Colpo da 90: Zinedine Zidane dal Bordeaux alla Juventus
Se ti chiedessi di pensare a un gol di Zinedine Zidane, quale ti verrebbe in mente?
Probabilmente quello siglato in finale di Champions League contro il Bayer Leverkusen. D'altronde quelle rete, oltre ad aver regalato al Real Madrid il nono titolo europeo della sua storia, è entrata di diritto nella storia della competizione per la bellezza e l'eleganza del gesto tecnico.
Eppure, c'è un altro gol con cui Zidane ci ha sbattuto in faccia tutta la sua intelligenza calcistica.
È il 6 dicembre del 1995 e all'Estadio Benito Villamarín va in scena la sfida di Coppa UEFA tra i padroni di casa del Real Betis e i francesi del Bordeaux. La gara è ancora sullo 0-0, quando il portiere degli ospiti batte un rinvio dal fondo. Il pallone arriva a metà campo, dove l'attaccante la spizza in avanti alla ricerca di un compagno. La sponda arriva nei pressi del franco-algerino che, complici il suo talento e la sfacciataggine che solo un 23enne può avere, non ci pensa due volte e tira in porta da 35 metri. L'estremo difensore avversario non se l'aspetta e il suo disperato tentativo di intercettare quella parabola fallisce miseramente.
Alla fine il Bordeaux perde 2-1 ma, come vedremo, la sconfitta non compromette il cammino europeo dei girondini e, soprattutto, mette per l'ennesima volta in mostra tutta la qualità di Zidane, uno dei giocatori più forti degli anni '90.
Quel Betis-Bordeaux l'avrà visto sicuramente Luciano Moggi, che nell'estate del 1996 decide di investire 7,5 miliardi di lire e di portare in Italia il centrocampista. All'epoca Zidane doveva ancora compiere il definitivo salto di qualità per entrare nell'élite del calcio mondiale. La Juventus si era ritrovata tra le mani un talento di sicura prospettiva, ma mai avrebbe pensato di aver chiuso per un Colpo da 90 di simile portata.
Colpo da 90 è un format ideato e realizzato dal team di 90min Italia per ripercorrere la storia e gli aneddoti legati ai grandi acquisti della Serie A degli anni '90. Non saranno obbligatoriamente le operazioni di mercato più importanti o più dispendiose, ma quelle che hanno lasciato un segno nel nostro campionato.
Il Bordeaux e i palcoscenici europei
La maggior parte dei giocatori compie un percorso di evoluzione all'interno della carriera. C'è chi cresce sotto l'aspetto fisico, diventando più imponente; oppure - più semplicemente - c'è chi cambia posizione rivoluzionando in maniera più o meno radicale il proprio gioco.
In tutti i suoi anni da giocatore, Zinedine Zidane è stato invece sempre uguale. Stessa muscolatura, stesso ruolo in cambio, stesso stile di giocare fine ed elegante. L'unica cosa a essere cambiata sono i capelli. Per il resto il francese ha sempre mantenuto quello sguardo glaciale che metteva in soggezione gli avversari.
È per queste caratteristiche che nel 1992 il Bordeaux decide di prelevarlo dal Cannes nel 1992. Appena 20enne, Zidane si impone subito con i girondini, diventandone perno di centrocampo nonché trascinatore. Il merito del suo exploit è soprattutto di Rolland Courbis, allenatore marsigliese come lui che gli assegnerà anche il soprannome "Zizou".
Tra il 1992 e il 1996 il Bordeaux vive delle stagioni decisamente superiori rispetto alle aspettative. Infatti, anche se non vince neanche un titolo in patria, riesce sempre a qualificarsi per le competizioni europee. Da ricordare è soprattutto la campagna in Coppa UEFA del 1995/86.
Il Bordeaux vi approda grazie al successo nella Coppa Intertoto; tuttavia, le speranze di andare lontano non sono poi così alte. Quell'anno la Coppa UEFA può infatti vantare squadre come Barcellona, Milan; il Siviglia ha Davor Suker, lo Sparta Praga si affida agli spunti di Pavel Nedved, mentre il PSV mette in mostra un giovane attaccante brasiliano di nome Ronaldo.
Tutti giocatori destinati a fare la storia del calcio, ma quell'anno Zidane ruba la scena a ognuno di loro portando il Bordeaux a giocarsi la finalissima. Ci riesce segnando quel mitico gol da centrocampo contro il Real Betis al quarto turno, ma soprattutto guidando la remontada nella gara di ritorno contro il Milan.
All'andata i rossoneri si impongono infatti per 2-0 e il discorso qualificazione sembra già archiviato. Il Parc Lescure fa però di tutto per spingere i girondini verso l'impresa e, grazie aun gol di Tholot e alla doppietta di Dugarry i francesi ribaltano il risultato. Zidane, autore di due assist, ricorderà con piacere quella serata e in particolare l'entusiasmo dei tifosi che "Crearono un'atmosfera di livello superiore".
I sogni dei girondini di alzare al cielo la Coppa UEFA si infrangono però contro il Bayern Monaco, che si aggiudica il doppio confronto della finale portandosi a casa il trofeo. Il Bordeaux, deluso per il secondo posto, può comunque consolarsi grazie al titolo di MVP del torneo assegnato a Zinedine Zidane.
La chiamata della Juve e il Pallone d'Oro
C'era una volta un'epoca in cui la Serie A era il miglior campionato al mondo. Un periodo in cui tutti i giocatori più promettenti in circolazione sognavano di venire nel nostro campionato e di cimentarsi con le squadre più forti al mondo. Zidane era uno di questi e nell'estate del '96 ad accaparrarselo fu la Juventus, fresca vincitrice della Champions League.
Per strapparlo al club francese, la Triade composta da Moggi, Giraudo e Bettega spende 7,5 miliardi di lire. Un investimento significativo per quei tempi ma le prime prestazioni di Zizou convincono lo stato maggiore bianconero di aver appena chiuso un affare.
All'inizio il francese fatica a mettersi al passo dei ritmi della Serie A, ma una volta abituatosi si rivela decisivo per i successi della Juve alla fine degli anni '90. Il culmine arriva nel 1998 quando, dopo aver vinto Supercoppa Italiana e Scudetto, ed essersi laureato campione del Mondo con la Francia, viene insignito del Pallone d'Oro.
Dopo aver vinto il più ambito trofeo individuale, Zidane diventa il punto di riferimento per la Juventus. Rimane il fulcro della squadra anche nel 1999 quando, dopo la stagione fallimentare culminata con il 7° posto in Serie A, la società decide di esonerare Marcello Lippi per puntare su un giovane Carlo Ancelotti.
Sebbene la Juve non riesca a vincere lo Scudetto, Zizou è il candidato principale per vincere il secondo Pallone d'Oro consecutivo. Tuttavia, nonostante le ottime prestazioni offerte nella vittoria dell'Europeo del 2000, France Football decide di non assegnargli il premio a causa del suo temperamento eccessivamente violento che spesso ha portato a qualche cartellino rosso di troppo.
Il più grande rammarico
Nel 2001 Florentino Perez prosegue la costruzione di un Real Madrid formato Galactico e ingaggia Zinedine Zidane per la cifra record di 150 miliardi di lire. Il franco-algerino saluta la Juventus dopo 212 partite, 31 gol e 5 titoli complessivi.
Ancora oggi Zizou è considerato uno dei più grandi giocatori che la società bianconera abbia mai avuto. Nonostante l'affetto dei tifosi, nel 2001 Agnelli ridimensionò la sua importanza definendolo "più divertente che utile".
Una volta terminata la sua carriera, Zidane è tornato a parlare sui suoi anni alla Juve e, in un'intervista per Goal, ha ammesso si avere un solo rimpianto: non aver mai vinto la Champions con i bianconeri.
Nei suoi quattro anni di militanza, è arrivato in finale per ben due volte ma in entrambe le occasioni il sogno di alzare la coppa è sfumato per colpa di Borussia Dortmund prima e Real Madrid poi. Ciò non macchia però la grandezza di un giocatore che con la sua classe è riuscito a far sognare migliaia di tifosi e che è considerato uno dei migliori ad aver mai calcato un campo da calcio.