Calvano: "A Ciro Immobile basterebbe una frase, ma Mancini non la pronuncerà mai"
Il giornalista di Unfolding Roma e speaker di Radio Stonata, Giuseppe Calvano, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 90min Italia soffermandosi sulla Lazio. Ecco le sue parole.
LAZIO-ZENIT - "La prestazione della compagine biancoceleste non mi ha sorpreso, Inzaghi e i suoi ragazzi aspettavano la Champions da talmente tanto tempo che era immaginabile l'impegno totale e una concentrazione ai massimi livelli. Covid o no la Lazio quest'anno in Coppa non ha mai deluso, nemmeno con 14 giocatori contati a San Pietroburgo o i 15 a Brugge, per non parlare poi della partita all'Olimpico contro il fenomeno del momento Erling Håland, attaccante del Borussia Dortmund. Simone Inzaghi vuole lasciare un segno ancora più indelebile nella storia della Lazio, già ha scritto pagine importanti, ma portare la sua squadra avanti in Champions significherebbe fare la storia. Il mister ha preparato la partita nel migliore dei modi, vedere Acerbi spostato a sinistra per far giocare Hoedt al centro poteva essere un azzardo, insomma, Patric, Hoedt e Acerbi a livello di nomi non danno garanzie in Italia figuriamoci in Europa, ma grazie a un Leiva straordinario in copertura hanno fatto poi la differenza. Il resto lo ha fatto Ciro Immobile".
CORREA - "Sul calciatore c'era la Juventus nell'ultimo giorno di mercato, Con l'Argentina è diventato un perno fisso, la sua crescita è esponenziale. Il dribbling stretto in area piccola sta diventando il suo marchio di fabbrica unito allo scatto nelle ripartenze. Può e deve ancora migliorare anche se alla Lazio ha già dato tanto, ricordiamo le sfide con la Juventus in Supercoppa e l'Atalanta in finale di Coppa Italia. Nei grandi appuntamenti lui c'è sempre, gli manca un pelino di continuità ma nel momento che è a disposizione una maglia da titolare è sempre sua, ci sarà un perché?".
IMMOBILE - "Ciro non è Giordano, non è Chinaglia o Beppe Signori, è soltanto CiroImmobile scritto tutto attaccato. A Roma ha trovato la consacrazione totale, è cresciuto a livello mentale, di struttura fisica e consapevolezza di essere parte integrante di un gruppo, non la stella e basta. La sua corsa non è mai banale, difficile sia lì ad aspettare la palla, se c'è da randellare in ripiegamento si mette a disposizione, dona tutto se stesso, quello lo faceva anche prima, ora ha l'intelligenza portata dall'età. Farebbe comodo a molte squadre in Italia e all'estero, ma Ciro è della Lazio oramai. La nazionale? Basterebbe poco per metterlo al centro del progetto, forse anche una sola dichiarazione del mister Mancini "è lui il mio numero 9". Ma Mancini non lo farà mai...".
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