Chi è André e cosa potrebbe dare a Juventus e Napoli: profilo e caratteristiche
- Un ruolo centrale nel club che ha appena vinto la Libertadores
- Le due big italiane sfidano Arsenal, Tottenham e Liverpool
- In quale contesto tattico potrebbe rendere al meglio?
Il successo ottenuto dal Fluminense in Coppa Libertadores contro il Boca, il primo nella storia del club, ha chiaramente un peso storico - considerando anche l'avversario battuto in finale - ma ci permette di accendere i riflettori in modo più approfondito sui talenti e sui punti di forza della società brasiliana.
La formazione guidata da Diniz è ricca di elementi a dir poco esperti (basti pensare a Felipe Melo, a Ganso, a Marcelo o al portiere Fabio) ma presenta anche qualche prospetto con ampi margini di crescita, già da tempo nel giro dei titolari: il caso di André (come del resto quello di Kennedy) è emblematico, trattandosi di un classe 2001 che si è rivelato uno dei cardini della squadra e che - già dal 2021 - è divenuto insostituibile in mezzo al campo, anche prima dell'arrivo di Diniz in panchina.
L'esplosione di André: un ruolo ben definito
Un profilo, quello di André Trindade, emerso tra i temi d'attualità anche grazie al mercato: non ci sono trattative in dirittura d'arrivo ma il momento di un approdo in Europa appare vicino e lo stesso Fluminense si aspetta di vederlo partire. André è finito anche nel mirino di big italiane, come Juventus e Napoli: i bianconeri sono alle prese con defezioni pesanti a centrocampo, date le squalifiche di Pogba e Fagioli, mentre il Napoli è intrigato da un profilo utile come alternativa (di lusso) a Lobotka.
Osservando la carriera di André possiamo notare come il brasiliano, cresciuto proprio nel Fluminense già a partire dal vivaio, sia emerso fin da subito come mediano in un 4-2-3-1, trovando una collocazione stabile - senza grandi esperimenti tattici - fin dalle prime esperienze tra i "grandi", con Hellmann in panchina (per pochi minuti) e ancor di più con Machado nel 2021, primo anno vissuto nel giro dei titolari in prima squadra.
Un profilo da volante tipico, insomma, con un'identità di gioco già strutturata, al di là degli ovvi margini di miglioramento legati all'età. In questo senso si è rivelata utile anche la continuità trovata accanto all'altro mediano Martinelli, come lui un 2001: André più rivolto al recupero del pallone e Martinelli con maggiore libertà di movimento e più propensione offensiva.
Le caratteristiche di André
Le caratteristiche di André, al di là di un fisico tutt'altro che statuario (1,76 x 76 kg), si legano appunto al suo ruolo ormai definito e a un compito cruciale per gli equilibri del Fluminense, tale da renderlo un punto fermo e di fatto il calciatore di movimento più utilizzato anche nell'ultima Coppa Libertadores. Ciò che intriga di André è in particolare l'intensità nel recupero palla e la capacità successiva di ribaltare, con qualità, l'azione.
Il classe 2001 si rende spesso protagonista di puntuali letture difensive - più che dei classici tackle più spettacolari tipici del ruolo - e riesce a disimpegnarsi al meglio grazie da un lato alla visione di gioco (pur non essendo un regista in senso stretto) e d'altro canto per un dribbling secco che gli permette di andar via all'avversario.
Il profilo è dunque quello di un centrocampista "moderno", inteso come completo, pur se ben collocato in una data veste tattica e fin qui poco orientato a quella versatilità che tanti tecnici cercano. L'intensità di cui sopra trova un contraltare positivo, inoltre, nella capacità di anticipare le mosse dell'avversario, senza dunque dover entrare in scivolata.
Al contempo non è raro che, in uscita, André trovi il filtrante per il compagno più libero o si avventuri in dribbling secchi che portano l'avversario al fallo per impedirgli di andar via in campo aperto. I possibili punti deboli con cui fare i conti riguardano da un lato le carenze nel gioco aereo e dall'altro il confine sottile tra intensità e irruenza che, in Serie A, potrebbe diventare problematico (e portare in dote tanti gialli).
Come si adatterebbe in Serie A?
Immaginandone un approdo alla Juve o al Napoli sarebbero numerosi gli aspetti intriganti, dato l'identikit del giocatore in sé, ma non mancherebbero incognite legate all'assetto tattico (ormai stabilizzato) di bianconeri e partenopei. La Juve gioca ormai con continuità col 3-5-2, il Napoli prosegue sulla strada del 4-3-3: in entrambi i casi verosimilmente André agirebbe da vertice basso, perdendo però quell'appoggio costante che ha nel 4-2-3-1 del Fluminense, già da anni. In un 4-2-3-1 come quello provato da Garcia con l'Empoli, invece, la prospettiva apparirebbe ancor più interessante, ricalcando quella a cui André è abituato (accanto a Lobotka o ad Anguissa in mediana).
Per immaginarlo come mezzala occorre fare i conti con una scarsa propensione all'inserimento e al tiro da fuori (appena 4 gol in 162 partite disputate in carriera tra le varie competizioni). Pensando al discorso tattico e ai club interessati ad André è possibile che il 4-2-3-1 del Tottenham risulti un contesto coerente in cui esprimersi al meglio, in Italia, potrebbe invece disimpegnarsi come sostituto di Locatelli o di Lobotka più che adattandosi come mezzala.