Cinque su cinque in avvio per l'Inter: quando è già successo e com'è finita?
Cinque su cinque, l'Inter di Simone Inzaghi sta domando la Serie A. 15 punti in 5 giornate, 14 gol segnati e uno solo subito (a fronte dei 5 nel derby) e ben 4 vittorie con clean sheet. Numeri spaziali per una squadra che ha cambiato tanti interpreti rispetto alla stagione passata. Una compagine il cui mercato non ha mai permesso di tracciare una linea netta tra indebolimento e miglioramento.
Meglio Lukaku e Dzeko o Thuram e Arnautovic, Gosens o Carlos Augusto, Skriniar o Pavard, Bellanova o Cuadrado, Brozovic o Frattesi, o ancora Onana o Sommer? In linea generale tenderemmo a dire quasi sempre i primi di ognuno di questi ballottaggi, ma la realtà ci presenta un'Inter dominante, in cui la maggior parte dei nuovi interpreti non solo si sono integrati, ma stanno facendo la differenza.
Frattesi, Thuram, Arnautovic e Cuadrado hanno già partecipato direttamente a diversi gol, mentre si attendono gli esordi dal primo minuto di Bisseck e Klaassen. Tuttavia a risaltare è un aspetto determinante. Sono i calciatori della stagione precedente a brillare tra i nerazzurri. Dimarco è una fonte inesauribile di occasioni e il suo mancino sembra migliorare ogni giornata, Mkhitaryan sta probabilmente giocando il calcio migliore della sua carriera da marzo a oggi, Calhanoglu si è trasformato in uno dei migliori registi al mondo, Bastoni sa fare tutto e Lautaro Martinez è un attaccante completo.
Che abbiano compiuto un salto di qualità evidente nell'ultima stagione è in gran parte merito loro, ma anche di Simone Inzaghi, che è riuscito a metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio. Poi, il percorso fino all'ultimo atto di Champions League e la Finale persa ma giocata alla pari del Manchester City lascia molto dal punto di vista esperienziale ai giocatori; una consapevolezza e una fiducia nei proprio mezzi diversa.
Il dato che soddisfa e spaventa
Come iniziare il campionato se l'obiettivo è vincerlo? Con più vittorie possibili, possibilmente consecutive per prendere subite le distanze dalle inseguitrici. Vincere e allontanare per aumentare subito le chances di arrivare in fondo con il destino nelle proprie mani, per garantirsi qualche possibilità di errore.
L'Inter lo sta facendo al meglio con Simone Inzaghi, che è riuscito ad eguagliare tre allenatori con un'importanza diversa nella storia nerazzurra: Helenio Herrera, Roberto Mancini e Antonio Conte. Tutti hanno vinto il campionato a Milano, l'ex Lazio ancora no, ma ha disputato una Finale di Champions.
Perché questo dato può spaventare? Chiariamo che a mettersi paura saranno principalmente le persone scaramantiche. Nelle tre stagioni in cui l'Inter è riuscita a vincere le prime cinque giornate di campionato, non ha poi mai festeggiato lo Scudetto, alzato sempre dai rivali della Juventus.
Stagione 1966-67. Foggia, Vicenza, Atalanta, Spal, Brescia e Torino, prima del pareggio a reti bianche con la Roma. L'Inter di quegli anni era fortissima, aveva ottenuto la prima stella qualche mese prima e sarebbe arrivata per la terza volta in quattro anni in Finale di Coppa dei Campioni (persa contro il Celtic). Lo Scudetto sfuggì a Herrera nell'ultima giornata di campionato per una sconfitta di misura contro il Mantova, mentre la Juventus condannava in B la Lazio battendola 2-1.
Stagione 2015-16. Tra le più recenti, ma sicuramente quella con meno aspettative. Il ritorno di Mancini a Milano è in un Inter che non può competere per lo Scudetto, ma che riesce comunque a vincere le prime cinque giornate grazie a cinque vittorie di misura con Atalanta, Carpi, nel Derby contro il Milan e anche con le due di Verona, Chievo e Hellas. La Juventus chiuderà quella stagione a 91 punti, l'Inter si fermerà a 67.
Stagione 2019-20. Conte, ma prima del nuovo successo in Italia di Conte. Alla prima stagione in nerazzurro l'ex tecnico di Juve e Chelsea si presenta con una Finale di Europa League (persa contro il Siviglia) e una qualificazione in Champions League. L'Inter avrebbe potuto insidiare la Juventus di Ronaldo, dopo aver battuto nelle prime 6 giornate Lecce, Cagliari, Udinese, Milan, Lazio e Sampdoria, ma gli alti e bassi stagionali dei nerazzurri permisero a Sarri di chiudere il discorso Scudetto con due truni d'anticipo.