Caso tamponi, la Procura non è convinta e la Lazio rischia davvero: il punto
Il 'caso tamponi' scoppiato in casa Lazio è uno degli argomenti trattati oggi tra le pagine de La Gazzetta dello Sport. Nella giornata di ieri Ivo Pulcini, responsabile del settore sanitario del club biancoceleste, è stato sentito dalla Procura federale, che nelle scorse ore ha aperto un'inchiesta per fare chiarezza sulla questione.
Il colloquio, che ha visto tra i protagonisti anche Fabio Rodia (responsabile dello staff medico della Lazio), è avvenuto con i due sostituti procuratori federali Giorgio Ricciardi e Luca Scarpa, con il capo della Procura Giuseppe Chinè collegato da remoto. "E quanto riscontrato sembra non aver per niente soddisfatto la Procura" scrive la rosea, riferendo che nel racconto dei due ci sarebbero "dei buchi". Il quotidiano parla di "una mancanza grave, visto che nel protocollo federale è previsto esplicitamente il coinvolgimento delle autorità sanitarie per il tracciamento dei contatti diretti di ogni positivo".
Gli effetti per la mancata comunicazione alla ASL dei casi di positività sono diversi. Il caso di Ciro Immobile resta il più clamoroso ed indicativo: positivo il 26 ottobre prima del Bruges, negativo poi il 30 e 31 in un altro laboratorio (e in campo il primo novembre contro il Torino), il bomber è risultato nuovamente positivo il 2 novembre (niente Champions League). Quali saranno le conseguenze per il club di Lotito? "Il deferimento appare certo" scrive il quotidiano, senza escludere che nelle prossime ore possa arrivare pure una penalizzazione di punti, che varieranno in base alle violazioni riscontrate.
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