Com'è cambiato il calcio tra il primo e l'ultimo Europeo di Cristiano Ronaldo?

20 anni e 6 Europei dopo.
Un giovane CR7
Un giovane CR7 / YURI KADOBNOV/GettyImages
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Il calcio va di fretta, cambia velocità e anche qualche regola, e rende quello di 20 anni fa un ricordo lontano appartenente a un'altra epoca. Dal miracoloso Euro 2004 si è passati a Euro 2024, dalla straordinaria vittoria della Grecia in casa del Portogallo ai due Europei consecutivi della Spagna, a quello dei lusitani in terra francese e ancora a quello italiano a Wembley. Edizioni che si sono ripetute a cadenza (quasi) quadriennale regalando spesso sorprese. Nel percorso hanno appeso gli scarpini al chiodo praticamente tutti i partecipanti dell'edizione portoghese, tutti tranne uno: l'eterno Cristiano Ronaldo.

Alla data dell'esordio Europeo aveva 19 anni, 4 mesi e 7 giorni e inaugurava l'ingresso dalla panchina con un gol inutile ai fini del risultato nella sconfitta contro la Grecia. L'arbitro era Pierluigi Collina, il CT del Portogallo Luiz Felipe Scolari e i suoi compagni di Nazionale i vari Luis Figo e Rui Costa, oltre a Deco e Nuno Gomes.

Il 7, Luis Figo, per il 17, un giovane Cristiano Ronaldo. Nel corso degli anni quel numero ha poi caratterizzato la sua carriera e ancora oggi è sul dorso di qualunque maglia porti il suo nome. Il 7 della spedizione in Germania è ovviamente CR7, il 17 è invece sulle spalle di Rafael Leao. A quell'Europeo non era presente Pepe, più anziano di Cristiano Ronaldo, e mentre il campione portoghese realizzava il primo di tanti gol in una competizione che avrebbe nel tempo dominato, molti dei suoi compagni erano nati da poco; Joao Neves sarebbe nato soltanto a settembre (2004).

La Saudi Pro League non era ancora un progetto immaginato e nell'estate 2004 il giovanissimo fenomeno portoghese aveva segnato appena 11 gol in carriera, 5 per lo Sporting Lisbona e 6 per il Manchester United, nessuno per la sua Nazionale.

Un'altra epoca. L'Europeo era ancora a 16 squadre, José Mourinho aveva appena vinto la sua prima Champions League con il Porto e l'Italia era un polo di campioni. Il famoso biscotto tra Svezia e Danimarca lasciava fuori gli azzurri nella fase a gironi di Euro 2004 e gettava forse le prime basi per la storica vittoria ai Mondiali del 2006 in Germania.

Era il 18 giugno 2004, esattamente 20 anni fa, il giorno in cui Antonio Cassano segnava di testa per l'Italia e Zlatan Ibrahimovic pareggiava nel finale inventandosi questa magia qui. I due avrebbero poi vinto uno Scudetto con il Milan da compagni di squadra.

20 anni di calcio italiano, europeo e internazionale il cui unico filo conduttore, tra i calciatori, sembra essere Cristiano Ronaldo. Il tempo scorre per tutti, ma per il fenomeno portoghese ha una velocità differente. In un calcio che da un paio d'anni ha allargato il radar verso oriente, lui riesce ancora a dominare i suoi colleghi.

La titolarità a Euro 2024 non sarà dovuta a una questione di status, di venerazione nei confronti del migliore della storia della sua nazione. È stata conquistata sul campo dopo la panchina al Mondiale in Qatar; 18 mesi fa il selezionatore Fernando Santos gli preferiva l'emergente Gonçalo Ramos, facendo immaginare il declino di CR7, oggi il CT Roberto Martinez non ha dubbi sull'affidarsi a un attaccante da 44 gol e 12 assist stagionali con l'Al-Nassr. I calciatori che militano in Saudi Pro League e sono titolari delle proprie Nazionali in Europa non sono pochi, ma Ronaldo è probabilmente quello che, anche a 39 anni, merita più di tutti una maglia dal primo minuto.

A Euro 2044 possiamo forse affermare che non ci sarà, ma mai dire mai per chi ha piegato alla sua volontà le regole del corpo umano.