Come viene effettuata la ridistribuzione dei diritti tv tra i club di Serie A?
Di Marco Deiana
In Italia, soprattutto in un periodo di crisi economica generale, si parla spesso degli incassi derivati dalla cessione dei diritti tv della Serie A. Operazioni da oltre un miliardo di euro l'anno, con affari triennali che portano gli utenti a doversi organizzare per seguire le partite da casa. Un po' Sky, un po' DAZN, in futuro Amazon. Ma considerando l'importanza di questo incasso, ci siamo domandati: quanto incassano - in percentuale - effettivamente i club di Serie A dai diritti tv?
D'altronde c'è da spartirsi oltre un miliardo di euro e questo comporta - spesso - riunioni di Lega Calcio di fuoco, tra chi vorrebbe una percentuale più alta legata ai risultati sportivi attuali e chi invece, tenta, di alzare l'asticella della percentuale legata al bacino d'utenza o sui risultati storici. Insomma, impossibile trovare un accordo che renda felici tutti.
Detto questo, approfondiamo la questione relativa alle percentuali di distribuzione dei diritti tv in Serie A (senza cifre reali, considerando che cambiano ogni tre anni e vanno tolti i soldi destinati al paracadute dedicato a chi retrocede in Serie B, che può variare di anno in anno, a seconda delle squadre retrocesse).
La ridistribuzione dei diritti della Serie A fino alla stagione 2020-21
La divisione e la distribuzione dei soldi incassati dalla vendita dei diritti tv della Serie A è legata principalmente a tre macro aree. Una percentuale (il 50%) della cifra messa a disposizione dalla Lega Calcio viene distribuita in parti uguali alle 20 società della massima divisione, un'altra percentuale (il 30%) invece è legata ai risultati sportivi della squadra e una terza percentuale (il rimanente 20%) invece al bacino d'utenza (la tifoseria).
- 50% - Distribuito in parti uguali
- 30% - Legato ai risultati
- 20% - Legato al bacino d'utenza
A parte il 50%, quello distribuito i parti uguali tra tutti i 20 club di Serie A, il restante 50% (tra risultati e bacino d'utenza) viene diviso ulteriormente.
Per quanto riguarda il 30% legato ai risultati sportivi dei club, il 15% di esso è legato ai risultati dell'ultimo campionato, il 10% legato ai risultati dell'ultimo quinquennio e il restante 5% alla storia del club.
Invece il 20% legato al bacino d'utenza, viene ulteriormente suddiviso in un 12% legato al numero di spettatori presenti allo stadio e l'8% all'audience televisiva
- 30% risultati sportivi: 15% risultati ultimo campionato, 10% risultati ultimi cinque anni, 5% storia del club
- 20% bacino d'utenza: 12% numero spettatori allo stadio, 8% audience televisiva
La distribuzione dei diritti tv ai club di Serie A dalla stagione 2021-22
Nella Legge di Bilancio 2019 è stata introdotta una leggera modifica alla Legge Melandri e di conseguenza sono variate, seppur di poco, le percentuali per la ridistribuzione degli incassi inerenti i diritti televisivi della Serie A. Rimane invariato il 50% del totale che verrà sempre diviso in parti uguali tra le 20 società del campionato italiano, mentre la percentuale legata ai risultati sportivi passa al 28%. Di conseguenza il bacino d'utenza peserà per il 22% del totale.
- 50% - Distribuito in parti uguali
- 28% - Legato ai risultati
- 22% - Legato al bacino d'utenza
Ma c'è di più. Nella Legge di Bilancio 2019 è stata introdotto una piccola percentuale da prendere dalla quota relativa al bacino d'utenza, relativo all'utilizzo dei giocatori Under 23 durante il campionato, a patto che sia formati nei settori giovanili italiani e tesserati da almeno tre anni consecutivi nella società sportiva "presso la quale prestano l'attività sportiva". Tra questi tre anni consecutivi rientrano anche eventuali prestiti a società di Serie A, Serie B o alle seconde squadre partecipanti al campionato di Serie C.
Seguimi su Youtube e segui 90min su Instagram.
Leggi anche: