Chi è James McAtee: ruolo e caratteristiche del nuovo pupillo di Guardiola al City
Il Manchester City si è ormai sbarazzato della nomea di club spendaccione che l'ha accompagnato per i primi anni della presidenza emiratina, per abbracciarne una economicamente più sostenibile e sportivamente più vincente di società che cresce, valorizza e non esita a lanciare giovani di talento.
L'ultimo gioiello messo in mostra dall'academy dei Citizens è James McAtee, classe 2002 che ieri ha condito con un gol la sua prima presenza in assoluto in Champions League. Certo non è stata una rete poi così influente ai fini del risultato, visto che la squadra di Guardiola era già sul 3-0 contro il modesto Slovan Bratislava, ma in questo modo McAtee potrebbe aver convinto il tecnico catalano a puntare con ancora più convinzione su di lui, specie ora che c'è da colmare l'enorme vuoto lasciato da Rodri.
Le caratteristiche di McAtee
Rispetto allo spagnolo messo k.o. dal grave infortunio al ginocchio, il giovane inglese ha caratteristiche più offensive. Entrambi possono giocare tra i due mediani del 4-2-3-1, ma se Rodri è più dominante dal punto di vista fisico ed è un maestro in fase di palleggio, McAtee preferisce invece farsi trovare tra le linee per evitare il primo pressing degli avversari e creare velocemente degli spazi da andare poi ad aggredire in transizione. Delle doti che gli permettono di essere all'evenienza impiegato come trequartista, un ruolo in cui può dar libero sfogo a una vena realizzativa che, come vedremo nel prossimo paragrafo, gli ha permesso di realizzare diversi gol.
Carriera e prospettive future
McAtee si mette infatti in luce tra il 2020 e il 2022, stagioni in cui vince due volte la Premier League 2, ossia il campionato riservato all'Under 21 dei club della massima serie inglese, realizzando complessivamente 11 gol e 7 assist in 27 partite. Numeri che convincono Guardiola a chiamarlo in prima squadra e a farlo subito debuttare nel 6-1 contro il Wycombe in Coppa di Lega. Nello stesso anno si toglie anche la soddisfazione di esordire in Premier, ma per restare al City da protagonista è troppo presto: di comune accordo con la società parte infatti per un prestito biennale allo Sheffield United, con cui prima trova la promozione dalla Championship, poi però deve digerire un'amara retrocessione nonostante un campionato di tutto rispetto.
In estate ha fatto ritorno alla base, con la possibilità di andare ancora via per farsi le ossa altrove. Su di lui c'erano un paio di squadre di Bundesliga ed Eredivisie, ma qui entra in gioco Guardiola che ne blocca la cessione promettendogli un impiego significativo. Così lo fa giocare nel Community Shield vinto contro i cugini dello United e adesso che Rodri è fuori combattimento avrà bisogno anche del giovane inglese per sopperire alla sua mancanza.