Capello striglia l'Italia e spiega le differenze tattiche e tecniche con la Spagna
Fabio Capello, ex tecnico della Juventus e con un passato ne La Liga come allenatore del Real Madrid, ha commentato senza mezzi termini la debacle contro la Spagna. Il tecnico ha spiegato le differenze enormi tra il modello spagnolo e quello italiano, oltre a lanciare una frecciatina sui calciatori della nostra nazionale. Le sue parole a La Gazzetta dello Sport:
Sul match con la Spagna: "Senza troppi giri di parole: con la Spagna è stata una brutta caduta. Ma possiamo rialzarci. La qualificazione agli ottavi è lì, a un punto, e la Croazia lunedì ci offrirà l’occasione del riscatto. La missione è alla nostra portata, a patto di tenere a mente un paio di concetti emersi dal ko di Gelsenkirchen. Il divario nasce da lontano, perché nel nostro Paese non si coltiva più la qualità: nelle scuole calcio si insegna la tattica ma non la tecnica e il risultato nel lungo termine è questo".
Sul calcio e sul modello spagnolo: "Ho allenato a Madrid, conosco bene il modo in cui si insegna e si vive il calcio in Spagna: il momento più bello dell’allenamento è il rondo, il torello, e non perché si scherza e ci si rilassa, ma perché la sfida è sbagliare il meno possibile e la tecnica comanda. In Italia, in questi anni, in tanti hanno preso a modello Guardiola, ma il Guardiola di dieci anni fa, mentre lo stesso Pep si evolveva e guardava avanti".
Sui calciatori italiani e sullo stile di gioco della Spagna: "L’equivoco ha portato ai limiti di oggi: i nostri calciatori non si prendono quasi mai la responsabilità di giocare la palla in avanti o di rischiare un dribbling. Abbiamo finito per confondere il bel gioco con lo sterile possesso palla. Il bel gioco invece è quello della Spagna attuale, ecco il modello da seguire. Un modello in cui Nico Williams, a 21 anni, spiega che punta sempre l’avversario perché 'è il c.t. a chiedermelo'".