Chi è Jonas Rouhi e cosa può dare alla Juve di Thiago Motta: profilo e prospettive

Il tecnico bianconero è pronto a lanciare un nuovo giovane da titolare
Rohui
Rohui / Ciancaphoto Studio/GettyImages
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La Juventus 2024/25, la prima di Thiago Motta, sembra davvero una realtà ideale per creare una connessione diretta tra la NextGen e la prima squadra: il proposito di valorizzare i giovani cresciuti in casa, infatti, sta trovando una conferma diretta nelle scelte di un tecnico che, fin qui, ha dimostrato concretamente di vedere i giovani come una vera risorsa e non solo come comprimari a cui concedere la gioia di un debutto nel finale, a giochi fatti. Quanto accaduto con Mbangula, lanciato da titolare con esiti più che confortanti già alla prima giornata, ha trovato conferma poi nello spazio concesso anche a Savona: in appena cinque giornate Motta ha dimostrato quanto le gerarchie siano fluide e quanto il serbatoio della NextGen sia strategico in una stagione ricca di impegni.

Chi è Jonas Rouhi: profilo e caratteristiche

L'indole coraggiosa di Thiago Motta non trova un freno e si rinnova anzi di giornata in giornata, trovando un nuovo volto pronto a prendersi la scena: il tecnico ha già anticipato ieri in conferenza stampa di essere pronto a dare spazio a Jonas Jakob Rouhi, svedese classe 2004 alla Juve ormai dal 2020 e protagonista della tipica scalata che lo ha portato dalle giovanili alla NextGen, un percorso di gavetta tutt'altro che accelerato che - oggi - trova finalmente il tanto sospirato culmine, il debutto da titolare in Serie A (dopo essere subentrato contro il Verona). La carriera da calciatore di Rouhi si lega di fatto ai soli bianconeri, considerando come sia arrivato alla Continassa appena sedicenne dal Brommapojkarna (con un investimento comunque degno di nota, di 250mila euro).

Jonas Rouhi
Rouhi / Alessandro Sabattini/GettyImages

Il tragitto in Primavera ha avuto inizio nel 2021/22 e lo ha portato a trovare via via più continuità anche da titolare nel 4-4-2 di Bonatti e poi in quello di Montero, dopo un inizio in sordina. Nella NextGen di Brambilla Rouhi è riuscito a imporsi nella seconda parte della scorsa stagione, perlopiù come quinto a sinistra. Non ci sono ambiguità particolari o dubbi sulla collocazione di Rouhi nella Juve di Motta e sulle sue caratteristiche, si tratta di un esterno mancino in grado di dare un gran contributo in fase di spinta, lo stesso Allegri sottolineò quanto il giovane svedese di origini marocchine avesse una gran facilità nell'arrivare sul fondo, per doti atletiche e rapidità importanti, e nel servire poi cross di qualità.

Si tratta degli aspetti principali che caratterizzano il gioco del giovane bianconero, è evidente dunque che - col Genoa - Thiago Motta abbia immaginato una Juve con un laterale più bloccato a destra (Kalulu) e uno dalla propensione offensiva dall'altra parte, appunto Rouhi. A doti atletiche e cross (anche su calcio piazzato) il classe 2004, come il connazionale Ibra appassionato di taekwondo, unisce anche un dribbling efficace più che stilisticamente perfetto, riuscendo a spingere con forza sia quando resta largo che quando dialoga coi compagni e si accentra (anche con inserimenti senza palla, sfruttando i cross provenienti dall'altro esterno).

La fase difensiva è l'aspetto su cui occorrerà ancora lavorare, non è un caso che Brambilla lo utilizzasse come quinto per sfruttare le sue doti di corsa e cross: l'affermazione stabile in prima squadra passerà proprio dalla crescita nella fase difensiva e dalla possibilità di rendere sostenibile, a lungo termine, un suo impiego come terzino anziché come esterno a tutta fascia.

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