Come può cambiare il Cagliari con Walter Mazzarri in panchina
Un percorso sorprendente, tanto da tirar fuori il Cagliari dalla prospettiva della retrocessione, ha spinto in estate i vertici rossoblu a una conferma, quella di Leonardo Semplici, dal sapore di riconoscenza più che di effettiva convinzione: ecco dunque che, dopo appena tre giornate e un solo punto ottenuto, il club sardo si trova a ripartire da un nuovo tecnico, dall'esperto Walter Mazzarri che torna in panchina dopo più di un anno di assenza. Vediamo dunque cosa potrebbe comportare un simile avvicendamento in panchina, come potrebbe cambiare il Cagliari.
Il percorso di Semplici
Il 22 febbraio del 2021 Semplici sostituì Di Francesco sulla panchina del Cagliari, trovando una squadra protagonista di una crisi nera di risultati: ben 16 le partite senza una vittoria, con appena 5 pareggi e 11 sconfitte dopo un avvio di campionato per certi versi illusorio. La missione salvezza era tutto fuorché scontata e Semplici, già protagonista di grandi cose alla SPAL, è riuscito a imprimere quella svolta tanto attesa: 7 punti nelle prime uscite contro Crotone, Bologna e Samp e soprattutto una striscia positiva impressionante nel finale di stagione, con 7 risultati utili consecutivi e una salvezza raggiunta matematicamente alla penultima giornata. Il 3-5-2, marchio di fabbrica del tecnico toscano, è rimasto una costante fino alla sfida con la Roma, quando Semplici ha optato per il 3-4-1-2, alternato poi nelle ultime sfide al 4-2-3-1 con risultati confortanti. Il rocambolesco pareggio con lo Spezia in rimonta e le sconfitte contro Milan e Genoa hanno dato il colpo di grazia, dimostrando quanto la conferma estiva non sia stata poi così solida e granitica.
L'ultima esperienza di Mazzarri
Walter Mazzarri torna in panchina dopo un anno e mezzo di assenza, l'ultima esperienza è stata quella al Torino interrotta con la rescissione a inizio febbraio del 2020 dopo le pesanti sconfitte contro Atalanta e Lecce (0-7 e 0-4). L'avventura granata arrivò così anzitempo a conclusione dopo un nono posto da subentrato e un settimo posto, con il 3-5-2 come costante e un utilizzo del 3-4-2-1 divenuto abituale nell'ultima fase dell'esperienza al Toro.
Come cambia il Cagliari
Partiamo dunque da un indizio eloquente di continuità: il 3-5-2 è il marchio di fabbrica storico di Mazzarri, ormai da tempo, così come di fatto è il modulo di cui si è avvalso Semplici dal 2014 al 2020 con la SPAL e successivamente in Sardegna, fatte salve sporadiche eccezioni. Non andrà dunque in scena alcuna rivoluzione dal punto di vista tattico, perlomeno nell'impianto di base della squadra, con Caceres, Godin e Carboni come titolari in difesa, Nandez e Dalbert larghi e il terzetto centrale composto da Strootman, Marin e Deiola. In avanti Joao Pedro agirà a supporto di uno tra Keita e Pavoletti.
Per quanto dunque possa apparire paradossale un cambio in corsa destinato a mantenere lo status quo appare verosimile che moduli e nomi restino esenti da ribaltoni, con la vera differenza che dovrà essere nell'atteggiamento della squadra in campo e nell'impatto mentale del nuovo ed esperto tecnico, già protagonista di salvezze in situazioni ben più critiche di quella rossoblu (anche perché, del resto, siamo appena all'inizio). Il tutto, ovviamente, condito da un modo diverso di interpretare i ruoli da parte degli stessi protagonisti, con particolare attenzione al lavoro dei due esterni Nandez e Dalbert in fase offensiva.