Come giocherà la Roma di Ivan Juric?
La nuova Roma targata Ivan Juric è nata senza grandi proclami. Basti pensare che non è arrivato nemmeno il solito post di benvenuto ma che, quasi di punto in bianco, il club giallorosso ha pubblicato una foto che ritrae il nuovo tecnico alla guida del primo allenamento a Trigoria. Un profilo basso adottato sicuramente per non incorrere in una shit-storm social da parte dei tifosi, per nulla contenti (per usare un eufemismo) dell'esonero improvviso di Daniele De Rossi, ma che magari è anche frutto della personalità dell'allenatore croato, introverso e allo stesso tempo deciso, più concentrato sul lavoro che sulle apparenze.
I principi di gioco di Juric
Un modo di essere che si manifesta anche nella filosofia di gioco che da diversi anni prova ormai a imprimere alle proprie squadre, diverse negli uomini e nelle ambizioni, ma accomunate da alcuni tratti distintivi. Uno di questi è sicuramente la difesa a tre con i braccetti che si staccano a turno per partecipare alla manovra offensiva; una caratteristica, questa, presa in prestito dal suo maestro Gasperini. Il centrocampo è solitamente composto da una linea a quattro con due esterni di spinta che devono prendere il fondo per crossare (le squadre di Juric sono tra quelle che lo fanno di più in Serie A) e due mediani complementari che coniughino qualità in fase di palleggio e intensità fisica nei contrasti. In attacco l'allenatore di Spalato si concede qualche licenza creativa, adattando il modulo a quelle che sono le caratteristiche dei giocatori a disposizione. A Verona schierava due trequartisti alle spalle della punta, una disposizione vista anche nel suo primo Torino, ma che ha dovuto modificare in seguito all'innesto di Zapata per far coesistere il colombiano con Sanabria.
Per quanto riguarda l'atteggiamento, Juric pretende la massima aggressività in marcatura, che avviene sempre in un uomo contro uomo (altro tratto gasperiniano). Non è raro vedere i suoi difensori seguire il diretto avversario per tutto il campo, anche in zone insolite con il rischio di concedere degli enormi spazi per le ripartenze. Gli interpreti offensivi, siano essi i trequartisti o gli esterni di centrocampo, devono provare a saltare l'uomo per creare superiorità offensiva, mentre il centravanti dev'essere molto bravo nel lavoro spalle alla porta per giocare di sponda o far salire i compagni.
Le certezze da cui partire
Gianluca Mancini è senza dubbio l'identikit perfetto del difensore juricciano. Scuola Atalanta, quindi non nuovo a incursioni palla al piede nella metà campo avversaria, il classe '96 è il leader emotivo della Roma, anche se il suo carisma spesso sfocia in un'eccessiva foga agonistica; un limite sul quale il nuovo tecnico dovrà lavorare. Se il resto della difesa, come vedremo, va ancora delineato, appare invece già disegnato il centrocampo, dove sicuramente non mancherà la freschezza di Manu Koné, messosi in mostra già sotto De Rossi. Al fianco del francese potrebbe esserci ancora Cristante, più abile nel gioco aereo di Paredes, ma meno propenso alla ricerca della verticalità rispetto all'argentino. Juric potrebbe poi esaltare le qualità di Artem Dovbyk facendolo sentire parte integrante del gioco: nelle prime apparizioni in giallorosso il centravanti ucraino è sembrato un po' un corpo estraneo, un terminale che aveva semplicemente il compito di tirare in porta non appena ne avesse l'occasione, ma con il tecnico croato potremmo vederlo più spesso lontano dall'area per dettare il passaggio ai compagni e fungere da pivot.
Le principali perprlessità
I dubbi attorno alla nuova Roma riguardano le corsie esterne, dove mancano giocatori dalle caratteristiche richieste da Juric. Non sembra convincere nemmeno Angelino, terzino dal piede delicato che non dispone però della prestanza fisica e delle doti atletiche per fare su e giù sulla fascia con una certa costanza. Discorso opposto invece per la corsia opposta, dove Celik può garantire una certa spinta, ma non è di certo il migliore dei crossatori in circolazione. Come accennavamo poco fa, difficile anche azzardare gli altri due centrali per il pacchetto arretrato. Ndicka non è molto abile con i piedi e potrebbe dire addio alla posizione di braccetto di sinistra in favore di Hermoso. L'ivoriano potrebbe agire da perno centrale, ma anche lì deve guardarsi le spalle da Hummels, pronto a diventare fondamentale una volta raggiunta una buona condizione fisica. Un altro nodo che Juric è chiamato a sciogliere riguarda Lorenzo Pellegrini. Il capitano giallorosso non ha infatti il dribbling di un Vlasic o di un Caprari, entrambi trequartisti valorizzati dal sistema di gioco del croato, e potrebbe quindi finire per abbassare il proprio raggio d'azione venendo impiegato come mezz'ala dai compiti d'inserimento.
Le possibili sorprese
Per sopperire all'emergenza sugli esterni, Ivan Juric potrebbe chiedere un sacrificio a Stefan El Shaarawy adattandolo come quarto di centrocampo per sfruttarne le indubbie qualità tecniche e una condizione fisica ancora ottimale. Occhio anche a un giocatore arrivato tra lo scetticismo generale e che non ha ancora esordito con la maglia giallorossa. Trattasi di Saud Abdulhamid, primo saudita nella storia della Serie A di cui in patria esaltano le caratteristiche atletiche, attestate anche da un video di una scorribanda palla al piede circolato durante la sosta delle nazionali. Non sarà di certo l'esterno dei sogni, ma magari Juric potrebbe lavorarci su. Tra le possibili sorprese bisogna annoverare anche Tommaso Baldanzi, entrato sempre con personalità quando chiamato in causa da De Rossi, che ha provato a impiegarlo anche da mezz'ala. Difficilmente il croato, complice anche l'imminente ritorno di Le Fée, darà seguito all'esperimento, ma l'ex Empoli ha tutte le caratteristiche per poter fare il trequartista con il nuovo allenatore.
Come giocherà la Roma di Juric?
Per il suo esordio contro l'Udinese, Ivan Juric dovrebbe andare sul sicuro proponendo un 3-5-2 con i soliti nomi. Il modulo che potrebbe rappresentare il punto d'incontro tra i suoi principi di gioco e le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione è però il 3-4-2-1, un sistema che gli permetterebbe di far coesistere sulla trequarti Dybala e Soulé - scoglio sul quale De Rossi si era invece infranto - mantenendo allo stesso tempo un certo equilibrio in fase difensiva, altra nota dolente in questo avvio di stagione della Roma. A conti fatti, la formazione tipo dei giallorossi potrebbe essere la seguente:
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, Ndicka, Hermoso; Celik, Koné, Cristante, Angelino; Dybala, Soulé, Dovbyk. Allenatore: Ivan Juric.