Chiellini e la Superlega: parole fuori luogo per un capitano della Nazionale?
Hanno suscitato scalpore le dichiarazioni di Giorgio Chiellini sulla Superlega, progetto inizialmente fondato da dodici club europei (tra cui la Juventus) e poi naufragato per mancanza di adesioni dopo le "minacce" della UEFA. Ecco quanto sostenuto dal difensore: "Col presidente ne parlo da qualche anno. Il futuro del calcio va sempre più verso una europeizzazione rispetto ai campionati nazionali. Un giocatore di livello della Juve vuole giocare quelle partite, con tutto il rispetto. Parlavo da tanti anni con il presidente di questa possibilità. Gli atleti del nostro livello ma anche i tifosi vogliono vedere sempre più partite di livello europeo. Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Istituzioni, club e giocatori devono incontrarsi per riformare il calendario e creare nuove competizioni per ridare slancio a questo sport, che rimane il più bello al mondo ma per me è migliorabile. Negli USA, che in questo sono maestri, hanno creato Superleghe in ogni sport".
Alcuni hanno dato ragione al capitano bianconero, altri no. Il pensiero di Chiellini non è giusto né sbagliato e legittimo, se solo lui stesso non fosse il rappresentante primario - sul campo - della Nazionale italiana.
È comprensibile che, da tesserato Juve, si esponga in favore del suo presidente Andrea Agnelli. Tuttavia, da leader azzurro certe parole sono intollerabili perché rappresentano una cricca di persone che, senza ombra di dubbio, non sono la totalità degli italiani appassionati di calcio. Considerata la sua esperienza da professionista sul terreno di gioco e davanti alle telecamere, ci auspichiamo che la prossima volta Chiellini rifletta meglio su cosa tenere per sé e cosa, invece, divulgare pubblicamente.
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