Come arriverà la Svizzera alla sfida chiave contro l'Italia?
Prosegue il cammino dell'Italia nelle qualificazioni ai Mondiali in Qatar. Dopo il mezzo passo falso di ieri sera, gli Azzurri guardano già alla sfida di domenica sera contro la Svizzera. Questa volta però è vietato sbagliare.
I ragazzi di Mancini sono ancora al comando del Girone C con 10 punti, ma devono guardarsi le spalle proprio dai rossocrociati distanti appena 4 lunghezze e con 2 partite da recuperare. La situazione per i neo campioni d'Europa non è preoccupante. Tuttavia, se si vuole evitare di disputare gli spareggi, bisognerà necessariamente cambiare l'atteggiamento mostrato contro la Bulgaria.
In vista della delicata sfida di Basilea, vediamo allora come sta la Svizzera.
Un nuovo allenatore
La più grande novità riguarda la panchina. Dopo Euro 2020, Vladimir Petkovic ha infatti deciso di tornare ad allenare una squadra di club, accasandosi a Bordeaux. Pertanto, la Federazione elvetica ha affidato il ruolo di Commissario Tecnico della nazionale a Murat Yakın.
Nella sua lunga e abbastanza discreta carriera da giocatore, il 46enne dalle chiare origini turche ha avuto modo di giocare per diverse compagini svizzere, come Basilea e Grasshoppers. Divenuto allenatore, Yakın ha ricoperto incarichi solo in patria. Questo potrebbe costituire un'arma a doppio taglio: se da un lato non ha avuto esperienze in grandi campionati, dall'altro non c'è nessuno che conosca il calcio elvetico meglio di lui.
Dal punto di vista tattico, è decisamente meno dogmatico del suo predecessore. Petkovic schierava sempre i suoi col solito 3-4-2-1; Yakın sembra invece prediligere il 4-3-1-2, anche se nella sua conferenza di presentazione ha ammesso di dover adattare il suo modo di giocare alle caratteristiche della selezione. Pertanto, non è da escludere la sopravvivenza della difesa a tre.
Per gli Azzurri, l'arrivo del nuovo tecnico costituisce un'incognita. Yakın ha infatti disputato una sola gara sulla panchina della Svizzera, vincendo 2-1 in un'amichevole contro la Grecia. Quindi, i suoi principi di gioco rimangono grosso modo un mistero.
Tante defezioni
L'inizio dell'avventura di Yakın come CT non è dei più fortunati. Contro l'Italia la Svizzera dovrà infatti fare a meno di Granit Xhaka, risultato recentemente positivo al Covid-19. Oltre al capitano, i rossocrociati perdono un'altra pedina fondamentale del centrocampo, ossia lo squalificato Remo Freuler.
Ma non è finita qua. All'appello mancherà Xherdan Shaqiri. Il trequartista ha dato forfait perché non è ancora al meglio della condizione e ha preferito rinunciare alla convocazione del nuovo allenatore, lasciando però la squadra orfana del suo fantasista. Ciliegina sulla torta: appena 3 giorni fa anche Gavranovic ed Embolo sono stati costretti ad alzare bandiera bianca e a lasciare il ritiro per via di problemi muscolari.
Le insidie principali
Yakın si trova davanti a un problema spigoloso: si ritrova con pochi uomini e deve trovare loro la sistemazione migliore per provare ad arginare l'Italia campione d'Europa.
Per gli svizzeri non è però tutto nero, dato che hanno molti fattori dalla loro parte. In primis, l'Italia viene da un risultato deludente e, come abbiamo detto all'inizio, non può più permettersi di sbagliare; questo potrebbe portare gli uomini di Mancini a giocare sotto pressione e magari a innervosirsi. Poi c'è da considerare che la sfida si terrà tra le mura amiche di Basilea, dove la spinta dei tifosi potrebbe fare la differenza.
Inoltre, nonostante le defezioni, alla Svizzera rimangono comunque giocatori importanti come il trio difensivo Elvedi-Schär-Akanji, il centrocampista Zakaria e il bomber Seferovic. C'è infine da considerare che i rossocrociati hanno due partite di qualificazione da recuperare, quindi in caso di risultato negativo contro gli Azzurri, possono comunque rifarsi.
In poche parole, il pericolo principale per la Nazionale è che la Svizzera non ha molto da perdere, noi invece molto.