Chi è Agustin Alvarez: profilo e caratteristiche dell'obiettivo della Fiorentina
C'è voglia di gol in casa Fiorentina, la volontà logica di guardare avanti dopo il duro colpo costituito dall'addio di Vlahovic in direzione Juve: trovarsi a metà stagione senza il capocannoniere del campionato è uno scotto tecnico devastante con cui fare i conti ma, al di là di Cabral e Piatek, i viola sembrano avere progetti importanti anche in prospettiva per l'attacco: il nome più caldo sembra essere quello di Agustin Alvarez. Secondo Sky i viola avrebbero già l'accordo col giocatore del Penarol, con l'idea di portarlo a Firenze a giugno e di puntarci per la stagione 2022/23.
Chi è Agustin Alvarez
Agustin Alvarez Martinez è nato il 19 maggio 2001 a San Bautista, località di appena 2mila anime, 60 km a nord di Montevideo. La storia calcistica di Alvarez si lega in modo profondo e fin qui inscindibile al Penarol, società più titolata d'Uruguay che scelse di puntare sullo stesso Alvarez quando quest'ultimo aveva appena 11 anni, nel 2012. Non è un caso, insomma, che dopo i suoi gol baci lo stemma sulla maglia.
Il percorso nelle giovanili giallonere racconta di numeri significativi, con più di 100 gol messi a segno nei vari step di avvicinamento alla prima squadra, offrendo però anche tante sfide delicate a un giovanissimo che sognava di farsi strada con una maglia dal peso ineguagliabile nel suo Paese e di diventarne il centravanti.
Dalla necessità di abbinare il percorso scolastico a quello calcistico fino all'arrivo di una figlia (la piccola Julia, che oggi lo segue sempre) ad appena 16 anni, tutti aspetti che avrebbero potuto sancire una battuta d'arresto nel percorso verso il calcio professionistico ma che hanno invece trovato un decisivo sostegno familiare, tale da poter sognare ancora di esplodere in giallonero. I desideri di un ragazzino pieno di talento si sono via via tramutati in realtà, fino a condurre al debutto in prima squadra.
Un percorso non sempre semplice, come rivelato dallo stesso giocatore ad ESPN: in particolare la mancata fiducia di Forlan, prima dell'arrivo di Saralegui in panchina, sembrava poter segnare una battuta d'arresto per i sogni del giocatore. Il supporto della famiglia e l'aiuto di una psicologa hanno rappresentato un appiglio fondamentale in quel frangente, la soddisfazione del debutto è poi arrivata il 13 settembre 2020, con la seconda partita poi già decisiva per sancirne il decollo (un gol e un assist nel 3-1 contro il Plaza Colonia).
In un Penarol non protagonista del suo momento più felice, a livello di risultati, Alvarez ha dunque iniziato a farsi spazio a suon di gol (già 33), diventando protagonista sul mercato e finendo nel mirino di club europei. Con Burdisso, uomo mercato viola, pronto ad agire in vista della prossima estate.
Ruolo e caratteristiche
Il tema del centravanti a Firenze è più che mai d'attualità, arrivando dal doloroso addio di Vlahovic per passare alla Juve e avendo reagito con l'acquisto immediato di Cabral, ma pensando ad Alvarez ci riferiamo a una punta dalle caratteristiche distanti da quelle del serbo e del brasiliano.
Al di là del paragone ricorrente col connazionale Luis Suarez è chiaro come si tratti di un attaccante di movimento, capace di far valere tutta la propria foga agonistica e l'astuzia per sopperire a un fisico non da corazziere d'area di rigore (180 centimetri per 76 kg). In area è a dir poco scaltro e riesce ad approfittare al meglio degli errori della difesa avversaria, segnando gol da vero opportunista e dialogando efficacemente coi compagni.
Non si tratta di un giocatore che fa sfoggio di tecnica fine a se stessa ma di una punta che fa dell'efficacia e dell'attacco degli spazi i propri punti di forza, pur possedendo un buon bagaglio anche a livello tecnico, risultando capace di saltare l'uomo in velocità e di cambiare repentinamente direzione. Destro di piede, ha nel suo repertorio anche la punizione da fuori area e una sorprendente capacità di disimpegnarsi nei duelli aerei contro difensori più alti e piazzati, grazie al tempismo e a una scaltrezza che lo caratterizza decisamente.
Al contempo, come tanti connazionali, aiuta la squadra in fase di pressione e di recupero: si può affermare che non difetti di spirito di sacrificio. Diventa altrettanto palese e ovvio come, a livello tattico e di lavoro spalle alla porta, debba migliorare molto e patisca evidentemente lo scotto rispetto a un attaccante come Vlahovic, cresciuto in maniera evidente anche nel dialogo coi compagni e nella capacità di guidare l'attacco, scegliendo la giocata giusta e non rivelandosi individualista.