Ciascuno scelga il racconto che vuole: Gonzalez, Dybala e le doppie narrazioni

I fatti offerti dall'attualità di mercato si prestano a letture opposte
Italy v Argentina - Finalissima 2022
Italy v Argentina - Finalissima 2022 / Marc Atkins/GettyImages
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Si può riconoscere con facilità quanto, oggi, il calcio permetta di attingere a racconti diversi che si sintonizzino con la nostra personale percezione delle cose: pregiudizi e definizioni assegnate a priori che trovano, in diverse narrazioni, una potenziale conferma. Si presentano di fronte agli occhi, per assurdo, situazioni da leggere in un modo o in quello esattamente opposto: un discorso che può valere per due fatti di attualità come la permanenza di Paulo Dybala alla Roma o ancor di più pensando al trasferimento di Nico Gonzalez dalla Fiorentina alla "rivale" Juventus. Il senso del discorso sta tutto in quelle virgolette che circondano il concetto di rivalità: un contrasto spesso rivendicato, sempre acceso e sincero sugli spalti, talvolta presente anche tra le righe delle dichiarazioni della proprietà gigliata negli ultimi anni.

La stessa sala, due film diversi

Si scivola però, qui subentra la doppia narrazione citata in precedenza, nell'apparenza che si oppone alla concreta sostanza: l'idea stessa di una rivalità si traduce in una sorta di tacito accordo, quello che vede inesorabilmente passare in bianconero i calciatori più talentuosi e di valore della Fiorentina. Non più eccezione ma regola, tanto da passare dalle barricate fatte per Roberto Baggio - in un momento vissuto come un vero scandalo dal popolo viola - a una tiepida frustrazione divenuta sempre più nell'ordine delle cose. Le sciarpa rifiutata da Bernardeschi, Chiesa che puntava i piedi nel primo ritiro dell'era Commisso, Vlahovic che taceva sul rinnovo per poi sposare la causa bianconera, Nico Gonzalez che torna al Viola Park e non rientra mai in gruppo: tutte parti di una stessa storia, tasselli di un unico mosaico la cui morale può apparire chiara ed eloquente.

Doppie narrazioni dunque, scelte in base alla propria visione delle cose: da un lato il pragmatismo dato dalla sequenza di affari conclusi tra le società, quello che ci permette di superare il concetto stesso di inimicizia in nome degli affari, dal lato opposto - letteralmente opposto - l'idea di due mondi effettivamente in conflitto, di un vero braccio di ferro, di veti posti con solennità e poi tolti dopo un'estenuante contrattazione. Alle strette di mano e alle casse che si gonfiano si contrappone dunque la sete di rivalsa sportiva, la resistenza di concetti che suonano realmente anacronistici e che per certi versi inteneriscono: un film che qualcuno sceglie di rivedere a oltranza, senza rendersi conto che sia per l'appunto un'opera di fantasia e non qualcosa di reale. C'è chi asseconda con naturalezza la piega presa dagli eventi, lontana da qualsiasi residuo di effettiva rivalità, e c'è chi continua a presentarsi al cinema per godersi ancora quel film (che sta invecchiando male).

Il cuore o le circostanze?

La questione delle doppie narrazioni tocca in parte anche il caso Dybala: da un lato letto e presentato come l'apoteosi del romanticismo applicato al pallone, come ultimo baluardo del cuore che prevale sul portafogli, e dall'altra parte c'è chi meramente si rifugia nella più sterile idea di incastri mancanti e di trattative naufragate, senza tutta la poesia del caso ed escludendo a priori ogni componente umana dal tavolo. C'è insomma chi gioisce come di fronte a una vittoria e, dalla parte opposta, chi - più cinico - immagina una Roma strategicamente pronta a presentare la Joya di fronte ai propri tifosi alla stregua di un nuovo acquisto (andando a compensare altre lacune, motivi di critica) soltanto grazie alle circostanze e a una corteggiatrice non così accattivante sul fronte sportivo e nemmeno disposta a incontrare le richieste giallorosse.

Diverse visioni delle cose di calcio, colori del tutto diversi assegnati allo stesso fatto: racconti ugualmente veri e ugualmente degni, con la possibilità di assecondare la propria visione e di scegliere - semplicemente - la versione che più ci aggrada e che finisce per darci ragione.