Certi amori non fanno giri e stanno fermi: Spalletti e Firenze, lungo flirt senza un epilogo
La sfida tra Fiorentina e Napoli, valida per la settima giornata di Serie A e in programma al Franchi alle 18, racchiude in sé evidenti ragioni illustrate anche dalla semplice classifica, con una capolista a punteggio pieno che incontrerà una viola capace di risollevarsi da anni opachi grazie all'entusiasmo e alle idee di Italiano, ma al di là di quel che dicono punti e statistiche esiste un altro filo conduttore: quello legato all'intreccio tra Luciano Spalletti, tecnico azzurro, e la Fiorentina. Un incrocio del cuore, senz'altro, non per un semplice discorso di tifo ma per ragioni più profonde, anche di vita prima ancora che di sport.
Le radici
Un discorso che si dipana attraverso due diverse linee, la prima connessa direttamente ai viola e la seconda, forse persino prioritaria, di tipo geografico e identitario. Il primo percorso è quello che da Certaldo porta a Firenze e che vede un Luciano ancora bambino raggiungere il capoluogo toscano, in treno, per inseguire il suo sogno di calciatore e per crescere - fino ai 16 anni - all'interno della famiglia viola. La madre raccontò anni fa come Luciano avesse simpatie gigliate a differenza del fratello, più vicino alla Juve, tanto da dar vita al consueto gioco di sfottò e amichevoli battibecchi. Un filo che col tempo si è assottigliato ma che, come naturale che sia, conserva ancora un suo richiamo, ribadito peraltro anche oggi dai concittadini di Certaldo, da sempre legati a Spalletti e orgogliosi del suo concreto affetto per il paese. E dalla simpatia calcistica si passa dunque alla questione persino più profonda, capace di condizionare la figura di Spalletti e di renderla ciò che è oggi: il richiamo costante alla terra, non solo come provenienza geografica ma ancor di più come terra da lavorare, da contadino. I richiami di Spalletti alla dimensione rurale fanno ormai parte inesorabilmente della sua immagine, in conferenza stampa sono consueti i riferimenti alla vita contadina, agli insegnamenti che arrivano da lì, dalle "galline del Cioni" fino all'amore mai nascosto per il contatto con la campagna e con gli animali, aspetti sempre presenti nei periodi passati senza una panchina.
Un lungo flirt
Dalle esperienze d'infanzia a quelle come tecnico affermato non sono mai mancati accostamenti, anche insistenti, in chiave gigliata: il richiamo della Fiorentina è stato senz'altro presente per Spalletti nel corso della sua carriera ma, ancor di più, è stata forte la tentazione viola di provare a portare il tecnico al Franchi. Una pista che sembrava poter decollare nella primavera del 2019, quando - ricorda La Nazione - i Della Valle provarono ad allacciare contatti col tecnico, ancora legato all'Inter. Nonostante la fine del rapporto coi nerazzurri, però, i contatti coi viola non decollarono e anche quella chance, quell'insieme di bisbigli e di voci, finì in un nulla di fatto. Non era certo la prima volta che l'idea si profilava all'orizzonte, del resto le occasioni d'incontro coi rappresentanti del mondo viola non sono mai mancate: dal toccante ricordo di Alessandro Rialti a Palazzo Vecchio alle cene, con intrecci sempre fortuiti coi dirigenti gigliati che, come sempre accade in questi casi, hanno dato vita al solito viavai di esclusive e clamorose indiscrezioni.
Amici-nemici
Come tanti flirt che si rispettino, narrati copiosamente da cinema e letteratura, esiste una componente strategica e centrale delle occhiatacce, dei battibecchi e delle schermaglie. Sono tutti ingredienti che rendono più vivace il gioco e che, anche pensando all'eterno inseguimento circolare Spalletti-Fiorentina, rivestono una parte integrante nel discorso: tutt'ora la piazza gigliata non è certo unanime (e quando mai) nello sposare la stima e l'affetto nei confronti del vicino di casa Spalletti; la base è quella di un riconoscimento dell'uomo e dell'allenatore, senza che il veleno prenda il sopravvento, ma l'equilibrio appare sempre piuttosto precario ed è evidente che il singolo episodio e la singola partita possano sempre raccontare una storia diversa, alternando appunto stima ad antipatia, sostituendo via via l'"odio" con l'amore e viceversa.
E domani chissà
Chiaramente, in una storia mai compiuta come questa, un ruolo centrale lo ha rivestito anche l'ambizione: evidente come la Fiorentina abbia raramente espresso, in tempi recenti, valori tali da risultare invitante e in linea con le idee di Spalletti, con la sua voglia di giocarsela ai massimi livelli tra Italia ed Europa. Si tratta del resto del tecnico che, anche tralasciando i trascorsi importanti alla Roma, ha saputo riallacciare un filo importante in casa Inter, riportando i nerazzurri in Champions dopo 7 anni e ponendo le basi per quel che sarebbe poi arrivato con Conte. La Fiorentina oggi è convinta e coinvolta dal progetto di Italiano, capace di rivitalizzare una squadra e di farle riscoprire uno spirito sopito da troppo tempo, ma chissà che un domani (più o meno distante) le due strade parallele possano finalmente incontrarsi, rispolverando lontani ricordi d'infanzia e chiudendo definitivamente un cerchio.