Cavani a un passo dal Benfica: hanno fatto bene le italiane a non puntare sull'attaccante?

Edinson Cavani è praticamente un giocatore del Benfica. Dopo che l'attaccante uruguaiano svincolato dal Paris Saint-Germain era stato a più riprese accostato all'Inter, prima in un ipotetico scambio più conguaglio con il cartellino di Mauro Icardi, poi direttamente a parametro zero, con le insistenti voci delle ultime settimane su un clamoroso arrivo alla Roma. Ma alla fine, per l'ex Napoli, si stanno aprendo le porte del Portogallo (scusate il gioco di parole).

Lascia la Francia con un ruolino mostruoso nella Capitale, dove ha messo a segno la bellezza di 138 reti in 200 gare giocate con i parigini: un curriculum da bomber di razza, che non ha risentito minimamente dell'età che avanza dall'alto dei suoi 33 anni. Ma siamo così sicuri che Edinson Cavani non avrebbe fatto comodo a nessuna società di Serie A?

A livello tecnico non c'è neanche da rispondere, perchè di attaccanti forti come Cavani, al mondo, ce ne sono pochi. Inoltre l'Italia è il paese in cui è arrivato da sconosciuto ragazzo con l'apparecchio ai denti, lasciato da uomo e con 112 reti messe a segno tra Palermo (dove lo ha portato Walter Sabatini) e Napoli.

Ergo, Cavani avrebbe potuto tranquillamente guidare l'attacco di tutte le big del campionato italiano. Il problema, e per questo la Serie A ha fatto bene a non fiondarsi, è solo e soltanto di natura economica: l'uruguaiano a Parigi percepiva "solo" 12 milioni di euro l'anno. E se anche avrebbe abbassato le pretese non sarebbe sceso sotto gli 8-9 a stagione netti. Visto il periodo economico, forse, è andata davvero bene così.

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