Come si svolgeranno le partite dei campionati ucraini?
Riparte domani, nonostante la guerra, il campionato ucraino dopo l'interruzione del 23 febbraio scorso a causa di forza maggiore. Una ripartenza sinonimo di speranza per tutto il popolo ucraino che in un momento così complicato ha bisogno di ritrovare il calcio per distrarsi e trovare delle occasioni per gioire.
La Repubblica ha illustrato il modo in cui le partite potranno essere disputate. Bisognerà seguire un protocollo rigido con normative decise dai Ministri dello Sport e della Difesa, dalla polizia e dalla Difesa territoriale. Il protocollo stabilisce la copertura con postazioni fisse della contraerea, ma anche batterie mobili vicine ai campi da gioco per prevenire ogni evenienza. Ci saranno poi rifugi antiaerei a 500 metri dal campo necessari a poter accogliere giocatori, arbitri e staff e personale sanitario delle squadre.
Le partite ovviamente saranno disputate a porte chiuse perché sarebbe troppo pericoloso e complicato gestire i tifosi in caso di evacuazione. Per questo motivo le partite saranno trasmesse gratuitamente sul canale Youtube del campionato ucraino, sarà necessaria solamente la copertura telefonica che però non è garantita ovunque nel Paese. Verranno utilizzati gli stadi costruiti per gli Europei 2012 ad eccezione di quello di Chernihiv, che non esiste più, e quelli di Donetsk e Mariupol, città occupate dai russi.
Domani alle 12 allo stadio Olimpico di Kiev verrà disputata la prima partita della stagione, quella tra lo Shakhtar Donetsk e il Metalist 1925 Kharkiv ed a seguire le altre partite del girone d'andata che terminerà il 23 novembre, la stagione poi si concluderà il 3 giugno 2023. Due i club assenti, il Mariupol e il Chernihiv Desna che saranno sostituite dalle prime due squadre di B, il Metalist e il Kryvbas, squadra della città del Presidente Zelensky.
In un momento così complicato per il popolo ucraino il calcio, almeno per 90 minuti, speriamo possa regalare dei piccoli momenti di "normalità" e dei sorrisi più che mai necessari per evitare di pensare alla sofferenza che sta vivendo il Paese.