Chiellini: "Champions e Mondiali? Non ho rimpianti. Los Angeles? Valuterò con calma"
Giorgio Chiellini, difensore ormai ex Juventus e della Nazionale Italiana di calcio, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni prima della Finalissima di Wembley contro l'Argentina. Dalla parentesi azzurra fino alla prossima destinazione, ecco quanto affermato.
Sulla Nazionale: "Mi mancheranno tutti i ragazzi. Negli anni, ho avuto davvero il piacere di condividere lo spogliatoio con tanti giovani, sono dei fratellini. Con gli anni sono riuscito a vivere con un po' più si leggerezza e serenità tutto ciò che facciamo, l'esperienza ti forma e ti migliore e credo sarà così anche per i 20enni di oggi", riporta Calciomercato.com.
Sull'arrivo a Coverciano: "Nel '99, per una rappresentativa Under 15. Un po' di tempo è passato".
Sul rammarico del Mondiale: "Io credo nel destino. Nel 2006 ero parte del gruppo, ma poi giustamente non andai in Germania. Nel 2010 e nel 2014 abbiamo vissuto Mondiali deludenti ma ci sono stati... Volevo cambiare la mia storia coi Mondiali, ma purtroppo non ce l'ho fatta. Al contrario, gli Europei li ho sempre vissuti da protagonista e l'ultimo l'abbiamo vinto. Non ho rimpianti. Mi sto godendo le ultime settimane, prima alla Juventus e poi con la Nazionale".
Sul calcio italiano: "Io lo amo, altrimenti sarei scappato prima. Che poi si debba migliorare sicuramente è così, spero ci sarà la possibilità a livello normativo di farlo. Ci sono tanti blocchi e, di conseguenza, le idee e le persone si sono scontrate con muri insormontabili. Io ora mi riposo un pochino, ma spero si possa avere in futuro un po' più di spazio e liberta".
Su un ipotetico ritorno a Coverciano: "A Coverciano si torna per forza, qualsiasi cosa si voglia fare in futuro... Coverciano ha fatto parte della mia vita e sarà così anche in futuro. Qui ci torni sempre, a questo posto resti legato".
Sull'eredità lasciata a Bonucci: "Prima di te c'era Buffon che era diverso, prima ancora Cannavaro che è un altro tipo di persona. Per ogni capitano e persona, la cosa importante è essere sé stessi. L'importante è essere aiuto e supporto per i compagni, ma ognuno con le proprie caratteristiche e Leo lo farà bene".
Sul Los Angeles FC e sul percorso azzurro: "Per il mio futuro valuterò tutto dopo, mi voglio godere a pieno questi giorni. Dopo Londra, andrò con le mie bimbe a Disneyland e c'è tutto giugno per decidere. Non pensavo si potesse complicare la vita per il Mondiale, i due pareggi di settembre mi hanno fatto accendere un po' la lampadina, poi a novembre e a marzo non siamo arrivati alle partite nelle migliori condizioni. Purtroppo le due gare di settembre ci hanno complicato un po' la vita per dopo, il pari con la Bulgaria ancor più del pari con la Svizzera. Assenze e stati di forma non ottimali ci hanno un po' penalizzato: mi dispiace, dispiace a tutti. Credevamo davvero di poter fare un bel Mondiale, questa squadra quest'anno poteva crescere ancora e inserire nuovi ragazzi. Sono contento sia rimasto il ct Mancini, per me è garanzia di crescita e con lui si potrà difendere il titolo europeo tra due anni. E con lui, si possono dare le giuste convinzioni all'ambiente e al gruppo: nei prossimi mesi, qualche difficoltà è da mettere in conto ma per risalire bisognerà ripartire anche da questo per poi essere pronti tra due anni".
Sulle gare in Nazionale che ricorda con piacere e sui cambiamenti a livello normativo: "Sulle normative non mi esprimo, non parlo per sentito dire. I giovani ci sono e quelli bravi stanno anche giocando. Tante volte si esaspera anche un problema che io non vedo: poi ci sono alcuni reparti più affollati, altri meno ma quello fa parte del momento... Questi ragazzi stanno portando avanti un percorso nelle Under con una qualità tecnica molto alta. Bisogna dare tempo alle persone di lavorare e poi valutarle con grande equilibrio. Ci vuole sempre equilibrio in tutti i momenti della vita e non restare seduti. Bisogna ripartire dalle cose fatte bene, sono molto fiducioso per il futuro. Abbiamo vinto l'Europeo anche inaspettatamente, non essendo la squadra più forte, ma mi aspetto da questo gruppo tanta crescita. Sui ricordi, metto la vittoria dell'Europeo e la serata di mercoledì, sono tanto felice. Quello stadio ricorda la vittoria dell'Europeo: per tutti questi motivi sono qui, altrimenti no. Poi c'è l'esordio, che è sempre bello e magico. Tornando all'Europeo, con chi ho vinto quella competizione resterò sempre fratello tutta la vita".
Sul difensore che ha un futuro in azzurro: "Io credo che Bastoni abbia un futuro radioso dinanzi a lui. Glielo dico da tempo, dalla prima volta che l'ho visto. Poi sui nuovi non voglio sbilanciarmi, perché non li conosco bene. Bastoni deve solo giocare, sbagliare e migliorare: a 23 anni non si può essere perfetti, ma lui ha tutto per fare 10-12 anni in maglia azzurra".
La parola per definire la sua carriera: "Inimmaginabile. La Nazionale è il sogno di tutti i bambini e non potevo pensare un percorso del genere".
Sull'Italia che ha perso la sua specificità: "Credo che le cose possano coesistere. Sicuramente abbiamo un grande potenziale che non possiamo disperdere. Io sono cresciuto vedendo Fabio Cannavaro che, secondo me, è stato il più grande marcatore. Non dobbiamo perdere il piacere del contatto con l'avversario, con l'attaccante. Bisognerebbe mettere nei settori giovanili qualche difensore vecchio stampo. Poi certo ci si può evolvere, io stesso mi sono evoluto nel corso della mia carriera".
Su cosa è stato nello spogliatoio: "Sono stato me stesso. L'ho già detto, ognuno porta nello spogliatoio le sue caratteristiche, io sono una persona pacata e serena e ho provato a trasmettere questi valori agli altri".
Sull'ultimo discorso: "Non ci ho ancora pensato. Non sono però una persona da grandi discorsi, sono più una persona da abbracci. Probabilmente proverò a farli sorridere".
Su cosa pensa la famiglia sul trasferimento in MLS: "Lasciamo perdere. Sicuramente servirà anche il loro ok oltre che quello di altri".
Sui rimpianti: "Io non ho rimpianti. Certo, volevo vincere la Champions e il Mondiale ma ciò che ho imparato nel corso della mia crescita è anche la cultura della sconfitta, il voler ribaltare la situazione dopo aver perso".
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