Ci sono margini per vedere Biraghi e Parisi insieme in campo nella Fiorentina?

Sulla carta la prospettiva non è impraticabile, considerato il modo diverso di interpretare lo stesso ruolo.
Parisi
Parisi / Mattia Ozbot/GettyImages
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Se da un lato il tema delle lacune da colmare, delle emergenze vere o presunte, traccia un filo conduttore del mercato (sia come voci che poi nei fatti più concreti) occorre considerare anche un discorso parallelo e per certi versi contrapposto: quello dei ballottaggi e di una difficile convivenza tra chi, appunto per questioni di mercato, si trova ora a condividere la stessa maglia.

Un ruolo più di altri pareva ben coperto e al sicuro, nel contesto della Fiorentina: il terzino sinistro sembrava tutto fuorché un'emergenza, non fosse altro per la fascia al braccio di occupa la corsia mancina della retroguardia, quel Cristiano Biraghi che (al di là del grado di capitano) è risultato il calciatore col maggiore minutaggio in viola nel 2022/23.

Le traiettorie del mercato però, si sa, spesso sanno stupire e deviare da quel che ci si aspetterebbe: quando un dirigente fiuta un affare, pensandolo anche a lungo termine, può decidere comunque di intervenire, soprattutto in presenza di un margine di rischio ridotto (andando a spendere 10 milioni per un elemento dai margini di crescita ancora importanti, uno dei prospetti più promettenti del ruolo).

Ballottaggio serrato in vista

L'arrivo di Fabiano Parisi in viola, oltre all'iniziale stupore per l'affondo così deciso di Pradè e degli uomini mercato gigliati, ci lascia dunque immaginare un inesorabile ballottaggio costante con Biraghi: il capitano parte in vantaggio (per esperienza e conoscenza di quanto chiede Italiano) ma l'ex Empoli è lì pronto a insidiarlo. L'idea di una possibile partecipazione alla Conference League poi, come visto l'anno scorso, porterebbe i viola a giocare un gran numero di partite: le occasioni per mettersi in mostra non mancherebbero, anche in una logica di avvicendamento.

Per capire cosa potrebbe accadere nel ruolo di laterale difensivo mancino dei viola potremmo certo partire dai punti in comune tra Biraghi e Parisi (entrambi titolari inamovibili nella scorsa stagione, entrambi dotati di buona propensione offensiva) ma ancor di più ci vengono in aiuto le differenze tra i due. E non si tratta solo di sfumature.

Biraghi domina ogni statistica sul fronte dei cross, quantitativamente e qualitativamente, Parisi dal canto proprio è più restio a far partire traversoni: anche nelle prime amichevoli in viola il giovane terzino campano mostra qualcosa di diverso rispetto al più esperto collega, preferisce rientrare e servire nel breve il compagno che s'inserisce, preferisce affidarsi all'uno contro uno (grazie a un buon dribbling) e non sceglie quasi mai il cross di prima come soluzione, a differenza di Biraghi.

Biraghi e Parisi: la convivenza è possibile?

Il modo diverso di interpretare il ruolo potrebbe farci immaginare una convivenza tra i due nella Fiorentina 2023/24? Sulla carta non è un'idea del tutto peregrina o fantascientifica: sia nel 4-3-3 che nel 4-2-3-1 Biraghi potrebbe agire da terzino e Parisi potrebbe avanzare come esterno più alto, soprattutto a partita in corso o quando occorre mantenere un atteggiamento più prudente.

Vincenzo Italiano
Italiano / Alessandro Sabattini/GettyImages

Le caratteristiche dei due possono dunque permettere di immaginarli insieme, senza che si pestino i piedi e senza essere l'uno la copia esatta dell'altro. In questo senso, poi, ci viene incontro anche il passato, la breve carriera di Parisi e il suo percorso di crescita a livello tattico.

Nelle ultime fasi del percorso nelle giovanili - prima dell'esplosione di Empoli - il classe 2000 ha infatti agito anche da mezzala o da esterno in un 4-4-2, sfruttando qualità comunque diverse da quelle che caratterizzano Biraghi. Si resta nel regno delle illazioni, non sarà una soluzione che Italiano adotterà con frequenza ma, sulla carta, non si tratta insomma di un'ipotesi del tutto impraticabile perlomeno sporadicamente.