E DIFETTI - "Premetto che ciò che sto per dire va preso con le pinze, ma è un mix tra Pirlo e Gattuso. Con me giocava da centrocampista centrale, regista in un 4-4-2, ma può fare anche il numero 10. È uno di quei giocatori che randella, ci mette l’anima, un tuttocampista: se non gli danno il pallone se lo va a prendere. Grande tecnica, spirito di sacrificio e duttilità tattica. Gli piace stare vicino all’area, servire le punte, può fare sia il numero 8 che il numero 10. Purtroppo non è uno che segna molto, all’Arsenal ha siglato giusto due gol in due anni. Dategli una chance e non vi deluderà”.
DUELLO BARCELLONA-REAL MADRID - “Bastò una grande partita al Bernabeu l’anno prima. Lo voleva anche il Barcellona, fu un testa a testa durissimo. Io gli consigliai di scegliere i blaugrana. Erano in fase di rinnovamento: con Iniesta a fine ciclo e Xavi appena ritirato avrebbe avuto più spazio. I Blancos avevano Modric, Kroos, Casemiro. Campioni ancora al top e fedelissimi di Zizou. Ha avuto meno chance, ma il suo livello è da Real".
FLOP IN PREMIER LEAGUE - “Ritmi troppo elevati per lui. Nel 2014, prima di andare al Betis Siviglia, ho allenato il West Bromwich. So di che parlo: Dani è più adatto alla Serie A, dove la qualità viene sempre prima. E lui ne ha da vendere. Per questo il Milan farebbe un buon affare. È perfetto per loro”.
ANDEDDOTO - "Dani si esalta nelle grandi sfide, come ad esempio i derby con il Siviglia o i grandi classici contro le big di Spagna, ma il 2015-16 fu un anno difficile per lui. C’erano difficoltà relative al rinnovo, così quando giocavamo in casa i tifosi lo fischiavano di continuo. Per lui, tifosissimo del Betis, è stato un colpo al cuore. Tuttavia, più i fischi erano forti e più veniva a cercare il pallone, si prendeva la squadra sulle spalle, tentava la giocava. Non gli importava nulla".
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